Tracoma

Congiuntivite (infiammazione della congiuntiva) granulosa dovuta a un microrganismo patogeno, la Chlamydia trachomatis, che può portare a cecità. Il germe del tracoma, molto contagioso, è particolarmente diffuso in Africa, soprattutto nella parte settentrionale del continente, e in Asia. Ne soffrono più di 500 milioni di individui e rappresenta la prima causa di cecità nel mondo. […]



Congiuntivite (infiammazione della congiuntiva) granulosa dovuta a un microrganismo patogeno, la Chlamydia trachomatis, che può portare a cecità. Il germe del tracoma, molto contagioso, è particolarmente diffuso in Africa, soprattutto nella parte settentrionale del continente, e in Asia. Ne soffrono più di 500 milioni di individui e rappresenta la prima causa di cecità nel mondo.


Contaminazione

Il germe, tipico soltanto dell’uomo, si trasmette attraverso le mani sporche poste a contatto con il viso o le polveri trasportate dal vento. La mancanza di igiene aumenta il rischio di superinfezione. Il contagio all’interno di una stessa famiglia è frequente.


Sintomi e segni

All’inizio il tracoma si manifesta come congiuntivite follicolare (formata da sollevazioni traslucide), osservabile soprattutto sotto la palpebra superiore e caratterizzata da piccole lesioni che passano spesso inosservate. In seguito la congiuntivite diviene granulomatosa (costituita da rilievi più grandi e più vascolarizzati), il numero di follicoli aumenta e si forma una leggera opacità, simile a un velo, dalla periferia al centro della cornea. Nel giro di qualche mese le lesioni cicatrizzano, ma lasciano postumi che possono alterare la visione: presenza sulla cornea di un velo di natura vascolare detto panno e cicatrici a forma di stella sulla congiuntiva della palpebra superiore.


Diagnosi e complicanze

La diagnosi, basata sull’esame clinico, viene confermata da uno striscio della congiuntiva, che consiste nel raccogliere le secrezioni allo scopo di ricercarvi la presenza della Chlamydia. È completata, all’occorrenza, da un curettage congiuntivale, praticato in anestesia locale e volto a ricercare cellule con inclusioni caratteristiche (contenenti colonie di Chlamydia). Le complicanze delle forme gravi sono sostanzialmente opacità corneali, talvolta molto dense e responsabili di una diminuzione dell’acuità visiva che può evolvere verso la cecità, modificazioni delle palpebre quali ptosi (abbassamento permanente della palpebra superiore) o entropion (introversione del bordo della palpebra, spesso di quella inferiore), in genere associato a trichiasi (deviazione verso il bulbo oculare delle ciglia, che sfregano sulla cornea, provocandovi ulcerazioni). Si osserva anche una sclerosi dell’apparato lacrimale che impedisce il normale deflusso delle secrezioni.


Trattamento e prevenzione

In uno stadio poco evoluto della malattia, l’applicazione locale di colliri e pomate antibiotici efficaci contro il germe, per almeno 3 settimane, porta alla regressione dei sintomi. Per favorire la guarigione è necessario rispettare un’igiene rigorosa. Il trattamento dei postumi è essenzialmente chirurgico, in particolare per la ptosi, l’entropion e la trichiasi. I trapianti di cornea sono poco efficaci, in quanto gli innesti si opacizzano a loro volta. Una corretta igiene e il lavaggio frequente delle mani permette di evitare la contaminazione.