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Come salvare le articolazioni del ginocchio

Anni che passano, traumi e sport ad alto impatto mettono alla prova le articolazioni. Ecco come correre ai ripari

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Una gamba meno stabile che “cede” o fa male, tanto che passeggiare diventa molto faticoso e il semplice fatto di salire le scale si trasforma in un’impresa: è ciò che capita quando il ginocchio va in tilt.

Le cause? Il naturale invecchiamento delle strutture di questa articolazione e i traumi: la “semplice “contusione legata a una caduta o, ancora più spesso, le eccessive sollecitazioni di muscoli, tendini e legamenti, in agguato dopo aver praticato attività sportive che causano sovraccarico.

Passare al contrattacco non è però impossibile: scopri, a seconda dei principali disturbi, come intervenire.

RALLENTA L’ARTROSI CON MENO KG E ATTIVITÀ SOFT

Scricchiolii, rigidità mattutina, dolore che compare nel corso della giornata e aumenta sia durante i movimenti, sia quando si cammina, soprattutto in discesa. Sono i primi campanelli d’allarme dell’artrosi del ginocchio, problema che affligge ben 2 milioni e mezzo di italiani, soprattutto over 70 (ma nel 5% dei casi, colpisce sotto i 50 anni).

«Il principale fattore di rischio è l’avanzare dell’età, ma ci sono anche altre cause che ne facilitano la comparsa precoce: l’aver subito una frattura, la pratica intensa di sport come volley, running, basket e calcio o il fatto di avere il ginocchio valgo (che tende verso l’interno come nelle gambe a “x”) o varo (deviato all’esterno). La cartilagine (il tessuto che riveste l’articolazione) si usura, diventa più sottile, meno elastica e si sfilaccia, perdendo la sua funzione di ammortizzatore», spiega il dottor Piero Volpi, responsabile dell’Unità di chirurgia del ginocchio e traumatologia dello sport dell’Istituto clinico Humanitas a Rozzano (Milano) e responsabile medico dell’F.C. Internazionale di Milano. «Le articolazioni non riescono più a scorrere agevolmente le une sulle altre e, a mano a mano che la malattia progredisce, si alterano fino a deformarsi».

L’artrosi purtroppo è un processo degenerativo, ma è possibile rallentarne la progressione: «Occorre perdere peso perché i chili di troppo gravano sul ginocchio. Inoltre, bisogna praticare attività a basso impatto come walking, nuoto o tai chi, in grado di aumentare l’elasticità e l’ossigenazione dell’articolazione», suggerisce la dottoressa Lara Castagnetti, specialista in Medicina fisica e riabilitativa all’Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano).

«Se c’è dolore è consigliabile sottoporsi a circa 10 sedute di laserterapia o ipertermia che, grazie a un benefico calore, offrono un’azione antalgica e antinfiammatoria». Cui aggiungere degli esercizi di rinforzo dei muscoli della gamba e delle infiltrazioni di acido ialuronico, prescritte esclusivamente dal medico: «Grazie alla sua viscosità, questa sostanza nutre le cartilagini, le mantiene ben lubrificate e attenua il dolore», precisa la fisiatra.

QUANDO SERVE LA CHIRURGIA

L’artrosi può anche essere affrontata in sala operatoria. «Se la lesione della cartilagine è di piccole dimensioni si può ricorrere alle tecniche di riparazione-rigenerazione cartilaginea», spiega il dottor Piero Volpi. «In anestesia locale e attraverso delle piccole incisioni, il chirurgo raggiunge l’interno del ginocchio con una sonda. Quindi, effettua una pulizia della cartilagine e, praticando dei piccoli fori sull’osso che si trova sotto il tessuto lacerato, induce un afflusso di sangue che consente la riparazione».

Quando la lesione è più estesa e profonda, invece, si ricorre a tecniche che prevedono anche l’utilizzo di membrane per rivestire la parte rovinata. I tempi di recupero oscillano attorno ai 45 giorni, ma per riprendere a fare attività sportiva occorrono 4-5 mesi.

Se invece la degenerazione della cartilagine è molto avanzata sono necessari interventi più invasivi, come l’osteotomia oppure l’impianto di una protesi. La prima è indicata quando l’artrosi coinvolge uno solo dei 3 compartimenti del ginocchio e consente di rimetterlo in asse, in modo da eliminare il sovraccarico. «La seconda, invece, sostituisce l’articolazione malata ed è indicata nelle persone più anziane, con una grave artrosi globale e tutti i capi articolari degenerati. Entrambi gli interventi sono eseguiti in anestesia generale o locoregionale. Dopo 2 giorni si può camminare con l’ausilio di stampelle e si torna alle proprie occupazioni in 2- 3 mesi. Va messo in conto, però, un programma di fisioterapia di 4 mesi, per ripristinare la funzionalità del ginocchio», specifica l’esperto.

PER LA TENDINITE ROTULEA SCARPE AMMORTIZZATE

Una sensazione di dolore sotto la rotula che compare quando si salta o si salgono le scale, ma anche se ci si alza dopo essere stati seduti a lungo: sono i segni della tendinite rotulea.

