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Storia vera: come convivo con le macchie da psoriasi

La conduttrice televisiva Carlotta Savorelli non nasconde più i segni della psoriasi: vuole dimostrare a tutti che si può convivere serenamente con le macchie della malattia, senza vergognarsene

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Vi lascereste mai scattare una foto con un brufolo in bella mostra? Probabilmente no. Ma c’è chi, come Carlotta Savorelli, 35 anni, popolare conduttrice televisiva, con le dermatiti convive da quando ne aveva 12. E trova il coraggio di farsi fotografare così com’è, senza trucco e con la pelle “macchiata” dalla psoriasi.

«Ho passato l’adolescenza a cercare di nascondere le macchie della psoriasi sotto strati di make-up e di abiti coprenti», racconta Carlotta. «Ma non ho permesso alla mia dermatite di tarparmi le ali. A dispetto di tutto e di tutti, sono diventata conduttrice radiotelevisiva, vocalist e testimonial dell’Associazione psoriasici italiani, Amici della Fondazione Corazza, che da anni porta avanti progetti e campagne di sensibilizzazione su questa antiestetica patologia».

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L’esordio da adolescente
«Anche mio padre e mia sorella soffrono di psoriasi. Perciò, quando mi spuntò una strana macchia sull’avambraccio, capii subito che non l’avevo fatta franca», ricorda Carlotta (qui sopra nella foto di Gianni Maffi per la mostra La bellezza nell'imperfezione). «Tra l’altro, la mia è una forma grave di psoriasi poiché le uniche parti del corpo indenni erano il volto e il cuoio capelluto.

A volte, mi capitava di avere un bruciore e un prurito estesi a ogni centimetro del corpo, pronti a guastarmi anche il sonno. Senza contare l’imbarazzo. Bastava uno sguardo per farmi sentire diversa e persino pericolosa perché molte persone ritengono, a torto, che la psoriasi sia una malattia contagiosa».

Crescendo, le cose non migliorano. Anche la vita sessuale e il rapporto di coppia possono diventare problematici. Chi ha problemi di dermatiti spesso ha vergogna di spogliarsi. «Il mio partner di allora sosteneva di non vedere nemmeno la “particolarità” della mia pelle. Per lui ero ugualmente attraente. Purtroppo, però, a volte conta di più la percezione che noi abbiamo del nostro corpo che le parole rassicuranti degli altri. E io non mi piacevo».


La rinuncia alle terapie standard
E le cure anti-psoriasi? Dopo aver usato creme, unguenti e rimedi topici, un dermatologo le prescrive una farmaco biologico di nuova generazione. Macchie, prurito e desquamazione regrediscono ma Carlotta non si sente a suo agio con quel mare di pillole da ingerire ogni giorno. Inoltre, durante l’assunzione, ingrassa di dieci chili.

«Sarà stato un caso, ma con i chili di troppo mi sentivo ancora più a disagio che con la psoriasi», racconta. «Così, cinque anni fa, ho deciso di mollare le medicine e di affidarmi a delle terapie naturali. Ho intrapreso un percorso di psicoterapia che mi ha aiutata ad accettarmi così come sono. E ho iniziato a fare meditazione un’ora e mezza alla settimana.

Inoltre, ho affidato il mio corpo a un ciclo di sedute di reiki, una terapia manuale che scaccia ansia e stress e infonde una calma straordinaria. La via dell’introspezione psicologica, unitamente a queste pratiche olistiche, mi consentono oggi di tenere la situazione sotto controllo. Dopo un iniziale peggioramento, dovuto alla sospensione dell’immunoterapia, ora i sintomi sono diventati più lievi e accettabili». Merito, forse, anche dell’alimentazione molto più attenta e oculata: Carlotta ha depennato farine bianche e latticini per cercare di ridurre l’infiammazione sottostante a ogni lesione psoriasica.


L’importanza dello psicologo
Benché abbia scelto di rinunciare ai farmaci, Carlotta si guarda bene dal consigliare agli altri di fare lo stesso. A tutti coloro che le scrivono sui social network spiega sempre che la scelta su come curarsi è personale, e che è importante avere un supporto psicologico perché il cammino verso la guarigione parte dall’accettazione della malattia. «È impossibile venire a capo del problema se non è il nostro stesso sguardo a cambiare», dichiara con convinzione. «Ma per farlo occorre tanta determinazione. E il sostegno incondizionato di uno psicologo o psicoterapeuta, che sa toccare le corde giuste per aiutarti a ridisegnare la tua immagine interiore».


In prima linea, per aiutare gli altri
Vocalist e conduttrice televisiva di eventi e sfilate, Carlotta ha scelto di mettere la sua popolarità al servizio di tutti coloro che, come lei, convivono con la psoriasi. «Quando ho deciso di mostrarmi ai miei follower senza ritocchi, ho voluto dimostrare che si può vivere bene anche con questa dermatite, senza bisogno di indossare maschere di rito». Come testimonial dell’Associazione psoriasici italiani, Amici della Fondazione Corazza, la bella vocalist ha recentemente realizzato il video “Adesso Basta”, per vincere lo stigma, e ha posato per dodici fotografi di fama internazionale. Scatto dopo scatto, ha dato vita a una mostra fotografica intitolata “La bellezza nell’imperfezione”, curata da Manuela Valentini, in cui racconta la sua psoriasi.


Identikit della psoriasi

La psoriasi è una dermatite eritemato-desquamativa cronica, caratterizzata da squame argentate su una base arrossata. «È dovuta a un turnover accelerato dei cheratinociti, le cellule superficiali dell’epidermide», spiega il dottor Bruno Bianchi, dermatologo dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano.

«Nelle forme più gravi, sfocia nell’artrite psoriasica con dolore alle piccole articolazioni delle mani. La terapia locale prevede l’uso di creme cheratolitiche a base di acido salicilico, corticosteroidi e derivati della vitamina D. Come terapia sistemica, invece, vengono prescritti cicli di fototerapia con Uvb a banda stretta, immunosoppressori e acitetrina (derivata dalla vitamina A). Più recenti sono i farmaci biologici, come gli anticorpi monoclonali, che agiscono su precisi bersagli molecolari».


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Articolo pubblicato sul n. 13 di Starbene in edicola dal 10 marzo 2020




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