Il dolore è una dimensione con cui l’uomo ha a che fare tutta la vita e quindi è essenziale imparare a conviverci e non subirlo, cioè modularlo.
Un esempio in tal senso è venuto dal noto cantante Jovanotti. Nel 2023 ha avuto un grave incidente in bicicletta mentre era a Santo Domingo: a causa di un dosso è stato sbalzato di sella e questo gli ha provocato una frattura della clavicola e del femore in più punti. Jovanotti ha subito alcuni interventi chirurgici e un lungo periodo di riabilitazione.
Il dolore fisico con cui convive Jovanotti
Nel contesto del suo percorso di guarigione, Jovanotti ha spesso parlato di «convivere con il dolore» come di un compagno di viaggio. Riferendosi al dolore post-incidente, lo descrive come «fisso» ma familiare, con cui si allena quotidianamente e che lo sfida, ma che non lo ferma. Il dolore, quindi, non è più un ostacolo insormontabile, ma un elemento con cui ha imparato a venire a patti, senza subirlo ma affrontandolo con determinazione e positività. «Io gli sto addosso, mi alleno tutti i giorni, lui mi sfida, io non mollo. Insieme andremo lontano», ha detto il cantante facendo intendere che la sua non è rassegnazione ma una sfida costante.
Ma davvero si può convivere con il dolore? Prima delle terapie è essenziale il modo con cui si vive la sofferenza. Lo stato d’animo del malato come quello di chi gli sta vicino, arriva perfino a determinare in modo importante la riuscita o il fallimento di una terapia.
Convivere con il dolore: l'approccio ottimistico aiuta
«Gli studi hanno dimostrato che la percezione del dolore non è solo uno stimolo fisico esterno», spiega Gianluca Castelnuovo, psicologo, psicoterapeuta, professore ordinario presso la facoltà di Psicologia all’Università Cattolica di Milano.
«Io uso la metafora del cancello. Se soccombiamo al dolore, ci lasciamo travolgere è come se aprissimo il cancello lasciando arrivare la sofferenza al cervello. Se invece abbiamo un atteggiamento più costruttivo e positivo, il dolore in un certo senso si riduce. Ci sono tante tecniche come la mindfulness e la sperimentazione di sensazioni diverse che distraggono l’attenzione focalizzata sul dolore e aiutano a conviverci».
Castelnuovo fa l’esempio dei fachiri. «È un esempio estremo ma che fa capire bene come funziona il cervello umano in presenza del dolore. Non è che i fachiri non sentono la sofferenza camminando sui chiodi ma interpretano quella sensazione come il fatto di avere un sostegno, una base sicura, di avere i piedi per terra. L’approccio psicologico al dolore è sottovalutato, si tende ad agire a livello bio, per cui a fronte di una sofferenza si agisce solo con il farmaco dimenticando che il paziente va considerato nella sua totalità.
Con alcuni esperimenti abbiamo visto che è più facile essere vulnerabili se si ha un approccio pessimistico. Il catastrofismo tende a disattivare le protezioni naturali del nostro corpo. Fabrizio Benedetti, un fisiologo dell’Università di Torino, ha dimostrato che, se gli antidolorifici non sono percepiti come utili, il principio attivo viene depotenziato in modo importante».
Anche il partner ha una funziona importante nella terapia del dolore. Castelnuovo sottolinea che se il care giver è collaborativo e positivo, è più facile lavorare sulle patologie. Il dolore quindi non è solo fisicità. L’Università Cattolica, insieme alle Università di Verona e di Bologna, ha realizzato un progetto gratuito, il “Mobact”, di cui Castelnuovo è il responsabile, che è un intervento di auto-aiuto online guidato da un terapeuta per il dolore cronico.
Le terapie fisiche contro il dolore
Tra le terapie fisiche utili contro il dolore, prima fra tutte c'è la fisioterapia. Aiuta a migliorare la forza, la mobilità e la funzione fisica attraverso esercizi terapeutici, tecniche manuali e altre modalità fisiche.
Siccome poi il dolore condiziona la qualità della vita, del lavoro e del tempo libero, la “terapia occupazionale” si concentra sull'aiutare i pazienti nelle attività quotidiane, fornendo strategie e adattamenti per migliorare l’indipendenza.
La TENS (Stimolazione Elettrica Nervosa Transcutanea) è una tecnica non invasiva che utilizza impulsi elettrici a bassa tensione per alleviare il dolore.
La chiropratica, con aggiustamenti manuali, si occupa del trattamento e della prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici, in particolare quelli che colpiscono la colonna vertebrale mentre la massoterapia utilizza il massaggio per aiutare a desensibilizzare le aree dolorose, migliorare la circolazione e ripristinare la funzione e il movimento ottimali.
Sempre con l’utilizzo di tecniche manuali, l’osteopatia si basa sul principio che la struttura e la funzione del corpo sono interconnesse.
In farmacia specialisti del dolore
Alcune farmacie hanno specialisti nella gestione del dolore che possono aiutare a ottimizzare i regimi farmacologici, gestire gli effetti collaterali e fornire educazione sui farmaci.
Fondamentale, però, alla base di qualsiasi terapia, è l’educazione del paziente. Il malato deve essere informato sulle strategie di autogestione e sull'importanza di uno stile di vita sano.
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