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Cosa fare se hai piedi e caviglie gonfie

Questi disturbi sono la spia di un’insufficienza venosa o di un problema ai reni. Ecco le soluzioni più efficaci

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Il senso di pesantezza agli arti inferiori, soprattutto alla sera, può essere la spia di un’iniziale insufficienza venosa. Segnala, infatti, il difficoltoso ritorno del sangue dalla periferia al cuore: invece di essere spinto verso l’alto, ristagna nelle estremità causando edema.

Il segreto per tenere sempre su di giri la circolazione venosa? «Muoversi il più possibile, scegliendo un programma di attività fisica mirato», suggerisce la dottoressa Michela Galimberti, angiologa e chirurgo vascolare a Milano.

«L’ideale sono due ore di nuoto, di aquagym o hydrobike alla settimana. Oppure, venti minuti di camminata a passo svelto, dieci minuti di salti e saltelli con la corda, trenta minuti di bicicletta in piano o di ballo tre volte alla settimana.

Se si lavora a lungo in piedi, è consigliabile indossare collant a compressione graduata che esercitano una pressione sulle caviglie, aiutando a prevenire i rallentamenti del circolo venoso e linfatico».

Alla sera, prima di andare a dormire, è invece utile tenere le gambe “ in scarico”, sollevate su uno sgabello o una poltrona, dopo aver avvolto le estremità con un asciugamano bagnato di acqua fredda.

È importante tenere le ginocchia leggermente piegate, per evitare di mandare in tensione i grossi vasi che riportano il sangue al cuore.


Se compaiono reticoli bluastri

Serve qualche cura in più, invece, se le gambe presentano anche ciuffi di capillari blu o violacei (le cosiddette teleangectasie) o vere e proprie varici in rilievo. «In questo caso, come primo rimedio, si possono utilizzare integratori a base di escina, rusco, ippocastano,centella o meliloto: apportano bioflavonoidi che rendono più resistenti le pareti delle vene», prosegue la dottoressa Galimberti.

«Allo stesso tempo, è importante programmare un ecocolordoppler, l’esame diagnostico a ultrasuoni, simile a un’ecografia: serve a valutare se i reticoli affiorati sulla superficie delle cosce e dei polpacci rappresentano soltanto un problema estetico o sono legati a un’insufficienza valvolare. Ovvero a una cattiva “tenuta” delle valvole presenti lungo il decorso delle vene superficiali delle gambe (la piccola e la grande safena) o delle loro collaterali».

Le terapie? Per cancellare le teleangectasie si può ricorrere al laser mentre per varici e cordoncini bluastri si possono utilizzare le iniezioni clerosanti, senza dover ricorrere all’intervento endovascolare come si  faceva un tempo.

«Nel primo caso, capillari e venuzze vengono rapidamente cauterizzate grazie alla luce selettiva del laser, ambulatorialmente e senza dolore (ogni seduta costa circa 200 €)», puntualizza Michela Galimberti.

«Nel secondo caso, la tecnica più innovativa consiste nella scleromousse, che mira a chiudere i vasi malati e a eliminare le varici con una schiuma formata da una miscela di aria e soluzione sclerosante. Questa viene iniettata all’interno della vena e, grazie alla formazine di microbolle, riesce a cauterizzarla in tutta sicurezza.

Il trattamento è ambulatoriale, indolore e dura trenta minuti circa. Dopo, occorre indossare calze a compressione graduata per un mese e mezzo, inmodo da mantere i risultati ottenuti nel tempo».

In alcune Regioni, come il Lazio, il trattamento sclerosante è a carico del Servizio sanitario nazionale, in altre viene effettuato solo privatamente. I costi variano da 200 a 400 € a seduta, a seconda dell’ampiezza della zona da trattare». 


Se i reni non funzionano bene


«Piedi e caviglie gonfie non sono sempre la spia di un un’insufficienza venosa: se l’ecocolordoppler rivela che la circolazione è a posto, mai sottovalutare l’eventualità che i disturbi possano dipendere da un malfunzionamento dei glomeruli, le unità filtranti dei reni»,  mette in guardia il dottor Paolo Pizzinelli, internista.

«Una situazione frequente in chi ha la pressione arteriosa perennemente sopra i valori normali, non lo sa e perciò non si cura». La prima cosa, quindi, è misurare la pressione.

Se è alta, parlane con il medico: potrà accertare se i reni funzionano bene con un semplice esame delle urine. Se rilevano tracce di proteine, significa che si sta instaurando un’insufficienza renale».


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Articolo pubblicato sul n.51 di Starbene in edicola dal  05/12/2017

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