Reazione patologica scatenata dall’assunzione di determinati alimenti.
Deve essere distinta dall’intolleranza alimentare assoluta, che consiste invece nell’incapacità di ingerire qualunque alimento nel corso di alcuni stati patologici acuti (per esempio crisi di appendicite) ed è caratterizzata da nausea e vomito. Sotto l’espressione generica intolleranza alimentare viene compreso un certo numero di reazioni patologiche, tra le quali le intolleranze ad alcuni alimenti per deficit enzimatico dell’apparato digerente o i disturbi metabolici.
L’intolleranza al glutine, presente nel frumento, nella segale e nell’orzo, è responsabile del morbo celiaco, che si manifesta con dimagrimento e diarrea. Il trattamento, consistente in una dieta priva di glutine, è efficace.
L’intolleranza al lattosio è dovuta al deficit, congenito o acquisito, di un enzima specifico della mucosa intestinale, la lattasi, necessaria per l’idrolisi del lattosio, il principale glucide del latte. Questa intolleranza si manifesta con diarrea liquida e dolori addominali che fanno seguito all’ingestione di latte o prodotti contenenti lattosio.
Il trattamento si basa sull’eliminazione del lattosio dall’alimentazione.
Intolleranza ai disaccaridi Condizione caratterizzata dall’impossibilità di digerire uno o più disaccaridi, che successivamente all’ingestione di zuccheri si manifesta con edemi, dolori addominali, nausea, vomito e diarrea acida esplosiva. Il quadro è il risultato di una deficienza di disaccaridasi presente nella membrana dell’orletto a spazzola dei villi intestinali. Una deficienza di questo tipo può insorgere come un difetto enzimatico ereditario primitivo o essere un difetto acquisito secondario a un’altra malattia (kwashiorkor, morbo celiaco, giardiasi, sprue, infezioni intestinali acute, fibrosi cistica ecc.).
Intolleranza al lattosio Capacità inadeguata dell’intestino di idrolizzare il lattosio, cui consegue una sindrome caratterizzata da dolore addominale, crampi e diarrea acquosa, nella maggior parte dei casi insorgenti in un periodo compreso tra trenta minuti e poche ore dopo l’ingestione di latte o di prodotti caseari. Può essere un disordine genetico o una manifestazione associata ad altre patologie gastrointestinali. È nota anche come intolleranza al latte.
Intolleranza alla leucina Intolleranza nei confronti dell’aminoacido a catena ramificata leucina, una delle cause di ipoglicemia nella prima infanzia. L’ingestione di leucina determina una rapida caduta dei livelli di glicemia. È presente anche nella malattia delle urine a sciroppo d’acero, il cui controllo dietetico richiede la regolazione delle quantità dei tre aminoacidi a catena ramificata leucina, valina ed isoleucina.
Intolleranza ereditaria al fruttosio Rara malattia metabolica ereditaria dovuta all’assenza nel fegato dell’enzima 1-fosfato aldolasi. Questo deficit comporta l’interferenza con diversi aspetti del metabolismo dei carboidrati, compresa la glicogenolisi, con conseguente ipoglicemia di entità anche severa. Dopo l’introduzione di saccarosio o fruttosio nella dieta, il bambino affetto da intolleranza ereditaria al fruttosio manifesta una sintomatologia caratterizzata da vomito, sudorazione e convulsioni. Questi sintomi scompaiono successivamente alla somministrazione di glucosio.
I bambini di età maggiore e gli adulti possono presentare dolore epigastrico, edemi, diarrea ed epatomegalia. La sintomatologia viene scatenata acutamente dall’assunzione di frutta o di alimenti dolcificati con zucchero di canna (saccarosio), ma è reversibile e completamente prevenibile con l’esclusione del fruttosio dalla dieta.