di Margherita Monfroni
Escherichia coli (E. coli) è il nome di un batterio che vive comunemente nell’intestino di animali e di esseri umani, come parte della flora batterica intestinale.
Se la maggior parte sono innocui, alcuni ceppi di E. coli possono provocare infezioni e disturbi di varia entità: tra questi, il più diffuso e temibile è E. coli O157:H7, una tipologia che provoca sintomi quali diarrea, forti dolori addominali, colite e talvolta la Sindrome Emolitico-Uremica (SEU), una malattia acuta di notevole gravità che può causare anche la comparsa di anemia, trombocitopenia (abbassamento dei livelli di piastrine nel sangue) e insufficienza renale.
Sintomi
I sintomi principali di un'infezione intestinale da E. coli comprendono:
- diarrea sanguinolenta
- crampi allo stomaco
- nausea e vomito
Se nei bambini è tipico presentare i segnali dell’infezione intestinale, alcune persone, invece, non manifestano alcun disturbo. Ad ogni modo, i sintomi generalmente si presentano 3 o 4 giorni dopo essere entrati in contatto con l'E. coli.
Quando l’infezione da E. coli provoca complicanze a sangue o reni, i sintomi includono:
- pallore
- febbre
- debolezza
- minzione ridotta
In questi casi, il consulto medico dev’essere tempestivo.
Trattamento
Solitamente, l'infezione da E. coli viene smaltita dal corpo autonomamente. Il trattamento principale consiste nello stare a riposo e idratarsi adeguatamente, sorseggiando acqua a piccoli sorsi. La diarrea infatti causa ingenti perdite d’acqua, un fattore che può portare alla disidratazione.
È bene invece evitare di assumere antibiotici o antidiarroici, farmaci che possono rallentare il processo digestivo e quindi lo smaltimento e l’eliminazione delle tossine prodotte dall’E. coli, e richiedere sempre e comunque un consulto medico prima di assumere qualsiasi tipo di medicina.
Trasmissione
Tra le cause dell’infezione da E. coli rientrano il consumo di alimenti contaminati ed il contagio interumano, specialmente per via sessuale e oro-fecale.
Per quanto riguarda le fonti alimentari, l’E. coli può infettare la carne durante il processo di lavorazione. Se la carne infetta non viene cotta ad almeno 71° C, i batteri possono sopravvivere e infettare l’uomo. Ogni cibo entrato in contatto con la carne cruda, poi, può a sua volta essere infettato dal batterio.
Altri alimenti portatori di E. coli includono il latte vaccino crudo e derivati, alcuni tipi di insaccati, frutta e verdura crudi quali lattuga, germogli di erba medica e sidro di mele non pastorizzato.
Il contagio può avvenire anche attraverso l’acqua. Talvolta infatti, animali contaminati o feci umane possono arrivare in laghi, piscine e rifornimenti idrici: pertanto, qualora si beva (anche accidentalmente durante una nuotata) acqua contaminata o non trattata correttamente con il cloro, si può essere infettati dal batterio.
Prevenzione
Per limitare il rischio di contagio da E. coli è bene adottare una serie di semplici ma utili accorgimenti:
- evitare il consumo di carne poco cotta, specialmente carne macinata (hamburger, tartare) o carpaccio, e di latte crudo non pastorizzato;
- durante la preparazione dei pasti, evitare di far entrare contatto gli alimenti pronti per il consumo (come le insalate) con carne cruda, per esempio usando lo stesso coltello o lo stesso tagliere;
- evitare il contatto con le feci dei ruminanti ed il relativo luogo (acque e suolo) in cui si trovano.
Come per altre infezioni intestinali, in caso di diarrea è bene evitare il contatto con altre persone fino alla risoluzione dell’episodio.