Fegato e reni: come mantenerli sani ed efficienti

Ti senti stanca, digerisci male, soffri di gonfiori? È il momento di prenderti cura dei tuoi organi detox, affaticati dagli sgarri a tavola e dalle tensioni emotive



172502

Gonfiori, occhiaie, digestione difficile, stanchezza: disturbi tipici del periodo post festività, quando eccessi di cibo e alcol presentano il conto, costringendo fegato e reni in primis a un lavoro extra.

«Ma con lo stile di vita attuale, questi organi spesso sono già sovraffaticati e non svolgono bene i loro compiti», precisa Marco Del Prete, specialista in nefrologia a Milano, presidente dell’Associazione medica italiana di omotossicologia. Tanto che una recente ricerca pubblicata su Lancet Gastroenterology Hepatology ha appurato come in Ontario (Canada), negli ultimi 19 anni, i casi di cirrosi epatica siano quasi raddoppiati, con un forte aumento tra le donne.

«Fegato e reni funzionano in un sistema complesso e ne ricevono i feedback. Se l’intestino è intossicato da fermentazioni e disbiosi, rimanda parte delle scorie al fegato, che deve ripulirle».

Ma perché i due organi non vadano in sovraccarico basta poco: segui i consigli dei nostri esperti.


  • FEGATO. Aiuta l'organo epatico a funzionare bene


Il fegato è il laboratorio di depurazione per eccellenza del corpo: ogni minuto depura 2 litri di sangue che arriva principalmente dall'apparato digerente e produce circa 0,5 litri di bile al giorno.

Grazie a un sistema di detossicazione e a processi biochimici che vedono impegnate decine di enzimi, neutralizza gran parte delle sostanze nocive, ingerite e formate dall’organismo. Rielabora sottoprodotti della digestione, farmaci, ormoni come la pillola e pesticidi, per espellerli attraverso bile e urea. Ma svolge anche altri compiti: produce calore, immagazzina gli zuccheri, elabora le proteine e provvede alla digestione dei grassi.


Combatti i nemici a tavola

«Sono proprio gli eccessi di lipidi e proteine a “intasare” il fegato. I primi favoriscono l’accumulo di trigliceridi e colesterolo, che rallentano il metabolismo dell’organo; le seconde, invece, formano scorie tossiche in grado di spianare la strada all’infiammazione e sovraccaricare i reni, che le devono eliminare», continua Del Prete.

«Il veleno peggiore, però, è rappresentato dagli alcolici e tocca ancora al fegato metabolizzarli. Un processo che può portare alla formazione di acetaldeide, molecola dannosa per l’intero organismo».


Occhio alle spie d'allarme

Come ci si accorge che il fegato è in difficoltà? «In realtà quest’organo, sovradimensionato rispetto alle necessità dell’organismo, ha una buona capacità di sopportazione e dà segnali solo quando è davvero in crisi», spiega il dottor Carlo Gargiulo, medico di famiglia a Roma.

«Le spie di malfunzionamento sono in genere sfumate: sonnolenza dopo i pasti, bocca amara al mattino, cefalea, cattiva digestione, dolorini nel quadrante superiore destro dell’addome, sotto le costole. Di solito queste fitte sono attribuite alla colecisti, perché il fegato in sé non è innervato».

Se avverti questi piccoli segnali d’allarme bisogna provvedere al più presto. Prima di tutto elimina alcolici, caffè e alleggerisci la dieta introducendo molta verdura e frutta, importanti per “tamponare” gli eccessi di acidità dell’organismo. Seguire un menu leggero, almeno durante i cambi di stagione, è la strategia migliore per tutelare le capacità depurative di quest’organo.

Quindi, se durante le vacanze natalizie hai messo su qualche chilo e vuoi dimagrire velocemente, attenzione ai regimi iperproteici perché mettono ulteriormente sotto stress fegato e reni. Al contrario, possono tornare utili le piante che ti indichiamo qui sotto: usale per uno o due mesi e il fegato ringrazierà.

Affidati alla medicina biologica

Chi già soffre di qualche malattia epatica come il fegato grasso oppure ha avuto delle epatiti, dovrebbe rivolgersi allo specialista. «Se il medico è anche esperto di omeopatia proporrà una cura disintossicante personalizzata», avverte il dottor Del Prete.

«La medicina biologica offre dei medicinali specifici, da usare in sequenze terapeutiche. Tra i rimedi più efficaci ci sono prodotti come Galium Heel e Chelidonium Homaccord. Il primo aiuta a “ripulire” il tessuto connettivo, dove spesso si accumulano i residui tossici; il secondo, invece, agisce in modo specifico sul fegato. Se ne prendono 30 gocce ciascuno in un litro d’acqua, da bere nel corso della giornata».

