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Sei arrabbiato? Vai a correre

Esprimere le emozioni con il corpo ti aiuta a gestire la rabbia

Corbis



Imparare a esprimere le nostre emozioni profonde attraverso il corpo aiuta a gestire meglio i momenti no. La corsa, insieme alla meditazione, consentono al corpo di scaricare la rabbia e, a lungo termine, costituiscono un modo per prendere coscienza delle nostre emozioni. Abbiamo parlato con Gennaro Romagnoli, psicologo-psicoterapeuta, per capire meglio come affrontare la rabbia.

Rabbia e esercizio fisico sono correlati?

«Sappiamo da anni che l'esercizio fisico fa bene alla salute ed ha anche effetti benefici sulla depressione. Ma da poco abbiamo studi che prendono in seria considerazione l'esercizio fisico per la gestione della rabbia. Nel 57esimo meeting della American college of medicine è stato presentato uno studio che dimostra come l'esercizio fisico abbia effetti benefici sulla rabbia negli uomini. Secondo i ricercatori questo dato non sarebbe sorprendente, visto che la rabbia gioca un ruolo importante anche nella depressione».

È importante creare una distanza rispetto all'evento problematico?

«Allontanarsi momentaneamente dall'evento che ci provoca rabbia è una buona strategia, ma questo non significa allontarsene psicologicamente, aspetto per il quale serve esercizio e per il quale consiglio di praticare la meditazione mindfulness o un qualsiasi altro tipo di meditazione che ci permetta di disidentificarci dai nostri pensieri e dalla nostre emozioni, avendo consapevolezza di essere di più di quelle singole emozioni o reazioni. Un consiglio è quello di perdonarsi ogni volta che ci allontaniamo da un evento, ovvero usare quella che viene oggi definita come "auto-compassione"».

L'etimologia latina del termine "emozione" ci riporta al concetto di smuovere, trasportare fuori: il corpo che ruolo ha nella gestione delle emozioni?

«Il corpo è direttamente connesso con il concetto di emozione: non a caso tutti sentiamo le emozioni negli stessi punti del corpo. Recentemente un'équipe di scienziati ha addirittura mappato queste sensazioni per scoprire che tutti le proviamo all'incirca neli stessi punti. Ad esempio la rabbia si situerebbe nello stomaco e nel petto per poi avere derivazioni negli arti (quando dobbiamo forse attaccare
qualcuno). Le emozioni si riverberano nel corpo e sono corporee, per questo quando siamo emozionati sudiamo, aumenta la frequenza cardiaca, il corpo si prepara all'azione...e potremmo anche arrivare a tremare di rabbia. Riconoscere questi segnali può essere molto utile nella gestione della rabbia».

Raccontare un episodio di rabbia aiuta?

«Se raccontiamo un evento carico di rabbia tendiamo a proiettare quella rabbia sul nostro interlocutore. Non nel senso che diventiamo davvero arrabbiati con lui, ma che gli mostriamo tutta la nostra rabbia in quel momento. Chi riesce a tenere separati questi due livelli lo fa in modo "più sano", cioè chi si rende conto di star rivivendo quelle emozioni raccontandole lo fa in modo sano, mentre chi non se ne rende conto sta solo covando ancora più rabbia nel raccontarlo. Lo stesso fenomeno vale al contrario: se una persona non è in grado di accogliere le nostre emozioni, perché magari si "irrita a sentire la nostra irritazione" oppure (peggio ancora) inizia a raccontarci le sue rabbie, non ci sta aiutando».

Come è possibile gestire meglio gli episodi di rabbia legati al lavoro?

«La rabbia è una emozione esplosiva, una volta che gli argini si sono aperti è difficile tornare indietro. Per cui la cosa migliore, se si lavora in un luogo ad alto rischio, è quello di prepararsi mentalmente altrove. La meditazione ci rende in grado di essere meno permalosi e meno attaccati ai nostri contenuti mentali. Meditando diventiamo più bravi a gestire quegli argini e, con un buon esercizio, anche a gestire le piene più intense».

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