Cosa fare se stai male per colpa del vento

Il Maestrale causa ansia e cefalea, Föhn e Tramontana rendono nervosi e irritano le vie nasali. Come combattere e attenuare i disturbi legati al vento



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I venti invernali sono una manna, perché spazzano via lo smog dalle città. Per le persone sensibili alle variazioni di umidità e temperatura, però, rappresentano la fonte di svariati disturbi. Sono tante le persone che stanno male per colpa del vento o che soffrono delle cosiddette “malattie del vento”, chiamate anche anemopatie, e che colpiscono soprattutto i bambini, le giovani donne e le persone anziane.


Quando le folate di vento sono fredde e umide
Uno dei venti che più spesso provocano fastidi e fanno stare male è il Maestrale, che porta ondate di aria fredda e umida proveniente da nord-ovest. Spesso è un vento impetuoso, accompagnato da brutto tempo. «Alcune ricerche correlano al Maestrale episodi di ansia, irrequietezza e respiro corto», esordisce il dottor Vincenzo Condemi, del Centro di ricerche in bioclimatologia medica, biotecnologie e medicine naturali dell’Università statale di Milano. «Possono comparire anche cefalee di tipo muscolo-tensivo, con la sensazione di avere un casco che stringe la testa».

Come contrastare questi disturbi? «Chi soffre di forme ansioso-depressive dovrebbe valutare con il medico se è il caso di aumentare la dose del farmaco», suggerisce il professor Umberto Solimene, esperto di idroterapia e climatoterapia all’Università di Milano. Se ansia e irritabilità sono problemi passeggeri attività rilassanti come lo yoga, la ginnastica dolce o la meditazione possono essere d’aiuto. «Per la cefalea, basta ricorrere ai classici analgesici a base di paracetamolo, ibuprofene o naproxene», consiglia Solimene.


In caso di correnti d’aria secca

Il Föhn è un vento tipico dell’inverno che proviene da nord. Secco e piuttosto caldo, aumenta la temperatura anche di 10 °C. Piacevole, ma non per tutti: «Provoca difficoltà di concentrazione e aggressività e fa comparire i primi sintomi delle allergie respiratorie primaverili», spiega il dottor Condemi.

«Tra fine inverno e inizio primavera soffia spesso anche la Tramontana, vento freddo e secco, che asciuga l’aria, disidrata la pelle e irrita le mucose di naso e gola, con una recrudescenza delle sindromi influenzali». Ok, allora, a tisane a base di valeriana, camomilla, biancospino che, oltre a calmare, idratano le vie respiratorie infiammate, e a creme emollienti a base di burro di karitè per ammorbidire la pelle.

I soggetti sensibili iniziano ad accusare disturbi già 24-36 ore prima dell’arrivo del vento. La medicina termale suggerisce di allenare l’asse ipotalamo-ipofisi, che regola la termoregolazione, con saune alternate a docce fredde. «Aumentano la resistenza alla temperatura in condizioni atmosferiche che variano rapidamente», chiarisce il professor Solimene. «Se si hanno problemi di cuore o di pressione elevata, è bene chiedere il parere preventivo del medico».


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