di Valentino Maimone
Ogni anno, dicono le statistiche, 5 milioni di italiani vengono punti da un’ape, una vespa o un calabrone. E chissà quanti altri finiscono vittime degli insetti, più o meno fastidiosi, tipici dell’estate.
La dottoressa Maria Beatrice Bilò, presidente dell’Associazione allergologi immunologi territoriali ospedalieri, ti spiega come affrontare le situazioni più frequenti.
API, VESPE E CALABRONI
come si riconoscono L’ape ha il corpo tozzo, nero con strisce giallastre, ricoperto di peluria. Può pungere solo una volta e poi muore, perché il suo pungiglione resta infilzato nella pelle. La vespa è più affusolata, stretta al centro, a strisce gialle e nere e può colpire più volte di seguito perché non lascia il suo pungiglione sotto la cute. Proprio come il calabrone, che però è molto più grosso e provoca un dolore più intenso.
cosa fare subito Se il pungiglione dell’ape è rimasto nella pelle, noterai un puntino nero che sporge al centro della parte colpita. Devi estrarlo, altrimenti il sacco velenifero che gli rimane attaccato continuerà a iniettare altro veleno. Ma non cercare di afferrarlo con le dita né di spremere la pelle per farlo uscire.
Usa un’unghia,una limetta o anche un bancomat per sollevarlo dal basso. Poi applica del ghiaccio o qualcosa di freddo (come una lattina gelata): il dolore si calmerà in 5-10 minuti. Per la vespa e il calabrone, invece, basta applicare del ghiaccio, ma se dopo 15 minuti il dolore non diminuisce e la parte rimane irritata, vai in farmacia: potresti aver bisogno di una pomata al cortisone.
reazioni allergiche Ben 8 persone su 100 punte da api, vespe o calabroni sviluppano una reazione allergica: se è lieve, la zona si arrossa e si gonfia per almeno 10 cm e resta irritata per più di 24 ore. Nel caso vai in farmacia: ti consiglieranno una pomata al cortisone e un antistaminico per bocca se il prurito è intenso, ma se i sintomi non si attenuano vai dal medico.
Quando la reazione è grave, invece, il corpo si ricopre in pochi minuti di pomfi, occhi e labbra si gonfiano, avverti vertigini, respiri a fatica e, nei casi più gravi ci sono vomito e diarrea, fino allo shock anafilattico: devi chiamare subito il 118.
Se sai di essere allergica avrai già con te i farmaci di emergenza (cortisone e autoiniettori di adrenalina), ma fatti portare comunque al pronto soccorso. Oggi si può sapere se si è allergici alle punture di api, vespe e calabroni con un Rast test: un normale prelievo di sangue prescritto da un allergologo.
TAFANI
come si riconoscono Simili a una mosca ma meno tozzi e più allungati, sono chiamati anche “mosca cavallina” perché molto frequenti nelle zone dove ci sono cavalli. La loro puntura è mediamente dolorosa.
cosa fare subito Il prurito e il piccolo arrossamento che compare attorno al punto colpito vanno via applicando semplicemente sulla parte un po’ di ghiaccio. Il tafano morde, non punge: dunque non c’è pungiglione.
reazioni allergiche sono rarissime, danno orticaria o difficoltà respiratoria, eccezionalmente shock anafilattico. In questi casi puoi solo andare al pronto soccorso o chiamare il 118. Anche l’allergia al tafano può essere individuata con un Rast test.
PAPPATACI
come si riconoscono Ricordano le zanzare, ma sono più piccoli, ricoperti di peluria e si individuano con difficoltà perché non fanno ronzii, non volano e si muovono a scatti. Pungono e succhiano il sangue di notte e preferiscono le parti del corpo prive di peli. La loro puntura provoca eritemi e papule che possono durare anche 4-5 giorni.
cosa fare subito Il prurito non è intenso e dura circa 5-10 minuti. Se non lo sopporti, inumidisci dell’allume di potassio (lo trovi in erboristeria) e passalo sulla parte irritata: in 1-2 minuti si calmerà tutto.
reazioni allergiche sono molto rare e comunque mai pericolose. Al massimo causano problemi alla pelle su una superficie ampia anche 10-15 cm. Nel caso, andare al pronto soccorso non serve: bastano un po’ di ghiaccio e 3-4 applicazioni con una pomata al cortisone.
SIMULIDI
come si riconoscono Simili a una mosca con le antenne, hanno il corpo scuro e allungato. Colpiscono nelle prime ore del mattino, nel tardo pomeriggio e si trovano vicino agli specchi d’acqua e nelle zone umide. Attaccano soprattutto le caviglie, con punture multiple che possono risalire fino al polpaccio e creare bolle che danno molto prurito.
cosa fare subito Nelle vescicole c’è un liquido: grattandoti rischi di romperle e diffondere un’infezione. Meglio usare ghiaccio e pomata al cortisone, per 2-3 giorni. Se invece non hai resistito al prurito e la parte si è irritata e arrossata, vai dal medico: potrebbe prescriverti una pomata antibiotica.
reazioni allergiche Sono poco frequenti e non danno pericoli seri ma soltanto bolle più grandi ed estese. In caso di una puntura singola, bastano ghiaccio e 3-4 applicazioni di pomata al cortisone. Se invece le punture sono numerose e la reazione interessa per esempio tutta la gamba, il medico potrebbe prescriverti un cortisonico per via orale (per 2-3 giorni).
L’APP ANTI ZANZARE
Contro questi fastidiosi insetti da oggi c’è l’app ZanzaMapp, che permette di avere sullo smartphone una mappatura dettagliata delle aree più infestate. Il tuo contributo, però, è fondamentale: sono proprio gli utenti a segnalare l’ora e il luogo dove le zanzare sono state avvistate.
Inoltre, è possibile comunicare le aree dove sono state eseguite o saranno condotte le operazioni di disinfestazione, l’orario dell’intervento e il prodotto scelto. Ideata dal ricercatore Cesare Bianchi, con la collaborazione dei dipartimenti di Fisica e di Sanità pubblica e malattie infettive dell’Università “La Sapienza” di Roma, è gratuita, funziona su Android, iOS, Windows Phone e anche sul pc, tramite zanzamapp.it
Articolo pubblicato sul n.23 di Starbene in edicola dal 23/05/2016