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Tac e risonanza magnetica: che differenze ci sono?

Sono due esami che spesso vengono confusi. Ecco una piccola guida per capire meglio come funzionano. E affrontarli con serenità

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Tac (o Tc) e Rnm sono due acronimi ormai familiari a tutti: il primo indica la tomografia assiale computerizzata (oggi semplicemente tomografia computerizzata), il secondo la risonanza magnetica nucleare.

Molti di noi, però, non hanno ben chiare quali siano le differenze e le peculiarità dei due esami. Entrambi sono accertamenti che permettono di ottenere immagini precise dell’interno del corpo, e quindi rientrano nella cosiddetta diagnostica per immagini. Tutti e due sono test di secondo livello, cui si ricorre in genere dopo aver eseguito altri esami e su indicazione dello specialista. Vediamone ora le caratteristiche più nel dettaglio.


LA TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA

Come si esegue

Ti sdrai su un lettino che si sposta orizzontalmente all’interno di un anello che, a sua volta, ruota velocemente attorno a te. Sull’anello è fissato un dispositivo che emette un fascio di radiazioni.

«I raggi X, attraversando il corpo, si attenuano in modo diverso a seconda del tipo di tessuto che incontrano e quindi, quando fuoriescono dalla parte opposta e vengono captati dai rilevatori, forniscono informazioni differenti che un computer traduce in immagini», spiega Carmelo Privitera, medico specialista in radiodiagnostica e presidente della Società italiana di radiologia medica. L’esame si può svolgere anche dopo l’iniezione endovena di un mezzo di contrasto a base di iodio, che aiuta a migliorare la visibilità dei vasi sanguigni.

Oggi le Tc sono per lo più a spirale e volumetriche. «Mentre l’anello gira continuamente “a cavatappi”, il fascio di radiazioni attraversa il corpo da varie angolazioni che consentono di ottenere immagini tridimensionali molto precise in pochi secondi, anche di organi in movimento, come il cuore», precisa l’esperto.


Cosa è in grado di rilevare

Con la Tc si possono vedere dettagli al millimetro. Per questo è molto usata in campo oncologico, per scovare eventuali tumori, ma anche per “stadiarli”, cioè valutarne l’estensione, e, dopo la terapia, per verificarne il grado di eliminazione.

L’esame, inoltre, offre una valida alternativa ad alcuni accertamenti preziosi ma invasivi, come la coronarografia e la colonscopia: «La Tac delle coronarie (o coronaro-TC) e la colonscopia virtuale (o colografia-TC) sono due tra le indicazioni più innovative di questa metodica: con la prima otteniamo una mappa molto precisa dei vasi coronarici, valutandone lo spazio interno come lo stato delle pareti, senza inserire un catetere al loro interno. Con la seconda è possibile avere in tempi ridotti un’accurata immagine del colon anche in chi non tollera l’esame tradizionale», chiarisce l’esperto.


Quando è controindicata

«La tomografia computerizzata è un esame poco invasivo, ma irradia pur sempre una dose di radiazioni (anche se in quantità molto ridotte rispetto al passato). L’esame quindi non si fa alle donne in gravidanza, per proteggere il feto, e il suo ricorso va attentamente valutato nei bambini e nelle donne in età fertile», ricorda Privitera.

Servono inoltre alcune cautele per quanto riguarda l’uso dei mezzi di contrasto: per quanto raro, infatti, esiste il rischio di un’allergia che, se accertata, ne sconsiglia l’uso. Ma il vero ostacolo riguarda l’eliminazione di queste sostanze: «Poiché avviene attraverso i reni, occorre prima fare sempre una valutazione della loro efficienza: in caso di problemi renali il mezzo di contrasto non va usato, o va impiegato alle dosi minime», spiega l’esperto.


LA RISONANZA MAGNETICA

Come si esegue

Anche per fare una Rnm ti sdrai su un lettino che viene fatto scorrere dentro un lungo macchinario tubolare, dove si deve rimanere immobili per tutta la durata dell’esame (che però con le nuove apparecchiature si è notevolmente abbreviata).

«Il dispositivo è dotato di un magnete che modifica temporaneamente l’orientamento del campo magnetico di ogni singola cellula del nostro corpo, per poi farlo tornare allo stato iniziale. Proprio in questa “fase di ritorno”, ogni atomo rilascia un segnale che viene catturato dall’apparecchiatura. Tale segnale contiene informazioni che, elaborate da un computer, permettono di ottenere immagini degli organi e dei tessuti», spiega Privitera. Anche in questo caso può essere iniettato un mezzo di contrasto, a base di gadolinio, sempre per vedere alcuni tessuti.


Cosa è in grado di rilevare

«Le immagini che si ottengono sono simili a quelli della Tc. Pur essendo meno precise, sono capaci di dare informazioni sulla qualità dei tessuti», dice l’esperto.

Questo rende la risonanza indicata per la valutazione del sistema nervoso, la diagnosi di malattie neurologiche e dell’apparato muscolo scheletrico, per esaminare lesioni articolari, ai legamenti e ai tendini. In ambito ginecologico e pediatrico, inoltre, è un’alternativa alla Tc, data l’assenza di radiazioni.


Quando è controindicata

«L’esame non può essere effettuato dai portatori di pacemaker o altri dispositivi elettrici, perché il macchinario potrebbe alterarne il funzionamento, anche se le apparecchiature più moderne permettono di disattivarli momentaneamente senza rischi», dice Privitera. Anche la presenza di protesi o impianti in materiale ferroso rende sconsigliato l’esame, perché il magnete potrebbe determinarne uno spostamento, ma è pur vero che sempre più spesso oggi si usano materiali, come il titanio, che non espongono a tale rischio.

Alcuni pazienti possono avvertire ansia e panico, fino a una vera e proprio attacco di claustrofobia, una volta introdotti nel macchinario, e la reazione può essere tale da rendere impossibile l’esame. Per evitare questo problema esistono apparecchiature aperte interamente su un fianco, oltre a esserlo, come tutte le altre, dalla parte della testa e dei piedi.

«Le risonanze aperte, però, hanno un basso campo magnetico e quindi sono meno sofisticate dal punto di vista diagnostico: restano valide per l’apparato muscolo-scheletrico, meno per altri distretti», precisa il medico. «Per quanto riguarda gli effetti indesiderati esiste, anche nella risonanza, un rischio minimo di allergia ai mezzi di contrasto a base di gadolinio, da valutare per ogni paziente», avverte il nostro esperto.


GESTISCI L’ANSIA DA RMN

Eleonora Iacobelli, vicepresidente dell’Associazione europea disturbi da attacchi di panico (Eurodap), ci aiuta ad affrontare al meglio la risonanza:

↘Respira con la “pancia”

Tenendo le spalle rilassate, respira lentamente, aprendo la cassa toracica in modo che l’aria arrivi fino all’addome. Questa respirazione diaframmatica, da cominciare già prima dell’esame e continuare una volta stesi sul lettino, è utile in tutte le forme di ansia, perché aiuta a diminuire i livelli di adrenalina.

↘Concentrati sul respiro

Focalizzare l’attenzione sull’aria che entra dal naso, scende nella gola e arriva all’addome ti aiuta a “dimenticare” il senso di chiusura nel macchinario, favorendo il rilassamento.

↘Trova e fissa le “vie di fuga”

Sposta lo sguardo sulle parti aperte del macchinario, verso i piedi o sopra la testa (se è libera): così ti sembra di esercitare una forma di controllo, che ti aiuta a ridurre l’ansia.


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Articolo pubblicato sul n. 42 di Starbene in edicola dal 2/10/2018

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