Tumori e trombosi: le novità dalla ricerca italiana

L’ematologia può diventare un’alleata preziosa nella lotta contro i tumori. Lo sa bene la scienziata Anna Falanga impegnata a studiare il legame tra cancro e trombosi, con lo scopo di identificare i marcatori che segnalino la presenza di entrambe le malattie. Un progetto unico in questo campo, possibile anche grazie al 5xmille di Airc



94760Sangue, coagulazione, trombi. All'apparenza i problemi di circolazione sembrano lontani anni luce dai tumori e dall'oncologia. Ma negli ultimi tempi, gli scienziati hanno capito che non è così. E che l'ematologia può trasformarsi in un'alleata preziosa nella più grande sfida del secolo, quella contro il cancro. Anna Falanga, direttore del dipartimento di Immunoematologia e medicina trasfusionale all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dedica le sue giornate a studiare proprio questo legame. «Le cellule tumorali rilasciano sostanze che favoriscono la coagulazione del sangue e, quindi, la formazione di trombi (coaguli del sangue che rischiano di ostruire il flusso sanguigno), tanto che i pazienti oncologici soffrono spesso anche di questa patologia», spiega la professoressa.


Alla ricerca del legame tra trombosi e cancro

Lo studio fa parte del Progetto 5xmille dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), finanziato dalle donazioni dei contribuenti. «Dal 2012 coordino un team di 30 colleghi con l'obiettivo di identificare alcuni marcatori della trombosi, ovvero quelle determinate sostanze che aumentano nel sangue quando c'è il disturbo, che segnalino anche lo sviluppo di una neoplasia. Ora siamo arrivati a una svolta molto importante. In questi anni abbiamo arruolato 10.000 persone, sia sane perché donatrici di sangue, sia colpite da forme tumorali. Le stiamo monitorando tutte periodicamente con visite, esami e prelievi per trovare questi indicatori, sostanze spie di entrambe le malattie».


Basterà un esame del sangue per rilevare un tumore

La scoperta ha grandi ricadute sulla quotidianità delle persone: «Una volta che avremo individuato questi marcatori, basterà poi un semplice esame del sangue per rilevarli», prosegue la dottoressa Falanga. «Pensate: un normale prelievo, velocissimo e indolore, che darà una diagnosi. E non ci fermiamo qui. Infatti, in parallelo stiamo studiando anche terapie più efficaci, personalizzate per ogni paziente colpite da entrambe le malattie».

«La sfida per combattere il cancro si vince proprio con diagnosi tempestive, alla portata di tutti, e cure davvero efficaci. Il nostro, poi, è un progetto unico nel suo campo e di grandi dimensioni, perché abbiamo dovuto istituire da zero una banca biologica con migliaia di campioni. Su questo fronte, la collaborazione di tutti è stata preziosa: i ricercatori assomigliano agli atleti della staffetta, che da soli percorrono soltanto un pezzo di strada e alla vittoria arrivano con il lavoro di squadra».


Il sogno di una ricercatrice tenace

Ma la fatica non spaventa questa scienziata di origini napoletane. «La ricerca è la mia vita, ho studiato medicina proprio per aiutare le persone e per trovare una via d'uscita per il loro dolore», racconta.

«Non nascondo che a volte sia frustrante, soprattutto quando la burocrazia e la mancanza di fondi ti frenano. Ma è emozionante vedere che gli altri credono in me e trovo fantastico il fermento che nasce da un'intuizione. Infatti, il sogno più grande mio riguarda proprio il lavoro: desidero che tutti i progetti a cui sto lavorando diventino realtà, che le teorie e i numeri si trasformino in test, cure, in aiuti concreti per i malati».


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