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Sindrome della testa che esplode: cos’è e quali sono le cause

Dietro il nome curioso, si nasconde un particolare disturbo del sonno caratterizzato dalla percezione di una forte esplosione. Non si corre alcun pericolo, perché la condizione è innocua e benigna

Foto: iStock



Nei fumetti, l’onomatopea “bang” viene utilizzata per evocare un colpo di pistola, uno schianto o una forte esplosione. Immaginiamo di avvertire quel “bang” nella testa, poco prima di addormentarci oppure al risveglio: è quello che accade nella sindrome della testa che esplode, una parasonnia (cioè un disturbo del sonno) il cui sintomo principale è proprio la percezione di una sensazione esplosiva a livello cerebrale, che fa svegliare di soprassalto.

«Talvolta il suono si associa a un lampo luminoso, come se qualcuno accendesse un riflettore all’improvviso, e nel complesso genera una sensazione spiacevole e spesso terrificante», spiega il dottor Rolando Füstös, otorinolaringoiatra e foniatra a Bolzano. «In alcuni casi, questa parasonnia si manifesta solo una volta nella vita; in altri casi, invece, si ripete più spesso o addirittura diverse volte nel corso della stessa notte».


Cos’è la sindrome della testa che esplode

A tratteggiare per la prima volta questo peculiare disturbo del sonno è stato il medico e scrittore statunitense Silas Weir Mitchell, che nel 1876 descrisse due pazienti che raccontavano di udire “campane forti” o “colpi di pistola” capaci di svegliarli nel sonno. Nell’exploding head syndrome (o sindrome della testa che esplode), la percezione dei “bang” è di breve durata, spesso inferiore a un secondo, e non è associata a un reale scoppio a livello cerebrale. «Non si tratta di una condizione rara come si potrebbe ipotizzare», tiene a precisare il dottor Füstös. «In un recente studio, condotto su 211 studenti, è emerso che il 18 per cento ha sperimentato almeno una volta questa sindrome, che per fortuna è sempre benigna e non rappresenta un pericolo per la salute».


Quali sono le cause

C’è chi si rivolge all’otorinolaringoiatria, ipotizzando di avere un problema uditivo, e c’è chi consulta il neurologo, temendo qualche grave disturbo cerebrale. «In realtà, le teorie sulle cause della sindrome della testa che esplode sono diverse e nessuna al momento è conclusiva. Si ipotizza che questo curioso fenomeno sia più frequente nelle persone costrette a frequenti spostamenti che obbligano a ripetuti jet lag, nei soggetti stressati e in chi è sottoposto a forti tensioni emotive», evidenzia l’esperto. «Tutte queste condizioni, infatti, impediscono all’attività neurologica di affievolirsi rapidamente durante l’induzione del sonno. Normalmente, quando andiamo a dormire, il cervello si spegne a poco a poco: è come se in queste persone lo spegnimento di alcune aree tardasse, per cui in quella fase può capitare di avvertire suoni o visualizzare luci».


Quando preoccuparsi

È importante non confondere questa sindrome con altre condizioni otorinolaringoiatriche o neurologiche. «Un tipico esempio sono gli acufeni, ovvero rumori o ronzii che il paziente avverte nell’orecchio in assenza di una reale sorgente sonora. Anche questi si possono amplificare nelle persone più affaticate, ma la dinamica è del tutto diversa, perché la loro presenza “accompagna” chi ne soffre in maniera regolare e non si limita a particolari momenti della notte».

La sindrome della testa che esplode non va confusa neppure con una forma di epilessia notturna, di cui il paziente non ha ricordo al momento del risveglio, né con la cefalea ipnica, un particolare mal di testa che si manifesta solamente durante la notte. «Gli specialisti sono in grado di arrivare a una diagnosi differenziale già con un’accurata anamnesi, a cui eventualmente possono abbinare esami strumentali, come la risonanza magnetica o la poligrafia respiratoria notturna».


Come si tratta la sindrome della testa che esplode

Per questa sindrome non esiste un trattamento risolutivo. Non potendo evolvere in patologie o condizioni gravi, è importante mantenere la calma ed evitare di allarmarsi. «Piuttosto è bene agire sullo stress, allentandolo con tecniche di rilassamento, e curare l’igiene del sonno, in modo da assicurarsi un adeguato riposo notturno», raccomanda il dottor Füstös.

«Solo raramente, se il disturbo è persistente e invalidante, si può ricorrere ad antidepressivi e sedativi-ipnotici». Una curiosità: la sindrome della testa che esplode è spesso collegata alla paralisi del sonno, un altro disturbo che compare nell’addormentamento dove ci si sente perfettamente svegli e coscienti, ma assolutamente incapaci di muovere una qualunque parte del corpo. «Secondo alcuni studiosi, queste due situazioni potrebbero spiegare racconti di rapimenti alieni, demoni soprannaturali, fantasmi e altri episodi altrimenti incomprensibili, che le persone sono convinte di vivere in prima persona», conclude l’esperto.


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