Pressione sanguigna, i rischi dell’ipertensione notturna

L’aumento della pressione arteriosa notturna può verificarsi anche in soggetti che durante il giorno presentano livelli che rientrano nei parametri standard. Uno studio giapponese conferma l’ipertensione durante il sonno come fattore di rischio cardiovascolare



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Durante il sonno la pressione arteriosa non dorme. Mentre tutto il corpo si rilassa, numerose funzioni fisiologiche continuano, anche a ritmo elevato. La circolazione è una di queste e in alcune persone possono verificarsi picchi di pressione sanguigna. Costoro sono più esposte a rischi di malattie cardiovascolari e a insufficienza cardiaca. È quanto è emerso da uno studio condotto in Giappone da un team di ricercatori coordinato da Kazuomi Kario della Jichi Medical University di Tochigi, che ha esaminato il fenomeno dell’ipertensione notturna. Contrariamente a quanto si è portati a credere, l’aumento della pressione arteriosa notturna non colpisce solo chi già normalmente ne soffre, ma può verificarsi anche in soggetti che durante il giorno presentano livelli che rientrano nei parametri standard.


Come si è svolto lo studio

Gli studiosi giapponesi hanno monitorato oltre 6mila pazienti, nell’arco di 24 ore, tramite apparecchi indossati, ed è emerso che la posizione supina tende a favorire il rischio durante il sonno perché aumenta il ritorno venoso. «L'innalzamento della pressione sistolica notturna agisce notevolmente su quella della parete cardiaca, aumentando sia il pre-carico che il post-carico», ha sottolineato il ricercatore Kazuomi Kario.

La caratteristica del campione esaminato è che nessuna delle persone monitorate presentava sintomi di malattie cardiovascolari pregresse, ma solo un fattore di rischio, e la maggior parte stava assumendo farmaci per controllare la pressione sanguigna. Nonostante non ci fossero patologie conclamate, dopo un follow-up durato in media dai 2 ai 7 anni, sono stati registrati 306 eventi cardiovascolari, di cui 119 ictus, 99 episodi di malattia coronarica e 88 casi di insufficienza cardiaca. Coloro che hanno registrato un aumento di 20 mmHg di pressione sistolica durante la notte rispetto alla misurazione diurna, hanno manifestato queste problematiche.

Ma anche la pressione troppo bassa può essere un problema. I partecipanti allo studio che assumevano farmaci per tenere sotto controllo la pressione sanguigna e di notte tendevano a essere soggetti a un abbassamento eccessivo dei valori, hanno registrato un aumento del rischio di ictus.


Come evitare l'ipertensione notturna

Cosa fare per evitare questo fenomeno durante il sonno? Il consiglio dei medici è di assumere i farmaci per la pressione sanguigna la sera, prima di coricarsi, in modo da tenere i valori maggiormente sotto controllo nelle ore di riposo e ridurre i rischi di mortalità o di episodi gravi.
Incidono anche le cattive abitudini come bere eccessive quantità di caffè o alcol nel corso della giornata, il riposino al pomeriggio, coricarsi a orari sempre diversi (la regolarità è fondamentale), consumare zuccheri in gran quantità e fare esercizio fisico troppo tardi la sera. Perfino l’uso di computer, tablet e smartphone fino a prima di addormentarsi, con l’esposizione prolungata alla luce blu, disturba la qualità del sonno.

La ricerca ha spiegato che l’aumento della pressione è causato dal processo di espulsione di sodio in eccesso da parte dei reni, in particolare nelle persone con elevata sensibilità all'assunzione di sale. Quando questo processo non si esaurisce durante il giorno e il sale resta in circolo, la pressione tende ad aumentare anche nelle ore notturne. 

L’ipertensione notturna è molto subdola in quanto sfugge agli esami di routine che si svolgono di giorno. Lo studio giapponese suggerisce un controllo anche durante il sonno nelle persone a rischio. «È proprio quando il paziente dorme che si verifica la miglior condizione per monitorarlo perché il momento di riposo è lo specchio del funzionamento corporeo generico».

21 novembre 2023


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