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I trattamenti prescritti dal medico termale

Le immersioni in piscina sono sicuramente la cura termale più piacevole. Ma ne esistono molte altre per contrastare con efficacia le singole patologie

Foto: iStock



Bagni-docce

Questa terapia termale, indicata per molte patologie come malattie della pelle, reumatiche e ginecologiche, prevede l’immersione in una vasca con acqua generalmente a 34-38 °C, fino a 20'. Il bagno può essere individuale oppure collettivo e, normalmente, viene praticato la mattina a digiuno, una volta al giorno.

Anche dopo i fanghi è prevista la vasca termale e al termine del bagno deve seguire la cosiddetta fase di “reazione”, cioè un rilassamento per circa 20’-30’. Fra le cure "acquatiche" trovi anche docce e vaporizzazioni, prescritte per pelli allergiche o particolarmente sensibili.


Inalazioni

Riniti allergiche, sordità rinogena ma anche bronchiti e faringotonsilliti croniche vengono curate con diverse tecniche inalatorie. Nelle stazioni termali si trovano apparecchiature che permettono di somministrare l'acqua “da respirare” in goccioline tanto fini da raggiungere ogni minuscolo anfratto dell'apparato respiratorio.

Ci sono apparecchi singoli per le inalazioni e gli aerosol, e ambienti comuni dove il benefico gas termale è presente sotto forma di nebbiolina. Altre particolari tecniche sono le insufflazioni endotimpaniche e gli humage

Le sedute durano 10-20'.


Grotte

L’Italia è costellata di spettacolari grotte naturali collegate a sorgenti di acque calde. Queste si distinguono in “umide” a 30-42 °C se nell’ambiente arriva il vapore, o “secche”, come vere e proprie saune (in questo caso si chiamano stufe), con temperature più alte.

L’antroterapia, o terapia in grotta, permette di sfruttare il particolare microclima termale puro e benefico per curare i disturbi respiratori, ma anche per riattivare il metabolismo nel sovrappeso attraverso la sudorazione. La permanenza nella grotta dura fino a un’ora, da effettuare una volta al giorno.


Idropinoterapia

Consiste nel bere acqua termale secondo tempi, modi e quantità ben precise, in base alla prescrizione del medico. In questi casi, infatti, l'acqua (a volte dal sapore cattivo ma ottima per l'organismo) è considerata alla stregua di un farmaco, da dosare in modo preciso per non avere effetti indesiderati.

La terapia idropinica è indicata nelle malattie dell’apparato gastrointestinale (coliti, disturbi epatici, dispepsia) e in quelle urinarie come cistiti e calcolosi renale. Si arriva a berne fino a 3 litri al giorno, a seconda del tipo di acqua e della cura, in dosi di 250 ml alla volta.


Fanghi

Non si tratta di semplice argilla impastata con acqua: di norma i fanghi provengono da depositi naturali come i laghetti termali, e acquisiscono le loro proprietà dopo una maturazione in vasche con un particolare procedimento che li arricchisce di microalghe e altre sostanze biologiche benefiche.

Il fango viene applicato a 47-50 °C per 15-30', spalmato in modo abbondante su tutto il corpo o solo su alcune parti. Dopodiché si resta a riposare per altri 15-30', ben coperti. Utili per riequilibrare gli ormoni, in caso di disturbi intimi si usano fanghi caldi “a calzoncino” nella zona addominale.


Irrigazioni

Il principale trattamento per le vaginiti croniche e altri disturbi ginecologici è l'irrigazione vaginale.

Si tratta di un metodo dolce, che utilizza circa 2 litri d'acqua termale a bassa pressione, alla temperatura di 37 °C, per detergere a fondo l'apparato genitale. Il processo dura 10-15' e non è affatto fastidioso. In determinati stabilimenti specializzati vengono impiegati anche gli aerosol vaginali.

In caso di stitichezza ostinata e altri disturbi dell’apparato gastrointestinale, invece, alcune strutture effettuano delle docce rettali con acqua termale.


LEGGI ANCHECurarsi con le terme: guida ai centri migliori per ogni malattia


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Articolo pubblicato nel n° 10 di Starbene in edicola dal 19 febbraio 2019

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