di Ida Macchi
Un appuntamento immancabile, la cui scadenza è fissata per la maggioranza delle donne intorno ai 52 anni. Una svolta importante perché, complice la caduta degli estrogeni, per la salute femminile si apre un nuovo capitolo.
Per riuscire a goderti anche questa nuova fase della vita senza acciacchi e piena di energia è importante essere consapevole dei cambiamenti fisiologici e dei possibili disturbi che accompagnano il climaterio. Nelle prossime pagine potrai verificare le tue conoscenze in materia, e troverai tutti i consigli delle nostre esperte per tenere alla larga i problemi più comuni.
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1. La massa muscolare diminuisce, ma è solo un problema estetico
FALSO «Braccia “a vela” e inestetici cedimenti sono gli effetti più temuti, ma la perdita di massa riduce anche la forza e le performance muscolari», spiega Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele Resnati di Milano.
«Insospettabilmente queste variazioni, legate alla carenza di estrogeni e androgeni, influiscono a loro volta sulle funzioni cerebrali, come per esempio la memoria, che perdono smalto. Per evitare rischi, perciò, ok a una passeggiata quotidiana di un’ora, a 130-150 passi al minuto, meglio ancora se usando le racchette (nordic walking) così da stimolare il tono delle braccia.
Riuscire a mantenere un’andatura spedita, negli anni, è una polizza sulla salute: stando a una ricerca pubblicata sull’autorevole testata Jama, garantisce maggiore longevità. Ok anche a ballo, nuoto ed esercizi a corpo libero: facilitano la rigenerazione dei muscoli e sono un toccasana per abbattere tutti i rischi della menopausa.
2. Per proteggere le articolazioni c’è la terapia ormonale, però è rischiosa
FALSO «Tutte le donne conoscono il pericolo osteoporosi, ma poche sanno che con la fine della vita fertile l’incidenza dell’artrosi triplica e che nei primi 2 anni dopo la menopausa il 25% delle donne rimane vittima di una forma aggressiva che colpisce soprattutto mani e piedi ed è caratterizzata da un forte dolore, soprattutto al mattino al risveglio», dice Graziottin.
«Le articolazioni si infiammano e si deformano progressivamente in modo irreversibile. Per fermare questo processo è importante intervenire al più presto con le cure giuste. Quella ideale, se non ci sono controindicazioni (tumori alla mammella, all’utero o all’ovaio, flebiti, trombosi, epatiti acute in atto), è la terapia ormonale sostitutiva: blocca la malattia e i suoi danni sul nascere. Con minimi rischi: dopo 5 anni, uno 0,08% di aumento del tumore al seno e 0,1% per il tumore all’ovaio.
3. Le vampate sono un fastidio che si combatte efficacemente
VERO «Non vanno sottovalutate, anche perché possono protrarsi a lungo. Nel 70% dei casi sono più intense nei primi 2 anni di menopausa e poi si riducono, nel 20% dei casi durano altri 5 anni, mentre nei casi restanti rimangono una costante per tutta la vita», rivela l’esperta.
«Non solo: se sono molto severe e aggressive potrebbero anticipare alcuni problemi di salute. Per esempio, indicano un rischio più alto che la menopausa alteri i bioritmi di sonno, appetito e pressione arteriosa, aprendo la strada a insonnia, aumenti di peso e ipertensione maligna, una forma molto resistente alle terapie farmacologiche.
Le vampate sono anche un campanello d’allarme per un maggior rischio cardiovascolare e la fragilità di alcune aree del cervello che possono più facilmente dare il via ad ansia e depressione e, nel tempo, Alzheimer e Parkinson. La soluzione: mettere subito in atto buone norme di igiene (alimentazione povera di grassi e sale, attività fisica regolare, niente fumo e non più di un bicchiere di vino al giorno).
E poi valutare con il proprio ginecologo l’eventualità di effettuare la terapia ormonale sostitutiva. Le linee guida consigliano di seguirla per 10 anni, prolungandola se i sintomi della menopausa permangono».
4. Il diverso equilibrio ormonale può alterare il desiderio sessuale
VERO «Si riducono i feromoni, sostanze responsabili del “profumo di donna”», spiega Graziottin. «E con loro, spesso cala anche il desiderio, come capita al 48% delle donne in Europa. Dopo la menopausa, infatti, nell’organismo si riduce la produzione di due alleati del piacere femminile: il testosterone e il deidroepiandrosterone (o DHEA).
