Dolore alla spalla, cause sintomi, cosa fare

Quali sono i problemi più comuni da cui dipende il dolore alla spalla e come puoi intervenire. Le cure più efficaci e gli esercizi da fare a casa



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«Più frequenti nelle donne, soprattutto fra 40 e 60 anni, i problemi alla spalla colpiscono in modo particolare chi stressa troppo ques'articolazione durante il lavoro e l’attività sportiva, così come le persone sedentarie, “costrette” ad assumere una cattiva postura», spiega il dottor Stefano Sabatini, fisiatra e specialista in medicina dello sport a Milano.

«Molto delicata, la spalla è l’articolazione che si blocca più facilmente. Questo porta a utilizzarla sempre meno, abbassandone la funzionalità», continua il dottor Luca Bertini, specialista in ortopedia ed esperto di medicina naturale a Pisa. Per correre ai ripari, abbiamo chiesto ai nostri esperti quali sono i problemi più comuni e come puoi intervenire per restituire benessere e placare il dolore alla spalla.


Cosa fare contro l'infiammazione della cuffia dei rotatori

«La cuffia dei rotatori è l’insieme di quattro diversi muscoli e dei relativi tendini, che funzionano come un regolatore di movimento.
Il loro compito è mantenere la “congruenza” fra le due componenti ossee della spalla (testa dell'omero e cavità glenoidea), in modo che quando sollevi il braccio rimangano al loro posto e si muovano in maniera armonica», spiega il dottor Lorenzo Virelli, specialista in medicina fisica e riabilitativa presso l’Humanitas Research Hospital a Rozzano (Milano).

«In caso di infiammazione il dolore si accentua con il movimento, soprattutto se si porta il braccio sopra il capo e, spesso, compare di notte. Il primo approccio: antinfiammatori per 3-4 giorni e 3 applicazioni di ghiaccio quotidiane per 10’», prosegue Sabatini.

Se non ci sono miglioramenti si eseguono 10 sedute di tecarterapia seguite da un programma con il fisioterapista. Nel caso il paziente abbia un buon recupero, dopo 2-3 sessioni può proseguire da soli a casa», continua l'esperto. Un esempio di esercizio: in piedi, appoggia il palmo della mano contro una parete. Quindi, “cammina” con le dita verso l’alto, fino a dove è possibile. Poi, torna nella posizione di partenza e ripeti, cercando di guadagnare qualche cm: da eseguire per 10 volte al mattino, pomeriggio e sera.

Può tornare utile anche un altro esercizio: «Con la mano che corrisponde alla spalla che fa male, impugna una bottiglia d’acqua da mezzo litro. Poi, appoggia il palmo libero su un tavolo, piega il busto in avanti e, tenendo rilassata la muscolatura dell’articolazione, disegna con il braccio che penzola dei cerchi concentrici, prima in senso orario e poi antiorario, per 2’», suggerisce Virelli.


Che cos'è la tendinopatia calcifica

«La tendinopatia calcifica è dovuta a un accumulo di carbonato di calcio che può formarsi all’interno dei tendini della cuffia dei rotatori in modo spontaneo o in seguito all’infiammazione causata da un vecchio trauma», specifica Sabatini. Che fare? Innanzitutto ci si sottopone a 3-5 sedute di onde d’urto.

Se non sono sufficienti e il deposito di calcio è grande 1 cm o più, il medico può ricorrere al Trattamento Percutaneo Ecoguidato (TPE): «Durante un’ecografia l’esperto inserisce nella calcificazione due aghi. Uno è collegato a una siringa piena di soluzione fisiologica a temperatura ambiente, l’altro funziona come foro di uscita. Quindi, inietta il liquido per sciogliere l’accumulo. Eseguito in anestesia locale, dura circa mezz’ora e dopo una settimana si procede a una visita di controllo, per valutare se occorre ripetere la terapia», continua l’esperto.

Quando questa tecnica non dà risultati si ricorre ad altri metodi, come la Roentgenterapia: «In ospedale o in un centro di radioterapia, la calcificazione viene colpita con un fascio di radiazioni. È una tecnica efficace ma espone il paziente a una dose significativa di radiazioni, quindi non è ritenuta la prima scelta», continua l’esperto. Come ultima possibilità c’è anche la pulizia chirurgica: «Si tratta di un intervento in artroscopia con cui il chirurgo elimina il deposito di calcio. Effettuato in anestesia locale più sedazione, dura meno di un’ora», conclude Sabatini.


Se il porblema è la borsite subacromiale

«Nelle persone con le spalle curve si crea un attrito fra tendini della cuffia dei rotatori e l’acromion, un piccolo osso sporgente posto alla fine della clavicola. Per ridurre questa “frizione” la natura “sfrutta” una piccola guaina, la borsa subacromiale, ma una postura scorretta, così come l’esecuzione di movimenti ripetuti possono infiammarla. I sintomi sono simili a quelli di altri problemi della spalla (dolore quando si solleva il braccio, più frequente di notte), ma in alcuni casi si può sentire una specie di scatto che proviene dalla spalla», spiega Sabatini.

Come si interviene: «Antinfiammatori, ghiaccio e, eventualmente, tecarterapia. Inoltre, è utile eseguire degli esercizi per cercare di tenere le spalle il più indietro possibile», continua l’esperto. Un esempio è il vogatore “casalingo”: assicura i capi di una banda elastica a un appoggio stabile in modo da ottenere un cerchio e fai passare all’interno della fascia il manico di una scopa. Quindi in piedi, con i gomiti alti e larghi, afferra il bastone e portalo al petto.