Impara a gestire le emozioni

Per preservare il benessere del fegato occorre anche badare all’aspetto emotivo. La medicina cinese offre una visuale più ampia dei compiti di quest’organo, incaricato di sobbarcarsi il peso dello stress: «È considerato lo “starter” dell’energia, che fa circolare in tutto il corpo», spiega il dottor Daniele Grassi, urologo e medico agopuntore a Modena.

«Ma le tensioni nervose possono bloccarlo, e a quel punto ci si sente compressi da nervosismo e frustrazioni che covano dentro. Oppure, ci si lascia andare a esplosioni di collera. In entrambi i casi queste emozioni si rivelano veleno, come del resto suggeriscono anche certe espressioni nella nostra lingua, tipo “rodersi il fegato dalla rabbia”».


  • RENI. Fai il check al laboratorio chimico dell'organismo

I reni hanno il compito di disintossicare tutto il sangue che arriva dall’organismo (quindi anche dai polmoni, per esempio). All’interno di essi si trova un vero e proprio laboratorio chimico dove circa un milione di tubicini sottilissimi, i nefroni, filtrano il sangue in arrivo dall’arteria renale: «Un’operazione che avviene 200 volte nell’arco della giornata e porta a produrre 100 litri di preurina, da cui se ne ricava circa uno di urina», specifica Carlo Gargiulo.

La centralina dei nefroni è il glomerulo, un fitto gomitolo di capillari che “decide” quali sostanze vanno riassorbite perché utili all’organismo (zuccheri, vitamine, amminoacidi) e quelle che, invece, devono essere eliminate: acidi urici, residui di farmaci e sottoprodotti del metabolismo tipo l’urea.

↘ Fai gli esami del sangue

I reni lavorano senza risparmiarsi e danno segnali di disagio quando sono davvero a malpartito: «Gonfiori e ritenzione idrica sono i sintomi di malfunzionamento più comuni, maggiormente frequenti con l’avanzare dell’età», prosegue Gargiulo.

«Ma è solo attraverso gli esami del sangue che si riesce a ottenere un quadro più preciso dei problemi di quest’organo. In particolare, oltre ai tassi di creatinina e azotemia, è il valore del filtrato glomerulare a definire maggiormente la funzionalità del rene».

↘ Poco sale, meno antinfiammatori

Per mantenere in forma i reni e tutelare la loro attività disintossicante occorre controllare la dieta, limitando l’apporto di proteine animali e sale. Inoltre, attenzione ai farmaci: soprattutto l’abuso di antinfiammatori non steroidei (Fans) può portare all’insufficienza renale cronica.

«Bere in modo adeguato va bene, ma non bisogna esagerare», avverte Marco Del Prete: «Si è osservato recentemente che l’eccessiva diluizione delle urine elimina importanti sostanze protettive e battericide come le difensine». Dunque, no ai classici 2 litri d’acqua al giorno da bere per forza.

↘ Affidati alle piante detox

Quando ci si sente gonfi, stanchi e si hanno le occhiaie (un segnale di sovraccarico), si possono aiutare i reni a funzionare meglio affidandosi a piante disintossicanti come fumaria, equiseto o verga d’oro. Oppure, ci si può rivolgere a un esperto di omeopatia, per una cura più completa e mirata.

«Anche nei casi di insufficienza renale cronica è possibile, in accoppiata alle terapie convenzionali, avvalersi di farmaci omotossicologici (in particolare catalizzatori intermedi ed estratti tissutali), medicinali omeopatici, diuretici a basse dosi e fitoterapici, per sostenere i naturali processi di disintossicazione.Sono prodotti efficaci e privi di effetti indesiderati», tranquillizza Del Prete.

L'aiuto extra è il pensiero positivo

Stanchezza, mal di schiena e mancanza di desiderio sessuale sono per la medicina cinese segnali di indebolimento dei reni: «Per rinforzarli possono tornare utili delle sedute di moxa e coppettazione, tecniche che stimolano rapidamente l’energia di questi organi», suggerisce il Daniele Grassi.

«Ma i principali antidoti sono un buon sonno e la capacità di disinnescare le emozioni negative come la paura di non farcela e il senso di fallimento, oggi così diffuse».



4 PIANTE PER IL FEGATO E 4 PIANTE PER I RENI:

PER IL FEGATO

Cardo mariano

Contiene silimarina, composto che stimola la secrezione di bile e protegge le cellule epatiche. Se digerisci male prendilo per 2 mesi in tintura (30 gocce, 2 volte al giorno) o capsule (1 o 2 prima dei pasti principali).