Conosciuta anche come “ginocchio del corridore”, è un disturbo tipico di chi pratica in modo intenso attività che prevedono salti e traumi ripetuti su superfici dure come running, pattinaggio, basket e volley. Ma sono a rischio anche gli appassionati del fitness che esagerano con squat e affondi in sovraccarico, cioè usando i pesi: «Infiammano il tendine che mette in comunicazione la rotula con la tibia, per permettere il movimento del ginocchio», mette in guardia la dottoressa Lara Castagnetti. «Per ridurre i rischi è utile indossare durante l’allenamento delle scarpe con una suola ammortizzata, da associare a un plantare se l’appoggio non è corretto», continua l’esperta. Inoltre, è consigliabile eseguire degli esercizi specifici per rinforzare i quadricipiti e proteggere il tendine da eccessivi stiramenti.

Quando il disturbo si manifesta, occorre tenere il ginocchio a riposo per 2-3 giorni, applicare delle compresse di ghiaccio per 20 minuti, 3 volte al dì, e utilizzare una ginocchiera compressiva. «Se il dolore non passa nel giro di 10 giorni è necessario sottoporsi a una visita specialistica e a un’ecografia, per verificare se ci sono delle alterazioni dei tendini e impostare un programma di riabilitazione come un ciclo di applicazioni di onde d’urto (1 seduta ogni 7 giorni, per 3 settimane), in grado di disinfiammare e rigenerare il tendine. Da accoppiare agli esercizi», precisa la fisiatra.

ROTTURA DEI CROCIATI? C’È IL TRAPIANTO

Praticare sport come calcio, basket e sci mette a rischio anche i legamenti crociati (soprattutto quello anteriore), strutture che aiutano a mantenere stabile il ginocchio. Questi, a causa di un’eccessiva rotazione o di uno stop improvviso mentre si è in movimento, possono stirarsi o addirittura rompersi.

I primi sintomi: dolore, gonfiore, cedimento e la sensazione che qualcosa all’interno dell’articolazione si sia rotta. «Per fare chiarezza serve una visita da un ortopedico esperto in patologie del ginocchio, corredata da una risonanza magnetica», suggerisce il dottor Piero Volpi. «Se il crociato ha una lesione parziale, per ripristinarne le funzioni basta un programma di fisioterapia, prima in acqua e poi in palestra, utili per il rinforzo muscolare».

Quando è lesionato in modo completo, invece, si può ricostruire con un intervento effettuato in anestesia generale o locoregionale: «Il chirurgo preleva dei tendini direttamente dal paziente e poi, tramite una sonda munita di telecamera, li posiziona al posto del crociato leso», spiega l’esperto. L’indice di successo è del 90% e la ricostruzione restituisce stabilità all’articolazione. La degenza è di un paio di giorni, si può subito camminare con l’aiuto delle stampelle e riprendere le normali attività dopo circa un mese. «Per il recupero totale, però, è necessario seguire un percorso riabilitativo di circa 4 mesi, sotto la supervisione di un fisioterapista», puntualizza l’ortopedico.

CONTRO LA BORSITE GHIACCIO E RIPOSO

Una sensazione di dolore sulla parte anteriore del ginocchio, che aumenta con la pressione ed è associata a gonfiore e arrossamento: sono la spia di una borsite, l’infiammazione di una piccola sacca (la borsa sierosa) sopra la rotula, che favorisce lo scorrimento dell’osso su pelle e tessuti sottocutanei, senza attriti. Il più delle volte è l’effetto di una caduta: «La contusione provoca un piccolo ematoma che si forma nella borsa, irritandola e infiammandola», spiega il dottor Piero Volpi.

I rimedi: «Compresse di ghiaccio da applicare per 20 minuti almeno 3 volte al giorno, riposo, l’utilizzo di una ginocchiera compressiva e, eventualmente, l’assunzione di farmaci antinfiammatori. Di solito è l’organismo stesso che provvede a riassorbire l’ematoma e la borsite provocata da un trauma si risolve nel giro di 2-3 settimane», conclude l’esperta.

PROMOSSA L’AGOPUNTURA

Ridurre il dolore provocato dall’artrosi del ginocchio in punta d’ago? È possibile. Una metanalisi condotta dal Department of health sciences e dal Centre for reviews and dissemination dell’Università di York (Gran Bretagna) ha promosso a pieni voti l’agopuntura, dimostrando che questa tecnica è efficace quanto le terapie fisiche tradizionali. Le sedute necessarie per ottenere i benefici sono 5, da effettuare a distanza di una settimana l’una dall’altra.


IL MASSAGGIO CHE DISINFIAMMA

«Per alleviare il dolore dovuto alla tendinite rotulea puoi provare il massaggio tuina», consiglia il dottor Emilio Minelli, medico di famiglia ed esperto di medicina naturale a Milano. «Stendi la gamba dolorante. Poi, usando il polpastrello dell’indice, massaggia per 5 minuti in senso antiorario la piccola fossetta che si trova sulla parte laterale esterna del ginocchio, appena sotto la rotula».

Quindi, se vuoi potenziare gli effetti della manipolazione puoi assumere quotidianamente, per 20 giorni, 2 compresse da 500 mg al giorno di magnesio bisglicinato (sale minerale che rilassa i muscoli) e 2 capsule di estratto secco di boswellia da 300 mg (pianta antinfiammatoria).



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Articolo pubblicato sul n. 32 di Starbene in edicola dal 24/7/2018

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