di Francesca Soccorsi
Dall’intestino dipendono i due terzi del nostro sistema immunitario: i batteri che lo “abitano” sono per buona parte amici, perché ci proteggono dai germi, producono anticorpi, ostacolano l’assorbimento delle sostanze nocive. Quindi, se sta bene lui, non ci ammaliamo. Eppure molte volte lo maltrattiamo, mangiando male e in modo sregolato.
Cosa fare per coccolarlo, ed evitare tanti problemi di salute, ce lo spiegano la gastroenterologa Giulia Enders, autrice del volume L’intestino felice (Sonzogno, 16,50 €), e il dottor Fabio Piccini, medico ricercatore in scienza della nutrizione, che dell’argomento si è occupato nel libro Alla scoperta del microbioma umano (solo in versione elettronica su piattaforma Amazon Kindle, 6,36 €).
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L’INSALATA? SOLO SFUSA E BIO
L’equilibrio del microbioma, cioè l’insieme dei microrganismi che vivono in simbiosi con il nostro corpo, è essenziale per stare bene. Spesso, però, mettiamo a dura prova questo perfetto ecosistema: «I progressi della microbiologia hanno permesso di debellare le principali malattie infettive. Ma l’uso indiscriminato degli antibiotici ha instillato nella nostra mente la convinzione che i microbi vadano tutti distrutti. Prendiamo i farmaci al primo starnuto, abusiamo dei disinfettanti e, in questo modo, alteriamo il microbioma», osserva il dottor Piccini.
Dobbiamo correggere queste cattive abitudini, e diventare virtuosi a tavola: «Tra le maggiori minacce per la flora intestinale, c’è l’insalata pronta in busta, lavata con antisettici aggressivi che diminuiscono la varietà delle nostre colonie batteriche», nota l’esperto. Meglio puntare su quella sfusa biologica, prodotta senza pesticidi che annientano i parassiti delle colture e stroncano anche i batteri intestinali utili.
SEI STRESSATA? TI SERVONO I PROBIOTICI
«Lo stress è uno degli stimoli più importanti che testa e pancia affrontano insieme», dice Enders. «Quando ci sentiamo tesi, infatti, diventiamo inappetenti oppure siamo assaliti dalla fame nervosa e spesso abbiamo la colite, perché nell’intestino si selezionano ceppi di batteri che scarseggiano nei periodi di relax», dice Enders.
Come impedire che questo accada? «Assumendo regolarmente probiotici, quindi yogurt e kefir, crauti, miso, tè kombucha, che mantengono in salute i batteri simbionti (che, cioè, vivono in simbiosi con l’organismo)», consiglia Piccini. «Infine, abbiamo bisogno dei prebiotici, le fibre alimentari insolubili, presenti, per esempio, nelle patate, nei fiocchi di avena, nelle banane e nelle lenticchie: non vengono assorbite dall’intestino e forniscono alla flora batterica il nutrimento che le serve».
– GLUTINE + SALUTE
Anche se non si soffre di celiachia, diminuire il consumo di glutine aiuta a ritrovare il benessere del microbioma: «Un eccesso di questo nutriente aumenta la permeabilità intestinale. In pratica, la flora batterica presente nell’intestino oltrepassa la barriera costituita dalla mucosa e si riversa nel sangue, dove “attira” l’attenzione delle difese immunitarie», chiarisce il dottor Piccini.
Le possibili ripercussioni? «Non solo un’aumentata sensibilità al glutine, che può nel tempo trasformarsi in celiachia, ma le classiche patologie che si scatenano quando l’ecosistema non è sano, in particolare le malattie autoimmuni, le allergie respiratorie e il diabete di tipo 2».
CONDISCI CON OLIO D’OLIVA A CRUDO
A differenza dei grassi di qualità scadente, l’olio extravergine d’oliva “coccola” i batteri benefici dell’intestino e li fortifica. «Inoltre, ha un’azione diretta sugli organi e le strutture più importanti del nostro corpo: protegge il cuore, i vasi sanguigni il cervello e gli occhi, contrasta l’invecchiamento cellulare e le infiammazioni e può perfino combattere i rotolini di ciccia. Infatti, blocca un enzima del tessuto adiposo, che utilizza i carboidrati in eccesso presenti nell’organismo per produrre grasso», spiega la dottoressa Enders.
ALLEVA LA PREVOTELLA CON LE FIBRE
Spiega il dottor Fabio Piccini: «Per stare bene bisogna puntare sulla varietà, perché all’assortimento della dieta corrisponde una maggiore diversità del microbioma. E questo è un indicatore di salute: più sono le specie di batteri simbionti, maggiore è il nostro benessere.
È poi dimostrato che, se almeno la metà degli alimenti che consumiamo ogni giorno è costituita da cereali integrali e vegetali fibrosi (come carciofi, finocchi, barbabietole, cipolle, piselli, cavolini di Bruxelles, carote, kiwi, mele e prugne) e se puntiamo sui grassi di noci, mandorle, nocciole e avocado, anziché su quelli animali, siamo in grado di irrobustire un particolare tipo di flora batterica, la Prevotella, capace di proteggerci da molte malattie».
MISURA LE ENTRATE DI LATTE E ZUCCHERO
Spesso allergie, intolleranze e sovrappeso sono il segnale con cui l’intestino ci comunica che stiamo esagerando con un alimento. «Il latte è fra i principali indiziati: deve essere presente nella dieta, perché ci fornisce nutrienti importanti, ma dobbiamo controllarne le quantità », chiarisce la dottoressa Giulia Enders.
«Il nostro organismo non gradisce tanto latte quando abbiamo superato da tempo la prima infanzia. Così, reagisce con sintomi come mal di testa, dolori di pancia, diarrea e spossatezza. Magari gli esami medici escludono che siamo allergici ma, se eliminiamo il latte, stiamo meglio».
Anche un eccesso di zucchero può dare problemi: «Se ne mangiamo troppo, l’organismo apparentemente ringrazia, perché riceve energia pronta all’uso che non deve faticare a metabolizzare. Ma, poi, approfitta dell’abbondanza per fare scorta, trasformando lo zucchero in grasso da depositare nel tessuto adiposo. E mettiamo su chili».
Testo pubblicato sul n.35 di Starbene in edicola dal 18/08/2015
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