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Ptosi

  1. Discesa o posizione anormalmente bassa di un organo. Può essere di origine congenita, oppure risultare dal rilassamento dei muscoli e dei legamenti di sostegno dell’organo.
  2. Sinonimo di blefaroptosi: indica la discesa permanente, totale o parziale, della palpebra superiore, di origine congenita o acquisita.


Cause e sintomi

La ptosi è dovuta a una perdita di forza del muscolo elevatore della palpebra superiore o a un’anomalia della sua innervazione. Può apparire alla nascita, insorgere spontaneamente durante il normale processo di invecchiamento o essere conseguente a un trauma, a un’operazione chirurgica agli occhi (cataratta), a una malattia (sindrome di Claude Bernard-Horner, miastenia, paralisi del nervo oculomotore comune). L’entità della discesa della palpebra sull’occhio, può variare durante la giornata e accentuarsi con la stanchezza. Se notevole, può disturbare la vista limitando il campo visivo.


Diagnosi

La ptosi è visibile a occhio nudo, ma l’elettromiografia consente di valutare la capacità del muscolo elevatore. Per determinarne la causa vengono ricercati segni associati, come strabismo, dilatazione o restringimento della pupilla o enoftalmia (infossamento dell’occhio nell’orbita).

Trattamento

La ptosi congenita che ricopre parzialmente o totalmente la pupilla deve essere operata in tempi rapidi, per impedire lo sviluppo di un’ambliopia (diminuzione dell’acuità visiva): il bambino può infatti perdere progressivamente la vista per il mancato utilizzo dell’occhio. Se invece la ptosi non altera la vista è più opportuno rimandare l’intervento a quando il bambino ha compiuto 4 anni. Il chirurgo in genere procede all’accorciamento del muscolo elevatore della palpebra, operazione delicata, che può avvenire in più fasi. Anche la ptosi conseguente a un intervento sulla cataratta può essere riparata chirurgicamente, con risultati soddisfacenti. La ptosi dovuta al naturale invecchiamento dei tessuti va operata soltanto se disturba la vista. Negli altri casi, il trattamento è quello della malattia responsabile.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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