Occhio nero: che cos’è l’ematoma perioculare, cause, sintomi, rimedi

Nella maggior parte dei casi è una condizione innocua, destinata a risolversi spontaneamente. Tuttavia, esistono situazioni in cui rappresenta un segnale di allarme e richiede una valutazione urgente da parte dello specialista



307234

C’era una volta la bistecca sull’occhio. Cruda, rossa, meglio se fredda di frigorifero. Nessuno sapeva davvero perché funzionasse, ma nei film western, nei cartoni animati e tra i consigli della nonna sembrava il rimedio perfetto contro il famigerato “occhio nero”. In realtà l’ematoma perioculare – perché questo è il suo nome medico – non si cura con tagli di manzo e improvvisazione domestica.

«Avere un occhio pesto è uno dei motivi più frequenti di preoccupazione e imbarazzo davanti allo specchio», racconta il dottor Mario Quisisana, coordinatore del servizio di Oculistica del Centro Diagnostico Italiano di Milano, «ma rappresenta anche un segnale biologico preciso, un piccolo bollettino clinico che ci parla di traumi, fragilità capillare, terapie farmacologiche e, in alcuni casi, persino di patologie sistemiche più profonde». Insomma, non è solo un livido in bella vista: è un indicatore da ascoltare, decifrare e, soprattutto, trattare con consapevolezza.

Cos’è un ematoma perioculare

Tecnicamente l’ematoma perioculare è una raccolta di sangue che si forma nei tessuti molli circostanti l’occhio a seguito della rottura di piccoli vasi capillari. Il sangue si infiltra tra la sottile pelle della zona perioculare e i tessuti più profondi, creando quell’effetto cromatico così familiare: «Una colorazione violacea che, con il passare dei giorni, si trasforma in un caleidoscopio di tonalità insolite, passando dal blu intenso al verde scuro, fino al giallo pallido, segno della progressiva guarigione», descrive l’esperto.

Sul piano terminologico, però, la situazione si fa più complessa e spesso genera confusione. Il termine “perioculare” indica l’area immediatamente intorno al globo oculare, includendo quindi palpebre e pelle circostante. «Periorbitario, invece, ha un significato più ampio e si riferisce all’intera orbita ossea, ovvero la cavità che accoglie l’occhio con tutte le sue strutture», precisa il dottor Quisisana. «Sebbene questi termini vengano talvolta usati come sinonimi nel linguaggio comune, è più corretto parlare di ematoma perioculare quando il livido interessa principalmente la regione visibile attorno all’occhio, senza coinvolgere la cavità orbitale in senso più esteso».

Quali sono le cause dell'ematoma perioculare

La pelle che circonda gli occhi è una delle più sottili e delicate dell’intero corpo umano, scarsamente protetta da uno strato di grasso sottocutaneo e attraversata da una fitta rete di piccoli vasi sanguigni. «Questa combinazione la rende particolarmente vulnerabile ai traumi», ammette l’esperto. «Anche un urto lieve o una semplice pressione possono facilmente rompere i fragili capillari, causando la tipica fuoriuscita di sangue che dà origine all’ematoma». È per questo motivo che un piccolo incidente domestico, come sbattere contro uno spigolo o la maniglia di una porta, può tradursi in un segno molto più evidente rispetto a un trauma simile in altre zone del viso, dove la pelle è più spessa e protetta.

Tuttavia, non sempre la comparsa di un ematoma perioculare è riconducibile a un trauma evidente. Non di rado questo livido si presenta in modo apparentemente spontaneo, senza alcun evento traumatico riconoscibile. In queste situazioni, la causa va cercata altrove: molto spesso dietro a questi episodi ci sono terapie farmacologiche che influenzano la coagulazione del sangue, come anticoagulanti o antiaggreganti, che rendono i vasi sanguigni più fragili e rallentano la capacità del sangue di coagulare.

Inoltre, alcune malattie ematologiche, come i disturbi della coagulazione o patologie più complesse come le leucemie, possono predisporre a queste manifestazioni, anche in assenza di urti o cadute. «Perfino gesti apparentemente innocui, come strofinarsi gli occhi, possono diventare la scintilla che provoca la rottura dei capillari in un contesto clinico di fragilità vascolare o emorragica», ammette il dottor Quisisana.

