Vale la pena andare da un dentista low cost?

Se pratica prezzi molto bassi è probabile che risparmi sulla qualità materiali con il rischio di allergie



di Cinzia Testa

L’allarme arriva dall’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica (Aiop.com): sempre più italiani puntano al risparmio. Ma non si parla solo di “turismo dentale” verso l’est: oggi ci sono anche studi dentistici sotto casa che offrono prestazioni a prezzi molto bassi. «Il rischio di finire in mani sbagliate è alto», spiega Fabio Carboncini, presidente Aiop. Ma come si fa a capire se siamo da un dentista serio? Ecco le risposte degli esperti.


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Prezzo basso uguale cattiva qualità?
Il sospetto deve venire. Un’inchiesta di Altroconsumo ha confrontato i prezzi di 145 studi dentistici in 6 città italiane: la corona per un molare costa in media 708 €, un ponte di 3 denti 2082 €, un impianto 1194. Quindi, attenzione se il lavoro prospettato ha un prezzo dimezzato rispetto alla media. Per offrire tariffe allettanti, infatti, ci sono studi odontoiatrici che acquistano protesi fuori dalla UE, dove il risparmio è alto, ma a scapito della qualità dei materiali impiegati, spesso scadenti, e dei controlli, spesso insufficienti.

Un costo alto invece è una garanzia?
Non è detto. Le tariffe dipendono dal curriculum dell’odontoiatra, il tipo di studio e della città (per Altroconsumo Bologna e Milano sono le più care, Napoli e Roma le più economiche, Bari in mezzo).

Se il materiale è scadente cosa rischi?
Il pericolo, alto, è soprattutto quello di incorrere in allergie, con gonfiori alle mucose gengivali, arrossamenti, prurito
. Noi di Aiop abbiamo acquistato una protesi all’estero, pagandola pochissimo, e l’abbiamo fatta analizzare. Conteneva più del 70% di nichel, un metallo altamente allergizzante. Come difendersi? Oltre a diffidare dei “prezzi stracciati” leggi qui di seguito.

Il passaporto dei denti
I materiali che compongono la “tua” protesi devono essere sicuri. Quindi, quando finisci una cura, chiedi che ti venga consegnata una copia della dichiarazione di conformità, che il fabbricante deve rilasciare per legge. Rappresenta il “passaporto” che garantisce la tracciabilità dei materiali usati per la costruzione della protesi, messa a punto sulla base delle indicazioni dell’odontoiatra. Ci trovi elencati i materiali che sono stati usati, cioè se metallici oppure non metallici, e il dettaglio dei vari tipi, come ceramica, zirconia, resina. Infine, la dichiarazione deve riportare i tuoi dati (nome e cognome o una sigla identificativa per privacy ma collegata a te), e gli estremi sia del dentista sia del suo studio.

Articolo pubblicato sul n.29 di Starbene in edicola dal 07/07/2015

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