Tumore alla prostata più pericoloso per chi fuma

È il tumore più frequente negli uomini italiani e, per i fumatori, un temibile killer



Grazie all’accuratezza diagnostica e alle terapie mirate, moltissimi non fumatori con tumore alla prostata sono vivi dopo 15 anni dalla diagnosi: ecco perché smettere di fumare è fondamentale. Tali vantaggi infatti non valgono per i fumatori, dal momento che questi ultimi, se si ammalano di tumore della prostata, hanno un rischio doppio di morire a causa del tumore stesso rispetto a chi non ha mai fumato.

È questo il principale risultato di uno studio condotto presso l’unità di epidemiologia e Biostatistica dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS CRO di Aviano: smettere di fumare è un aiuto per la salute, anche per gli uomini che questo tumore lo hanno già sviluppato.


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La probabilità di ammalarsi di carcinoma prostatico dipende sia da fattori immodificabili come la familiarità e, soprattutto, l’avanzare dell’età, sia da fattori di rischio modificabili, tra cui una dieta ricca di grassi saturi, l’obesità e un’eccessiva sedentarietà.

Sono numerosi gli studi che insistono su quest’ultimo aspetto ecco perché non è mai tardi sia per smettere di fumare che per dedicarsi regolarmente all’attività fisica.

Nello studio in questione, i ricercatori hanno seguito per 15 anni circa 800 uomini con tumore prostatico residenti in Friuli Venezia Giulia e Veneto, raccogliendo informazioni sullo stadio clinico della malattia e sullo stile di vita prima della diagnosi del tumore.

I ricercatori, grazie a questo studio, hanno appurato che il fumo peggiora la prognosi: l’esito è tanto più infausto quanti più anni è durata l’abitudine al fumo e quanto più numerose sono le sigarette fumate ogni giorno.

La mortalità associata con il carcinoma prostatico, cioè, è maggiore per i fumatori che fumano da svariati decenni, per quelli che non hanno mai smesso o che non sono mai riusciti neppure a diminuire il numero di sigarette fumate.

Per chi invece ha smesso di fumare, la prognosi diventa simile a quella degli uomini che non hanno mai fumato. Basti pensare che i pazienti non fumatori che scoprono di avere un tumore alla prostata prima dei 75 anni, hanno ancora molti anni di vita davanti e circa due terzi sopravvivono anche a distanza di 15 anni dalla diagnosi. Modificare stili di vita dannosi, quindi, è particolarmente importante per migliorare l’aspettativa di vita.

«Questo studio evidenzia come il fumo influisca negativamente sulla prognosi degli uomini affetti da tumore della prostata, a prescindere dallo stadio della malattia. Gli effetti negativi del fumo, inoltre, sono particolarmente evidenti sul rischio di morire a causa del tumore stesso e non solo per altre patologie già notoriamente associate al fumo» precisano Antonella Zucchetto, responsabile dello studio, e Jerry Polesel, statistici-epidemiologi del CRO di Aviano.

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