Ipertensione: i sintomi, come combatterla, le novità

L’ipertensione va combattuta subito. Perché espone a ictus e infarto e “aiuta” il colesterolo a chiudere le arterie. L’esperto ci parla delle novità



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Immaginate di posteggiare la vostra auto e di lasciare il motore sempre acceso, anche quando non la usate, a un minimo di giri più alto del normale. Risultato: la meccanica, nel tempo, si usurerà almeno il doppio. La pressione alta è così: il cuore rimane su di giri anche quando dovrebbe riposarsi (spegnersi meglio di no). E se i “giri” del muscolo cardiaco rimangono alti, a un certo punto solo il meccanico potrà abbassarli.

«Sono ben 17 milioni gli italiani con ipertensione oggi e, una volta ipertesi, lo si rimane per tutta la vita», spiega il professor Alberto Margonato, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia Clinica all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Professore ordinario di Cardiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele.

«In questi casi è obbligatorio curarsi sempre, a meno che non arrivi il vaccino di cui si parla ultimamente. Intanto però, se non interveniamo, la pressione alta fa danni (la malattia fa più vittime dei tumori), e renderà persino più facile l’aggressione alla circolazione del LDL, il colesterolo cattivo».

Vaccino, farmaci, grassi nel sangue e nuove linee guida: su questo e altro abbiamo fatto le nostre domande all’esperto.


Professore, ma allora di ipertensione non si guarisce?

Per ora no, ma la si controlla benissimo con una serie di farmaci che sono supertestati e dei quali conosciamo ormai tutto: efficacia, limiti ed effetti collaterali possibili. L’importante è agire il più presto possibile, tenere controllata la situazione senza diventare ipocondriaci (inutile provare la pressione ogni giorno, crea solo stress che, notoriamente, la alza) e seguire una terapia sartoriale, cioè su misura per ogni paziente, tenendo conto del suo stile di vita e dei punti deboli, dall’alimentazione alla sedentarietà e al fumo.


Ci sono delle novità?

La più importante è che pur rimanendo i valori soglia per la diagnosi gli stessi, si può iniziare indifferentemente la terapia con tutte le classi di farmaci disponibili, preferibilmente iniziando da subito con una combinazione di due farmaci ma a dosi più basse. I medicinali usati oggi fanno parte di cinque classi terapeutiche, combinabili fra di loro. Le nuove linee guida raccomandano di iniziare la cura abbinando due tipi di molecole.

Gli Ace inibitori e i sartani sono molto efficaci e sono quelli che hanno rivoluzionato la terapia e permesso di curare la malattia anche solo con una pastiglia al giorno (ci sono quelle che abbinano due o tre molecole), con grande vantaggio per l’aderenza alla terapia soprattutto per i pazienti più anziani, svantaggiati da un eccessivo numero di pillole da prendere, oltretutto, in orari diversi della giornata, mentre ora la cura è una sola, al mattino dopo colazione.


E il vaccino per l’ipertensione?

È in fase di studio e la prima ricerca è stata pubblicata su Hypertension, giornale dell’American Heart Association: promette di ridurre la pressione sanguigna fino a sei mesi con una sola iniezione, ed è stato sperimentato su un centinaio di persone. Ma è presto per tirare le somme. A mio avviso ci vorranno almeno due-tre anni di sperimentazioni per capire se sarà una nuova opzione terapeutica valida e sicura, soprattutto per quei pazienti che non rispondono alle cure classiche.


Perché, ci sono pazienti che non rispondono alle cure?

Purtroppo sì, ma sono una minoranza. In questi casi si vanno a cercare cause “distanti” dal cuore, come un problema renale e si deve curare innanzitutto quello. Gli altri farmaci a nostra disposizione sono tali e tanti che basta trovare la combinazione giusta alle dosi giuste per controllare al meglio la pressione, e non ci vuole molto tempo di solito.


Ma l’ipertensione dà dei sintomi?

In generale no, soprattutto se si attesta sui minimi pressori (140-90 mmHg) che ne definiscono la soglia e comunque non sono accettabili. Solo quando ci sono dei picchi possono comparire giramenti di testa, mal di testa, ronzii, stanchezza. Ma il fatto che gli ipertesi non abbiamo spesso segnali fastidiosi e immediati (una persona con 155 di massima e 100 di minima si sente in genere bene) è una trappola che da una parte li tiene lontani dalla necessaria visita cardiologica, dall’altra, se hanno già la diagnosi, li induce non raramente a fare pasticci pericolosi con la terapia.


Quali “pasticci” si fanno con le cure?