PER IL FEGATO

Tarassaco

È una pianta dalla spiccata azione depurativa: prendi l’abitudine di consumare regolarmente le sue foglie fresche in insalata. Oppure, prepara degli infusi, da bere dopo i pasti principali per almeno un mese: è utile anche contro la stitichezza.

PER IL FEGATO

Rosmarino

L'infuso di questa pianta depura e rifornisce di energia. Per accelerare questo processo massaggia sulla zona del fegato un paio di gocce di olio essenziale di rosmarino verbenone, miscelato in un cucchiaino di olio base.

PER IL FEGATO

Curcuma

Ricca di curcumina, sostanza in grado di bloccare i danni da infiammazioni croniche epatiche, fluidifica la bile. Assumila come integratore anche contro il colesterolo alto: 300 mg, 3 volte al giorno, per 2 mesi

PER I RENI

Fumaria

Efficace digestivo e diuretico, la fumaria è un disintossicante che fa bene anche alla pelle. Puoi bere 2 tazze di infuso al giorno per un paio di mesi o assumere 30 gocce di tintura madre in un po’ d’acqua, 3 volte al dì.

PER I RENI

Equiseto

Ricca di silicio, questa pianta remineralizza e rinforza le vie urinarie. Utili, anche in caso di cistiti, i decotti preparati con l’erba (2 tazze al giorno) o le gocce di estratto idroalcolico (30 per 2 volte al dì).

PER I RENI

Verga d'oro

Prepara un decotto facendo bollire 40 g di questa pianta in un litro d’acqua e bevilo nell’arco della giornata. Indicata anche per stimolare la depurazione del fegato, puoi trovarla nelle specialità omeopatiche utili per i problemi renali.

PER I RENI

Betulla 

Tre cucchiai di succo di betulla in un bicchiere d’acqua, da bere per 2 volte al giorno, sono un’ottima cura detox e anti-ritenzione idrica. Per combattere anche la cellulite ok a 70 gocce di macerato glicerico di linfa dell'albero, per due mesi.



Prova il Qi gong 
degli alberi

Nella medicina cinese il colore verde, collegato al legno, è un toccasana per il benessere del fegato: «In Estremo oriente si dice “all’albero piace distendere i suoi rami”, per indicare che quest'organo sta bene nel momento in cui si lasciano andare le tensioni», spiega l'urologo e agopuntore Daniele Grassi.

«Quando si passeggia per parchi e boschi, si entra in contatto con le energie rilassanti degli alberi. Particolarmente efficaci e benefici per le malattie epatiche sono considerati pini e cipressi, protagonisti del Qi gong arboreo, tecnica di autoguarigione che promuove benessere e longevità».


L'esercito  anti-tossine

Oltre a fegato e reni, anche altri organi svolgono la funzione di “emuntori”: si incaricano, cioè, di eliminare le tossine che intralciano il funzionamento dell’organismo. Ecco quali sono.

Pelle

È dotata di alcuni milioni di minuscole ghiandole che provvedono a eliminare le sostanze tossiche attraverso sudore e sebo. Quando fegato e intestino funzionano bene anche la cute è sana e luminosa, altrimenti si riempie di brufoli.


● Polmoni

Gli organi della respirazione sono in grado di neutralizzare le tossine che penetrano nel corpo con l’aria, come gli inquinanti ambientali.

In pratica, espellono le sostanze dannose in modo "meccanico" inglobandole nel catarro, prodotto dalle mucose di naso, gola, bronchi e orecchie. Questo poi viene espulso grazie all’attività di particolari ciglia.


I
ntestino

Lungo circa 7 m, entra in gioco al termine del processo digestivo, con il ruolo di scomporre gli alimenti per permettere l’assimilazione delle sostanze utili e l’eliminazione di quelle di scarto, attraverso le feci.

Se l’intestino funziona bene, le tossine vengono eliminate in tempi veloci (da 20 a 48 ore). Altrimenti ristagnano provocando stitichezza, irritazione delle pareti intestinali e riassorbimento delle sostanze tossiche.


LEGGI ANCHEFegato e reni: 4 esercizi di zen stretching


Fai la tua domanda ai nostri esperti

Articolo pubblicato nel n° 5 di Starbene in edicola dal 15 gennaio 2019

Leggi anche

Fegato grasso: i benefici dello sport

Fegato affaticato: l'estratto suino è il toccasana per aiutarlo

L'acqua che depura il fegato

Dieci regole per proteggere i reni