Cosa fare subito e cosa è meglio evitare

Il primo istinto, spesso, è quello di toccare, premere, massaggiare. Ma se c’è una cosa da evitare, quando compare un ematoma attorno all’occhio, è proprio quella. «I gesti impulsivi rischiano di aggravare la situazione, favorendo la diffusione del sangue nei tessuti circostanti e rendendo il livido più esteso e persistente», avverte l’esperto.

Nel caso di un trauma recente, il primo e più efficace intervento è l’applicazione del freddo. Non servono strumenti sofisticati né costosi: va benissimo una borsa del ghiaccio, un impacco refrigerante o, come vuole la tradizione più casalinga, un sacchetto di piselli surgelati, avvolti in un panno morbido. Il freddo provoca una vasocostrizione immediata, riduce la fuoriuscita di sangue e limita l’espansione dell’ematoma. Per ottenere un effetto concreto, il metodo consigliato è quello delle applicazioni intermittenti: venti minuti ogni 2 ore, per le prime 8 ore dopo il trauma.

Tutto il resto appartiene più alla mitologia domestica che alla scienza. Bustine di tè, fette di cetriolo, cucchiai gelati o altre trovate fantasiose difficilmente apportano un reale beneficio. Qualcuna può dare una sensazione di sollievo temporanea, ma l’effetto è più placebo che terapeutico.

L’unico rimedio naturale che funziona è l’arnica montana, che ha conquistato un ruolo da protagonista tra i rimedi post-traumatici. Da secoli impiegata per lenire dolori muscolari e gonfiori, oggi viene proposta in gel, creme o unguenti anche per contrastare gli effetti degli ematomi più superficiali. «Le sue proprietà antinfiammatorie e decongestionanti sono supportate da alcune evidenze scientifiche e possono risultare utili nelle prime fasi di un ematoma, aiutando a contenere l’infiammazione e a stimolare il drenaggio linfatico», indica il dottor Quisisana.

Quando l’ematoma è interno

Non sempre il sangue si ferma sotto la pelle. In alcuni casi, può insinuarsi anche all’interno dell’occhio, più precisamente a livello della congiuntiva, quella sottilissima pellicola trasparente che ricopre la parte bianca dell’occhio (sclera) e l’interno delle palpebre. Il risultato è una chiazza rosso vivo, dall’aspetto spesso allarmante, ma che nella maggior parte dei casi è del tutto innocua. Nessun dolore, nessun calo della vista, solo un forte impatto estetico che può far pensare al peggio.

Per chi non ama aspettare, esistono rimedi efficaci che accelerano il processo di guarigione. Alcuni colliri specifici, formulati con lattoferrina, una proteina naturale in grado di legare il ferro presente nel sangue, agiscono proprio su questo accumulo. «Favoriscono lo smaltimento dei residui ematici e riducono l’infiammazione locale, abbreviando visibilmente i tempi di guarigione», racconta l’esperto. «Utilizzati più volte al giorno, sotto indicazione medica, possono trasformare un recupero lento in una questione di pochi giorni».

Quando preoccuparsi

Se nella maggior parte dei casi un ematoma perioculare fa più scena che danno, non sempre il suo decorso è così innocuo. «Se al dolore si aggiunge un’intensità crescente, se la vista si fa offuscata, se l’ematoma sembra estendersi oltre l’area palpebrale fino ad abbracciare zigomo e guancia oppure se i movimenti oculari diventano difficili o dolorosi, è il momento di consultare tempestivamente un medico», raccomanda il dottor Quisisana. «In alcuni casi, infatti, l’accumulo di sangue può provocare un aumento della pressione all’interno dell’occhio, con conseguenze serie, soprattutto se non affrontate in tempo».

C’è poi un altro tipo di allarme, più subdolo ma altrettanto importante: la comparsa ripetuta e immotivata di lividi intorno agli occhi. Quando un “occhio nero” spunta senza che vi sia stato un trauma oppure quando episodi simili si ripetono nel tempo, il corpo potrebbe star segnalando qualcosa di più profondo. Disturbi della coagulazione, fragilità capillare accentuata, patologie ematologiche o effetti collaterali di terapie farmacologiche meritano attenzione e approfondimenti specifici. «In questi casi, l’ematoma non è solo una macchia colorata sul viso, ma un messaggio. E, come ogni messaggio del corpo, vale la pena ascoltarlo», conclude l’esperto.


Fai la tua domanda ai nostri esperti


Leggi anche

La differenza tra livido ed ematoma e come curarli

Chirurgia oculare d'estate: sì o no?

Pressione oculare e glaucoma: come capire se qualcosa non va