Un altro movimento utile sono le croci inverse: braccia in avanti, leggermente piegate, afferra una banda elastica tenendo le mani vicine e cerca di tenderla il più possibile: «Esegui 3 serie da 10 ripetizioni, tutti i giorni per almeno un mese», suggerisce Sabatini.


Che cos'è la spalla congelata

La spalla è bloccata proprio come se fosse “arrugginita” e gesti semplici, come lavarti il viso, diventano proibitivi. È il segnale della spalla congelata: «Più frequente nelle donne, non ha una causa certa, può comparire all’improvviso ed è dovuta all’infiammazione della capsula articolare, l’insieme di sottili legamenti che tiene l’omero attaccato alla scapola», spiega Sabatini. «Il medico prescrive un antinfiammatorio, un antidolorifico (come il paracetamolo) e un miorilassante, da assumere fino a 3 volte al giorno per una settimana. Se la situazione non migliora si eseguono una o due infiltrazioni di cortisone direttamente nella spalla. Inoltre, ci si sottopone a due sedute di osteopatia (una a settimana) per cercare di rilassare le fasce muscolari di collo e scapole e contrastare i vizi di postura causati dal problema».

Al lavoro dell’osteopata si affianca la fisioterapia: «Il terapista preme con una mano la spalla che fa male del paziente, mentre con l’altra lo aiuta a tirare su il braccio: se è in grado di superare un angolo di 90°, torna utile un esercizio da ripetere a casa. Con la mano che corrisponde all’articolazione dolente, afferra una bottiglia d’acqua da un litro e mezzo e distenditi sul letto, tenendo le braccia lungo i fianchi. Quindi, alza il braccio e poi fallo “cadere” all’indietro fino a dove è possibile, sfruttando il peso della bottiglia. Mantieni per 1’, fai una pausa di 30” e riprova. Esegui 3-5 ripetizioni», consiglia Sabatini. 


quando il problema è l'artrosi

«Il problema è dovuto a un’alterazione della cartilagine della testa dell’omero e dell’acromion, che porta queste due ossa a toccarsi rendendo doloroso ogni gesto. Una sensazione che si riduce dopo aver “riscaldato” la spalla con qualche movimento, ma quando l’articolazione si “raffredda” tende a ricomparire», afferma il dottor Luca Bertini. Fra le cause dell'artrosi ci sono le malattie metaboliche, l’età che avanza e, in modo particolare, il tipo di lavoro: «A rischio muratori, carpentieri ma anche artisti, come gli scultori. Questo rende l’artrosi alla spalla più comune negli uomini», continua l’ortopedico.

Per contrastare il problema può tornare utile qualche esercizio: «In piedi, afferra un bastone e appoggialo sui glutei. Quindi, tenendo le braccia distese, allontana l’attrezzo dal lato B. Poi torna nella posizione di partenza e ripeti. Fai 3 serie da 10 ripetizioni, seguite sempre da una sessione di stretching, per creare equilibrio fra tono muscolare ed elasticità. Anche l’omeopatia può dare una mano: funzionano molto bene 3 granuli al giorno di ledum palustre 30 CH e altrettanti di arnica 9 CH», conclude Bertini.



L'autotest per sapere come stranno le spalle

Per sapere in che condizioni sono le tue spalle prova a toccarti la nuca con le mani: «Se ci riesci significa che funzionano bene. In caso di piccoli disturbi o dolori, invece, affidati al medico e fai un’ecografia o una radiografia: serviranno a capire se si stanno calcificando, c’è un principio di artrosi o una spalla tende a risalire», suggerisce il dottor Luca Bertini.



Dolore alla spalla e legami con il fegato

Salute del fegato e male alla spalla potrebbero avere una correlazione, anche se si attendono ulteriori conferme. «Le pubblicazioni scientifiche sul tema esistono, ma per il momento i dati sono ancora insufficienti», puntualizza Alessio Testa, osteopata a Legnano (Milano) e docente presso Soma-Istituto osteopatia Milano. Uno dei legami può essere dovuto al nervo frenico: «Questo emerge a livello cervicale e scende lungo la cavità destra del torace fino a raggiungere l’organo. Se il fegato soffre, ha un problema di natura medica o una situazione di pesantezza, tende a irritare il nervo che, dato il suo decorso, può generare un dolore alla spalla destra», spiega l’osteopata. «Prima però, bisogna sempre escludere i problemi “classici” tramite gli esami diagnostici suggeriti dallo specialista. Se i test sono negativi e la medicina tradizionale non riesce a trovare una spiegazione, allora si può intervenire con le terapie alternative, come quella osteopatica», continua Alessio Testa.



Attenzione a diabete e colesterolo alto

«In alcune patologie metaboliche è stata riscontrata un’alta percentuale di problemi alla spalla», spiega il dottor Luca Bertini. «Colesterolo alto, diabete e disfunzioni della tiroide, per esempio, possono alterare la qualità di tendini, capsule articolari e liquido sinoviale, che diventa meno “oleoso” favorendo così le infiammazioni».




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Articolo pubblicato sul n° 2 di Starbene in edicola e digitale dal 19 gennaio 2021




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