Perdite vaginali: cosa ci dice il colore, le cause, i trattamenti

Le perdite vaginali sono un evento piuttosto comune nelle donne, ma quando le caratteristiche si modificano oppure si associano a sintomi fastidiosi è necessario ricorrere al medico



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Entro certi limiti, le perdite vaginali sono un fenomeno del tutto fisiologico, che non deve destare preoccupazione. Nella maggior parte dei casi, sono secrezioni di muco vaginale, trasparente o biancastro – prive di odore e non accompagnate da altri sintomi – che vengono prodotte da alcune ghiandole presenti nel collo dell’utero.
Durante l’età fertile le perdite vaginali sono indice di buona salute: servono a lubrificare l’epitelio della vagina, fungono da barriera protettiva meccanica e chimica per possibili infezioni e rendono l’ambiente vaginale idoneo alla risalita degli spermatozoi durante il periodo ovulatorio.

«Le perdite vaginali sono più frequenti intorno a metà ciclo, nei giorni che precedono l’ovulazione, quando il muco appare più abbondante, filamentoso ed elastico, simile all’albume d’uovo», racconta la dottoressa Maria Francesca Simonetta, ginecologa del Centro Medico Diagnostico di Torino e responsabile dell’Unità autonoma di Ginecologia dell’Ospedale Koelliker di Torino.

Perdite vaginali, quando preoccuparsi

Ad accendere un campanello d’allarme deve essere la presenza di sintomi associati, come bruciore, prurito, irritazione, senso di peso o arrossamento locale, così come un cambiamento in termini di quantità e aspetto delle perdite rispetto alla precedente normalità.

«Anche in menopausa è bene non sottovalutare il problema, perché in genere quel periodo della vita femminile è caratterizzato dal problema opposto, cioè dalla secchezza vaginale. Dunque qualunque tipologia di perdita va sempre indagata per escludere la presenza di qualche patologia», spiega l’esperta.

Perdite vaginali: cosa indica il colore

A grandi linee, le perdite bianche (associate a fastidio e cattivo odore) possono indicare la presenza di infezioni batteriche, micotiche o virali, dalla Candida all’Herpes vaginale. Quelle bianco-grigiastre invece, caratterizzate da un odore simile a quello del pesce, possono segnalare la presenza di una vaginosi batterica, una delle infezioni intime più diffuse tra le donne in età fertile, mentre le perdite gialle e verdi potrebbero rappresentare la spia di due malattie sessualmente trasmissibili, ovvero la tricomoniasi e la gonorrea.

«Deve sempre essere lo specialista a formulare una diagnosi certa, eventualmente supportato da test specifici, come un tampone vaginale. Perché non sottovalutare il problema? Ci sono vaginiti e vaginosi che, se trascurate, possono risalire e coinvolgere le tube di Fallopio, mettendo addirittura a rischio la fertilità nel corso del tempo», tiene a precisare l’esperta.


Perdite vaginali: cosa evitare

«Di fronte a qualche perdita, è piuttosto comune ricorrere a prodotti di automedicazione, come creme o lavande vaginali. In realtà questi trattamenti andrebbero utilizzati solo nei casi di effettiva necessità e dopo un attento consulto medico, perché potrebbero peggiorare la sintomatologia oppure “silenziare” temporaneamente patologie da trattare diversamente», evidenzia la dottoressa Simonetta.

«Tra l’altro, questi prodotti possono alterare l’acidità e il delicato equilibrio della flora vaginale, rendendo più complicato ristabilirne lo stato di salute». Anche l’igiene intima va curata nel modo giusto, senza eccessi: una volta al giorno, con un detergente adeguato e non troppo aggressivo. «Un’altra buona abitudine è evitare l’abbigliamento troppo stretto, la biancheria intima sintetica, la depilazione totale e l’uso continuativo dei salvaslip, in modo da non “stressare” le zone intime e non creare uno stato di irritazione locale».

Come si trattano le perdite vaginali

I trattamenti variano in base alla causa che ha scatenato le perdite anomale. Per esempio, in caso di infezioni batteriche, potrà essere prescritto un trattamento antibiotico da applicare localmente oppure da assumere per bocca. Se viene rilevata un’infezione micotica, invece, serviranno farmaci antifungini, mentre in caso di irritazioni vaginali bisognerà individuare ed eliminare il problema che le scatena, talvolta usando alcuni accorgimenti generali (variazioni nell’alimentazione, correzione della stipsi e così via). «Solo lo specialista può consigliare la soluzione più opportuna», conclude la dottoressa Simonetta.


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