Gli antidoti per riaccendere la passione: riscoprire il piacere del corteggiamento con il partner, maggiore attenzione alla cura della propria immagine e, se necessario, un aiuto farmacologico. Rivolgiti al tuo ginecologo: può prescriverti una pomatina al testosterone che migliori le funzioni dell’apparto genitale (lubrificazione e irrorazione dei corpi cavernosi) e/o compresse a base di piccole quantità (10 o 25 mg) di DHEA, che danno manforte al benessere generale ma risvegliano anche l’interesse sessuale».
5. La secchezza vaginale è un problema cui nessuna sfugge
FALSO «Ne soffre il 50% delle donne, soprattutto le fumatrici, le molto magre, quelle che non hanno partorito per via naturale o che non hanno rapporti sessuali frequenti», dice Rosella Nappi, docente di ostetricia e ginecologia all’Università di Pavia.
I rimedi però non mancano: gel lubrificanti a base di acido ialuronico, colostro o vitamina E, ovuli, compresse e creme vaginali a base di estrogeni, sicuri anche per chi non può o non vuole assumere ormoni.
In farmacia è appena arrivata una nuova soluzione, ideale per la secchezza accompagnata da dolore nel rapporto. È una compressa che contiene ospemifene (un modulatore selettivo del recettore estrogenico): non è un vero ormone e agisce in modo selettivo solo sulla mucosa vaginale, ripristinandone le caratteristiche “giovanili”. Le dosi: bisogna assumere una pastiglia al giorno.
6. Si tende a ingrassare soprattutto sul girovita
VERO «Il fenomeno è legato al meccanismo con cui l’organismo combatte la caduta degli estrogeni: produce più androgeni che cerca di convertire in ormoni femminili, per supplirne la carenza», spiega ancora Rossella Nappi. «Il risultato è una conformazione a mela, più simile a quella maschile. Con tutti i pericoli che ne derivano, perché il grasso addominale aumenta il rischio cardiovascolare.
Per evitare i temuti rotolini, la dieta in menopausa va ritoccata: circa 250 calorie in meno rispetto al passato, almeno 3 porzioni di verdure al giorno, sì a pane e pasta integrali, no a dessert, bibite zuccherate e snack salati. Utile il ricorso a integratori (a base di inositoli, acido lipoico, polifenoli del cacao) che regolarizzino il metabolismo degli zuccheri, evitando che il grasso si accumuli, appunto, su pancia e giro vita.
7. Le perdite di sangue non vanno trascurate
VERO «Durante la fase post-menopausale, cioè quando il ciclo mestruale è assente da un periodo superiore a 1 anno, non è normale avere perdite di sangue, anche se si tratta di un leggero spotting», avverte Rossella Nappi.
«Se succede, è bene fissare una visita ginecologica: il sangue può essere un segnale innocente, magari legato a un rapporto sessuale che, complice un’importante secchezza vaginale, risulta più traumatico, oppure a un “ritorno di fiamma” del ciclo.
Le perdite possono però essere anche la spia di problemi di salute dell’apparato genitale (polipi, una piaghetta al collo dell’utero, un tumore dell’endometrio): conviene indagare con successivi accertamenti (pap test ed ecografia transvaginale, per esempio) che saranno prescritti dallo specialista.
8 . La cistite ricorrente è un disturbo che si può prevenire
VERO «Senza gli ormoni femminili, in menopausa le vie urinarie diventano più fragili, l’acidità vaginale si modifica e nella flora della zona genito-urinaria diminuisce la quota dei lactobacilli di Doderlain, sentinelle contro germi come l’Escherichia Coli», dice la professoressa Nappi.
«Ma per evitare di rimanere vittima di cistiti ricorrenti e di dover affrontare cure cicliche a base di antibiotici si possono utilizzare, a scopo preventivo, gli estratti di mirtillo rosso, che hanno un’attività antibatterica naturale.
Le dosi: 100 milligrammi di estratto secco o 50 ml di succo concentrato ogni giorno, per cicli di un mese. È consigliabile associarli a terapie estrogeniche locali (creme o ovuli), capaci di ripristinare lo scudo protettivo e il naturale ambiente della vagina: i farmaci sono da assumere in cicli di almeno 3 mesi.