di Cinzia Testa
Il 29 ottobre è la Giornata mondiale contro l’ictus cerebrale: 24 ore dedicate alla prevenzione di questa malattia, così devastante da sconvolgere la vita di un intero nucleo famigliare.
Ogni anno, infatti, ne sono colpite circa 200 mila persone. Di queste una su 10 non supera il primo mese dall’attacco e due su 10 il primo anno. E la vita cambia drammaticamente per chi rimane, soprattutto se si pensa che l’ictus è oggi la prima causa di invalidità.
Insomma, numeri importanti che però potrebbero essere cancellati con un po' di buona volontà. Come ha dimostrato un imponente studio pubblicato a giugno scorso sulla rivista internazionale The Lancet, che ha coinvolto oltre 27 mila persone in 32 Nazioni. Gli specialisti hanno visto che in nove casi su 10 l’ictus si può prevenire, agendo sui fattori di rischio modificabili.
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21 0ttobre 2016
NON È MAI TROPPO TARDI PER CAMBIARE LE ABITUDINI SCORRETTE
«La maggior parte di chi sta bene ha una reazione di insofferenza di fronte alle richieste di modificare il proprio stile di vita per prevenire problemi come l'ictus», spiega Leonardo Barbarini, responsabile stroke unit - neurologia Presidio ospedaliero "V. Fazzi" di Lecce.
«Senza considerare che l’ipertensione, il fumo, l’obesità, la sedentarietà, per citare solo i più importanti, alla lunga minano il sistema cardiovascolare. E quando l’organismo inizia a soffrire, può essere anche tardi per correre ai ripari». Sì, allora, a correggere ciò che non va nella propria vita. E questo senza limiti di età perché non è mai troppo tardi per portare cambiamenti positivi.
I FATTORI DI RISCHIO CHE SI POSSONO CORREGGERE DA SOLI
Nello studio pubblicato su The Lancet al primo posto tra le cause di ictus c’è l’ipertensione, responsabile degli attacchi per il 48% dei casi. Se non viene mantenuta nella norma, infatti, a lungo andare causa gravi danni all'organismo, compromettendo la funzione di organi vitali come cuore, cervello e reni.
Al secondo posto invece c’è la sedentarietà, responsabile nel 36% dei casi. Quasi a pari merito, rispettivamente 18% e 16%, ci sono dieta scorretta e obesità, mentre al quinto posto col 12% si posiziona il fumo.
«Il fatto che, ad esempio, il fumo abbia una percentuale di responsabilità in apparenza bassa, non deve però depistare», interviene il dottor Barbarini, che fa anche parte del direttivo scientifico nazionale di A.L.I.Ce. Puglia Onlus, l’associazione per la lotta all’ictus cerebrale. «I fattori, infatti, si potenziano tra di loro, amplificando il rischio».
LE QUATTRO MOSSE DA METTERE SUBITO IN ATTO
Cosa puoi fare allora?
1. Innanzitutto, tieni monitorata la pressione arteriosa: se è oltre 120-130 millimetri di mercurio per la massima e 80-90 per la minima, è necessario parlarne col medico.
2. Correggi l’alimentazione, prediligendo cibi semplici (cereali integrali, frutta e verdura di stagione, legumi, carne bianca, pesce) ed evitando cibi pronti, preparati con grassi di bassa qualità e ricchi di sale.
3. Prendi anche l’abitudine di dedicare al movimento 30 minuti tutti i giorni, come camminare a passo sostenuto.
4. E, ultimo ma non meno importante, smetti di fumare.
Le risposte dei nostri esperti
Cara lettrice/caro lettore, le consiglio di rivolgersi ad un medico specialista in scienza dell'alimentazione o ad un servizio di dietetica di un ospedale della sua zona. In questo modo, dopo un'adeg...
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