di Simona Acquistapace
Una dieta, per avere successo, deve essere una scelta: e Filippo, 2 anni fa, in seconda superiore, ha deciso che era stufo di essere in sovrappeso. Pesava 85 chili per 1,82 m di altezza e, nonostante la pratica agonistica del basket, non riusciva a calare di un etto: troppe bibite gassate, merendine, patatine.
Laura, la sua attentissima mamma, l’ha sostenuto nella sua decisione, accompagnandolo dalla dottoressa Carla Lertola, la dietologa di Starbene. E così Filippo è partito alla grande.
COME È ANDATA LA TUA DIETA?
«È stato un lavoro di squadra: io ci ho messo tanto impegno, la mamma, nonostante lavori molte ore fuori casa (fa la veterinaria), mi ha aiutato cucinando piatti appetitosi secondo il mio schema alimentare, il papà ha contribuito imparando anche lui a destreggiarsi con la bilancia digitale per rispettare le mie dosi.
Una medaglia se la merita pure la nonna: è una cuoca bravissima e, in vacanza con me al mare, mi preparava per la spiaggia delle baguette da leccarmi i baffi con roast beef, lattuga e avocado (concesso dalla dietologa, è meglio della maionese!).
La dottoressa Lertola, poi, oltre a chiarirmi tutti i dubbi, si è anche accorta che la mia schiena aveva dei problemi e mi ha indirizzato dall’ortopedico. Diagnosi: ipercifosi, da correggere con esercizi in palestra. Ho cominciato la dieta a febbraio, ad aprile avevo perso 5 kg e a luglio sono andato al mare con 10 chili in meno e la curva della schiena migliorata di 12°».
IL MOMENTO PIÚ DIFFICILE?
«Può sembrare strano, ma le vere difficoltà sono arrivate quando ormai avevo raggiunto il mio obiettivo di peso e non ero più paziente della dottoressa. Ho cominciato a mangiare meno di quanto proposto dalla Dieta Libera, mi sentivo subito sazio, mi sembrava di poter spostare ancora il limite. Sono arrivato a pesare 64 kg, ero troppo magro, mi si vedevano le costole.
La mamma non mi perdeva d’occhio e insieme abbiamo telefonato alla dietologa: quando ha sentito il mio peso, Carla mi ha fissato un appuntamento il giorno stesso. Non è stata tenera con me, ha parlato chiaro e mi ha rimesso in carreggiata, facendomi aumentare gradualmente le dosi fino a tornare a un’alimentazione corretta. Io ci ho messo del mio: ho spostato la sfida dalla tavola alla palestra, così i 6 kg che ho ripreso sono stati tutti di muscoli».
ORA COME TI SENTI?
«Bene, tutti mi fanno i complimenti. Ieri ho incrociato un insegnante che non vedevo da un po’: prima non mi ha riconosciuto, poi mi ha detto: “Come sei diventato bello!”. Quando faccio un nuovo incontro non temo più, come in passato, che pensi per prima cosa: “È grasso”.
Ho trovato un mio equilibrio, sono più sicuro di me, fiero del mio successo, senza eccedere nel perfezionismo. Con gli amici, che hanno sempre tifato per me, esco più spesso, vado anche in discoteca. Ne ha fatto un po’ le spese l’impegno scolastico: in questo campo, sono un po’ meno determinato che nella dieta!».
LA MIA GIORNATA TIPO
Ecco un esempio del menu giornaliero di Filippo
>a colazione
Una tazza grande di latte (200 ml) con cereali (40 g)
>a metà mattina
Una pesca e un'albicocca
>a pranzo
Una baguette (120 g) con carpaccio di spada (70 g) e rucola, più carote e finocchi da sgranocchiare in quantità
>a merenda
Una vaschetta di ciliegie
>a cena
Riso (120 g) all'orientale con bocconcini di pollo (150 g) marinati nella salsa di soia, il tutto saltato con zucchine, zenzero e semi di sesamo; un'abbondante insalata mista di stagione.
>giornalmente
6-7 cucchiaini di olio extravergine d’oliva per condire, verdure libere e in abbondante quantità.
SÌ ALL’AUTONOMIA “CONTROLLATA”
Un rapporto sano: così la dietologa Carla Lertola definisce la relazione tra mamma Laura e Filippo. «Lei è stata capace di indirizzare positivamente le scelte del figlio, lasciando però che fosse lui a maturarle, in autonomia.
Lo ha supportato nel mettersi a dieta e ha saputo dosare la propria ansia quando lui, raggiunto il successo, ha esagerato con l’autocontrollo, sentendosi onnipotente.
Filippo, che è un ragazzo di buon senso, è riuscito così a correggersi, indirizzando verso l’attività in palestra l’energia che spendeva per controllare il cibo.E anche qui la scelta è stata intelligente: l’istruttore si è dimostrato un professionista equilibrato, che ha insegnato a Filippo gli esercizi giusti per potenziare la muscolatura senza interferire con pericolose alternative iperproteiche alla dieta».
Articolo pubblicato sul n. 26 di Starbene in edicola dal 04/06/2016