Si smettono perché “ci si sente bene”. O si diminuiscono le dosi o le pastiglie per evitare di “intossicarsi” o per eludere una ipotetica assuefazione (se comincio con le pillole non torno più indietro) o gli effetti collaterali. Così però perdiamo il controllo della malattia rischiando ictus e infarto, soprattutto nel periodo dei grandi freddi e caldi (stagioni che andrebbero precedute da un controllo) e quando ci si mette a fare uno sport inadeguato, magari dopo un lungo periodo di sedentarietà.

In realtà l’assuefazione a questo tipo di farmaci non esiste, mentre gli effetti collaterali sono noti (di solito si tratta di una tosse stizzosa che non passa o di gonfiore alle caviglie) e gestibili cambiando terapia o anche solo tipo di molecola: come abbiamo visto, abbiamo un’ampia scelta di farmaci e combinazioni a nostra disposizione. Ma mai sospendere la terapia!


E poi c’è il problema colesterolo…

Esatto: l’ipertensione, protratta nel tempo e non curata, danneggia le arterie e i vasi sanguigni. All’interno di essi si formano delle lesioni dove l’LDL ossidato, il colesterolo cattivo, infiamma la parte e così vi aderisce più facilmente, formando la placca aterosclerotica e creando un danno endoteliale, la struttura che protegge le arterie. È come quando abbiamo mal di gola; l’infiammazione delle prime vie aeree apre la strada all’ingresso di virus e batteri.

Le vie del sangue, così, si restringeranno progressivamente e il cuore dovrà faticare di più per pompare il sangue o, peggio, con una occlusione si creerà un pericoloso trombo, una vera minaccia per il muscolo cardiaco, ma anche per il cervello. Soprattutto nelle donne, si può avvertire, in questi casi, un mal di gambe, perché il colesterolo ha colpito anche gli arti inferiori.


Cambiando stile di vita si può uscire dall’ipertensione?

In genere no, anche se i valori pressori possono migliorare notevolmente se una persona dimagrisce, fa attività fisica, si alimenta correttamente e smette di fumare. Però esiste una ipertensione genetica molto diffusa (mamma e papà avevano la pressione alta?) che colpisce anche persone giovani, in linea e in forma. Mentre negli obesi fumatori si è visto che se perdono molti chili, stanno a dieta e smettono di fumare in alcuni casi rientrano quasi nei valori pressori normali: in questi pazienti la terapia può essere sospesa ma tenendola sempre controllata dal medico.


Come sventare i rischi maggiori?

Fare subito un controllo dal cardiologo e misurare la pressione una volta al mese, anche dal farmacista, salvo diversa prescrizione, e ripetere il check prima dei grandi freddi o caldi. Inoltre, per verificare se il nostro cuore regge bene lo sport che abbiamo scelto, una volta calibrata la terapia, è bene fare un elettrocardiogramma sotto sforzo senza sospendere l’assunzione del farmaco.


Ipertensione, le cose da fare

Aerobica moderata. Due ore e mezzo alla settimana divise in mezz’ore sono sufficienti. Va bene camminare, nuotare, andare in bici e anche ballare. Basta che sia un’attività moderata.

Esercizi per la flessiblità e l'equilibrio. Il cardiologo raccomanda attività come lo stretching o il Tai Chi, che è anche antistress.

Mantenere il normopeso. Non occorre mettersi a dieta (a meno che non si sia in sovrappeso): basta tenere sott’occhio la bilancia e non mangiare troppi zuccheri e grassi.

Andare in palestra. La raccomandazione è di utilizzare solo pesi leggeri e fare tante ripetizioni. L’obiettivo è rinforzare i muscoli e migliorare il metabolismo. Almeno due allenamenti alla settimana.


Ipertensione, le cose da non fare

Sforzi eccessivi. Gli allenamenti troppo intensi e il sollevamento di pesi eccessivi possono far schizzare la pressione verso l’alto. Ciò vale soprattutto se non è sotto controllo.

Misurarsi troppo. A parte nella fase iniziale della terapia, quando si richiedono tre misurazioni (mattina, pomeriggio e sera) per calibrare i farmaci, poi basta un controllo alla settimana, segnando i valori da comunicare al medico. Altrimenti diventa una mania e lo stress, si sa, alza la pressione.

Saltare il riscaldamento. È un errore clamoroso che fanno in tanti, ma più riscaldamento (prima dello sport) e defaticamento (dopo) sono prolungati meglio è.

Attività fisica al caldo e al freddo. Il caldo alza la pressione, ma il freddo eccessivo stringe le arterie. La sauna è sconsigliata agli ipertesi così come, in generale, l’esposizione prolungata a temperature troppo alte o basse. Questo non significa per esempio rinunciare allo sci o al sole, basta fare delle pause e percorsi non troppo lunghi, che prevedano tappe di ristoro.


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