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Impianti dentali: 14 cose che devi sapere

È un intervento molto diffuso, ma ancora circondato da timori e perplessità. Un esperto risponde alle domande più frequenti

credits: iStock




Una carie trascurata, una frattura, una malattia delle gengive come la parodontosi e... uno o più denti possono indebolirsi e arrivare a cadere. La soluzione più frequente oggi è l’impianto: secondo gli ultimi dati della Società italiana di implantologia osteointegrata, ogni anno in Italia se ne fanno circa un milione, un dato che pone il nostro Paese ai primissimi posti al mondo nel ricorso alla metodica.

Eppure, attorno a questa tecnica così diffusa (si calcola che circa due dentisti su tre la effettuino abitualmente) circolano ancora timori e perplessità, per fortuna quasi sempre ingiustificate.

Per fugare ogni dubbio, abbiamo chiesto al professor Gianfranco Aiello, odontoiatra e presidente dell’Accademia di estetica dentale, di rispondere a tutte le domande più diffuse e cruciali sull’argomento.


1. Come si procede in caso di carie o di problemi alle gengive?

«Nel caso della carie, l’impianto potrà ess ere montato soltanto dopo aver eliminato ogni traccia di infezione. Se invece si sono persi uno o più denti per colpa di una parodontosi, la conseguenza più grave delle malattie gengivali , una volta inserito l’impianto si dovrà rimuovere scrupolosamente la placca, oltre che con dentifricio e spazzolino, usando il filo interdentale due volte al giorno».


2. E se si soffre di ospteoporosi?

«Si può fare se non si sta seguendo una terapiaa base di bifosfonati. Questi farmaci, infatti, hanno l’effetto collaterale di rendere molto più fragile e sensibile l’osso mandibolare: bucandolo per l’impianto, dunque, c’è un alto rischio che si formi una necrosi, cioè che l’osso muoia, contagiando i tessuti tutto intorno. Meglio avvertire sempre prima il dentista: valuterà lui cosa fare». 


3. Il fumo può danneggiare un impianto dentale?

«La nicotina provoca un problema di irrorazione sanguigna nei tessuti della zona dove si interviene,complicando il lavoro del dentista e accorciando la durata dell’impianto nel tempo. Chi fuma, dovrebbe almeno ridurre drasticamente le sigarette (non più di 5-6 al giorno). No anche a quelle elettroniche se contengono nicotina, seppur in minima quantità».


4. Si può inserire se le ossa della bocca sono sottili?

«Se non è sufficiente lo spessore dell’osso mandibolare, cioè quello dell’arcata inferiore, è meglio rinunciare: le tecniche per aumentarlo tramite innesti sono ancora in fase iniziale. Per l’osso mascellare, quello dell’arcata superiore esistono procedure consolidate da anni per incrementarne lo spessore con la ricrescita dell’osso del paziente».


5. Ci son malattie che lo sconsigliano?

«Non esistono patologie che impediscono di inserire un impianto, conta anzitutto la salute della bocca. Bisogna sempre avvisare prima il dentista se si hanno malattie cardiache o altre patologie croniche: il diabete in fase avanzata, per esempio, favorisce l’insorgere di infiammazioni nella bocca».


6. Si proverà dolore?

«L’operazione è indolore grazie all’anestesia locale, che è quella di una banale otturazione. Nessun problema neanche dopo l’intervento: non ci sono gonfiore e cicatrici. Se si avverte fastidio il medico prescrive degli antidolorifici».


7. C’è un perido in cui si resta senza dente?

«No. Subito dopo l’impianto viene applicata una protesi provvisoria che, dopo circa tre mesi, viene sostituita da quella definitiva».


8. C’è il rischio di allergie o di rigetto?

«No, il materiale che viene usato (il titanio) è totalmente anallergenico e non c’è alcun rischio che l’organismo lo possa “rigettare”».


9. Può venire un'infezione?

«L’intervento per un impianto può causare un’infezione batterica operatoria (se fatto in condizioni non totalmente sterili) o post operatoria (se il paziente non ha rispettato le regole dell’igiene orale o se l’impianto non è stato fatto come si deve). In condizioni normali, quando cioè l’intervento viene effettuato a dovere e la manutenzione successiva è rispettata fino in fondo, le infezioni si verificano in un caso ogni 2-300. E se individuate subito, possono facilmente essere curate».


10. Con che frequenza si dovrannno afre i controlli?

«La prima verifica dal dentista si effettua dopo un mese dall’intervento. Poi, a seconda di quello che lui valuterà opportuno, ogni 3 mesi e, in seguito, se tutto procede regolarmente, a intervalli di 6».


11. Si parlerà e masticherà come prima?

«Se l’intervento è eseguito come si deve, un impianto non ha alcuna conseguenza negativa di tipo fonetico o masticatorio».


12. Quanto dura un impianto?

«Secondo le statistiche la vita media di un impianto è di 10 anni, ma nella realtà dei fatti la grande maggioranza arriva a 20 anni e può raggiungere perfino i 25: tutto dipende dalla manutenzione, cioè da quanto il paziente sia costante nella rimozione quotidiana della placca».


13. Che aspetto avranno i denti nuovi?

«Da un punto di vista estetico, non saranno esattamente identici a quelli naturali perché sono in ceramica. È possibile avvicinarsi alla stessa gradazione di colore, ma dopo diverse prove che richiedono fino a un 40% in più del costo base».


14. È un intervento oneroso?

«L’impianto per un singolo dente non può costare meno di 1.200-1300 €. Ciò che influisce è la componentistica usata per innestarlo, la sala operatoria, l’eventuale presenza di altri operatori che aiutano il chirurgo, oltre alla professionalità del dentista che lo applica.


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Articolo pubblicato sul n. 42 di Starbene in edicola dal 3/10/2017


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