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Cosa aumenta il rischio di trombosi e come prevenire

Quando un coagulo di sangue ostruisce un’arteria o una vena, si parla di trombosi. Per prevenire questo problema serio occorre intervenire sullo stile di vita: niente fumo, dieta povera di grassi animali e di zuccheri, tanto movimento

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Secondo le stime di Alt (l’associazione italiana per la lotta alla trombosi) ogni anno in Italia si verificano circa 600.00 casi di trombosi, responsabili di ben 200.000 decessi. Si tratta di eventi acuti molto pericolosi, che richiedono l’immediato ricovero in terapia intensiva e che sono dovuti alla formazione di coaguli di sangue, anomali e insolubili, chiamati trombi. Come prevenire la trombosi? A che cosa sono dovuti e cosa fare contro questi “incidenti cardiovascolari” che mettono a repentaglio la vita dei pazienti? La parola al dottor Franco Fabbiocchi, responsabile dell’Unità operativa di cardiologia interventistica IV del Centro Cardiologico Monzino di Milano.


Perché si forma un trombo

«Innanzitutto occorre sapere che il trombo può rimanere fisso, ostruendo le coronarie (le arterie del cuore) o le arterie cerebrali, oppure dislocarsi e dare luogo a pericolosi emboli che, entrando in circolo, occludono dei vasi di importanza vitale», spiega il dottor Franco Fabbiocchi. «È il caso, ad esempio, della trombosi venosa profonda che può causare un’embolia polmonare, per via dell’embolo che circola fino ad arrivare ai polmoni. Molte volte, il trombo origina dalla rottura di una placca ateromatosa che, frammentandosi, forma il temuto coagulo di sangue. Che si tratti di infarto del miocardio, di ictus cerebrale o di embolia polmonare, in tutti i casi viene bloccata la circolazione e si ha un danno d’organo importante, a volte con conseguenze fatali».


Placche: tenerle sotto controllo e prevenirle

Killer silenziosi, le placche ateromatose (o aterosclerotiche) si depositano nello strato più interno delle arterie, quello a diretto contatto con il sangue. Gli ultimi studi osservazionali, basati sugli ecodoppler delle arterie femorali e carotidee eseguiti durante i controlli, rivelano che circa il 45% degli “over 50” manifesta già delle piccole placche che, se aumentano di volume, riducono il diametro dei vasi ostacolando il flusso sanguigno.

A un’indubbia predisposizione genetica, si somma l’influenza determinante dello stile di vita, che può, anzi dev’essere corretto al più presto per non rischiare eventi acuti. «Poiché il primo fattore di rischio è il fumo di sigaretta, la prima cosa da fare è smettere di fumare», suggerisce il dottor Fabbiocchi. «La nicotina e le altre sostanze tossiche inalate provocano un indurimento delle arterie, che perdono via via la loro elasticità, e favoriscono la formazione di placche».


I grassi animali: nemici di sempre

Un altro correttivo riguarda l’alimentazione. Com’è noto, una dieta ricca di grassi di origine animale, come gli acidi grassi saturi, favorisce l’accumulo dei depositi di colesterolo e trigliceridi sulle pareti arteriose, il cui lume si restringe. È bene quindi tenere sotto controllo il proprio profilo lipidico, con periodici esami del sangue, e seguire una dieta povera di insaccati, latticini e carni rosse ma ricca di verdure, legumi, cereali integrali e pesce. Anche molti integratori naturali, come gli Omega 3 e quelli a base di riso rosso fermentato, possono ridurre i livelli di trigliceridi e di colesterolo, abbassando soprattutto la frazione LDL che è la più pericolosa (è il cosiddetto “colesterolo cattivo” ).


Sotto controllo anche la glicemia

Il legame tra diabete e malattie cardiovascolari è noto da decenni. Ma pochi sanno che basta soffrire di sindrome metabolica, l’anticamera del diabete in cui si ha una glicemia tendenzialmente alta, per incorrere in un maggior rischio di trombosi.

«Il diabete mellito, cioè quello di origine alimentare, provoca infiammazione e disfunzione endoteliale, cioè delle alterazioni gravi dell’endotelio, che è il rivestimento interno dei vasi», prosegue il dottor Fabbiocchi. «In pratica, causa un malfunzionamento della circolazione e dei suoi meccanismi regolatori in tutto l’albero arterioso». Per questo, durante il check-up annuale, è bene controllare anche i livelli di glicemia e insulina, oltre che di lipidi. A titolo preventivo, è utile tenere il peso sotto controllo e ridurre il consumo quotidiano di zuccheri semplici, quali biscotti, gelati, merendine, cioccolato, caramelle e snack dolci “da macchinetta”.


I plus dell’attività fisica

Vera e propria medicina a costo zero, l’attività fisica aiuta a prevenire la formazione di trombi. Agisce, infatti, su più versanti: riduce il colesterolo cattivo, attenua infiammazione e radicali liberi, combatte gli effetti negativi sul sistema circolatorio indotti dalla sedentarietà. «Soprattutto allena il sistema cardiovascolare a reagire positivamente sotto sforzo», precisa il dottor Fabbiocchi. «Rende il sangue più fluido e mantiene elastiche le arterie, riducendo anche altri due fattori di rischio per gli eventi trombotici: l’obesità e l’ipertensione arteriosa. Per stimolare l’apparato cardiovascolare basta praticare con costanza, almeno tre volte alla settimana, delle attività di tipo aerobico come il nuoto, il ciclismo o la camminata a passo svelto». Bando alla pigrizia, dunque, e sì a una vita dinamica che tiene alla larga i trombi.

maggio 2021

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