Lezioni di buonumore: come liberarsi dal giudizio degli altri in due mosse

Quanto ti condiziona il timore che gli altri pensino male di te? Ecco come riuscire a capirlo e uscire dalla trappola



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Molte persone per paura del giudizio degli altri, non compiono scelte che potrebbero migliorare la loro vita. Per esempio, chiudere una relazione frustrante, lasciare un posto di lavoro insoddisfacente, inseguire finalmente quel sogno che volevano realizzare da anni.

Ricordiamoci che non siamo nella testa degli altri e quello che supponiamo sia un giudizio su di noi, in molti casi è solo un nostro giudizio su noi stessi. Come uscire da questa trappola?


Gli automatismi da smontare

Nella maggior parte delle paure il vero problema non è la paura in sé, ma le strategie, gli automatismi, le reazioni che mettiamo in atto per gestirla o, peggio ancora, per sopprimerla, ignorarla, eliminarla.

Nel caso della paura del giudizio degli altri, vengono messi in atto 3 meccanismi:

  • Chiudersi in se stessi: purtroppo nascondere le proprie fragilità dà ancora più forza alle nostre paure.
  • Stare sulla difensiva: farlo accresce lo stato di allerta su quello che possono pensare gli altri su di noi.
  • Essere sempre accondiscendenti e disponibili: un atteggiamento che non ti fa sentire apprezzato per quello che sei ma per quello che fai, alimentando nel lungo periodo la tua insicurezza e i tuoi timori, perché finisci per dirti: “Se fossi me stesso, nessuno mi apprezzerebbe”.


Le soluzioni sono due

Gli antichi Sumeri dicevano che la paura evitata diventa panico, mentre la paura guardata in faccia, diventa coraggio. Prova allora ad affrontare la tua paura. Ecco cosa puoi fare.

1. Abbina un’idea di dolore alle vecchie reazioni. Il tipo di strategia che hai usato finora per gestire la tua paura non ti ha aiutato. Anzi. Devi quindi creare una neuro-associazione negativa con i vecchi automatismi (leva dolore) e una positiva con la nuova strategia (leva piacere).

Come? Per crearsi una leva dolore occorre proiettare nel futuro il comportamento e chiedersi: “Se continuo così che cosa succederà alla mia salute, al mio rendimento al lavoro, alla mia identità (aspetto fondamentale come leva del cambiamento) e alle persone cui tengo?”. Più elementi negativi associ al tipo di reazione solita, più la neuro-associazione, cioè l’abitudine, si indebolirà a favore della nuova.

Per creare la nuova strategia ti suggerisco la “tecnica dei piccoli passi con ricompensa”. Chiediti: “Quale piccola azione posso fare nella direzione che desidero?”. E abbina subito una ricompensa per aver affrontato con successo quella paura, cioè premiati con qualcosa che ti piace e ti fa bene, ti rilassa o ti diverte. Più volte ripeti questi passi, più si consolida la nuova reazione.


2. Rinforzati con la “tecnica della corazza”. Se credi di essere attaccabile su qualcosa che ti riguarda, o una scelta che vuoi fare, punta a migliorarti per diventare ingiudicabile.

Questo significa che se vuoi fare una scelta diversa dal solito, devi spiegare al tuo interlocutore quanto è importante questo cambiamento trovando vantaggi anche per lui. Se temi il giudizio su quello che dici o fai, rinforza ciò che dici o fai, perché non c’è paura dove ci sono coraggio e sicurezza.


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Articolo pubblicato sul n. 33 di Starbene in edicola dal 31 luglio 2018



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