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Peli pubici diradati: le nuove soluzioni

La riduzione della peluria è spesso causata dalla caduta degli estrogeni tipica della menopausa. Ecco come correre ai ripari

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Cifre ufficiali non ce ne sono. Ma il diradamento dei peli pubici in menopausa, che colpisce soprattutto il monte di Venere, è un problema sentito. Viene, infatti, vissuto dalla donna come un attacco alla femminilità e al sex-appeal, legato all’invecchiamento.

Fatto che provoca perdita di autostima e insicurezza nel mostrare la propria immagine senza veli. A che cosa è dovuto? «Al crollo degli estrogeni, che hanno un’azione stimolante sui follicoli piliferi (tant’è che in menopausa si riduce tutta la peluria), e alla riduzione degli androgeni, che incidono sulla crescita dei peli pubici e ascellari», spiega Ilaria Vasselli, ginecologa emedico estetico presso la Care Clinic di Roma.

«Ai fattori ormonali si associano i microtraumatismi subìti dai bulpi piliferi in seguito a cerette, laser, leggings attillati, bicicletta». Una causa meno frequente è l’insufficienza ipofisaria dovuta alla presenza di un adenoma (nodulo) sull’ipofisi, diagnosticabile attraverso gli esami del sangue (dosaggio degli ormoni tiroidei, dell’Acth e del cortisolo, che risultano bassi) e, più approfonditamente, con la risonanza magnetica dell’encefalo».


Le cure per infoltirli 

Oggi è possibile arrestare la caduta dei peli pubici in diversi modi. A uno stadio iniziale si possono utilizzare delle fiale a base di minoxidil al 2%, come quelle già pronte vendute in farmacia, o al 5% come le lozioni galeniche che possono essere fatte preparare dal farmacista dietro prescrizione medica.

«Frizionate tutti i giorni sul pube, le lozioni al minoxidil favoriscono l’ossigenazione e la vascolarizzazione del bulbo pilifero che, adeguatamente nutrito, funziona meglio. E si può apprezzare la comparsa, in poche settime, di una sottile peluria».


L’autotrapianto

Se il pube è glabro si può fare l’autotrapianto, prelevando capelli dalla nuca o peli dalle ascelle o dall’area pubica inferiore, a livello delle labbra, che in genere non sono interessate dal problema.

«In una mattina è possibile trapiantare 1000-1500 bulbi piliferi, prelevati a uno a uno e reinnestati con un ago speciale», prosegue la dottoressa Vasselli.

«Per 15 giorni si formano delle microcrosticine, poi i peli innestati cadono per lasciare affiorare quelli nuovi che ripopolano il monte di Venere nell’arco di 6 mesi». Il costo parte da circa 1500/2000 €.


C’è anche la colorazione correttiva

L’alternativa cheap all’autotrapianto è la micropigmentazione correttiva, che garantisce ottimi risultati estetici. «Dopo aver fatto un disegno, approvato dalla paziente, applica per mezz’ora una crema anestetica», spiega Erika Braidich, specializzata in micropigmentazione cutanea e paramedicale a Spoleto, Roma, Milano e Milano Marittima.

«Sulla punta di un apparecchio chiamato dermografo si applicano dei sottilissimi aghi monouso che rilasciano nel sottocute pigmenti certificati, anallergici al 100%. Così si disegnano perfettamente peli e sfumature, riuscendo a dare un effetto “pelo corto” tridimensionale e un riempimento di tutta l’area pubica». 

In genere, si fanno due sedute distanziate un mese l’una dall’altra (300 € l’una), e dopo 15-18 mesi si esegue un ritocco.




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Articolo pubblicato sul n. 50 di Starbene in edicola dal 28/11/2017

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