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Come eliminare le verruche definitivamente

In genere le verruche colpiscono le piante dei piedi, ma a volte possono comparire anche sul viso. Ecco le cure più efficaci per eliminarle definitivamente, evitando le recidive



Basta camminare scalzi nelle docce, negli spogliatoi o sui bordi della piscina per infettarsi con l’HPV (Human Papilloma Virus), un virus molto contagioso responsabile delle verruche della pianta dei piedi che, più raramente, prendono di mira anche le dita localizzandosi tra gli spazi interdigitali. «Le verruche possono essere contratte anche scambiandosi teli da mare, infradito o scarpe da tennis», esordisce la professoressa Iris Zalaudek, direttrice della Clinica Dermatologica dell’Università di Trieste. «Durante la stagione estiva il clima caldo-umido favorisce la replicazione virale. Ma noi dermatologi riscontriamo le verruche plantari tutto l’anno, specie in chi nuota, si allena e frequenta centri benessere dotati di saune e hammam». Ecco in che modo eliminarle.


Come si riconoscono le verruche

«Le verruche sono ispessimenti della pelle, di un colore che va dal giallo al bruno al grigiastro, che provocano fastidio a camminare», spiega la professoressa Zalaudek. «Non vanno confuse con le callosità, perché mostrano un’area centrale più scura, uniforme o “a mosaico”, con dei puntini neri dovuti a microemorragie sottopelle, causate dalla trombosi di piccoli capillari. Infettando le cellule dello strato basale dell’epidermide, infatti, l’HPV stimola una proliferazione incontrollata dei cheratinociti (le cellule più superficiali) che crescono a ritmo serrato.

Di conseguenza, si formano questi ispessimenti o escrescenze che possono anche superare i 6-7 mm di profondità. Le lesioni ipercheratosiche, infatti, si sviluppano sia verso l’esterno sia in profondità (cioè all’interno della pianta del piede), assumendo la tipica forma a cono rovesciato. Purtroppo, eliminare le verruche non è facile. Diversi sono i fattori che possono influenzare la loro eradicazione, tra cui la presunta data del contagio: più l’infezione è recente, maggiore è la probabilità di successo. Viceversa, per verruche di vecchia data, non adeguatamente trattate, si registra un alto numero di recidive, cioè di episodi di recrudescenza spalmati nel tempo. Per questa ragione, chi ne va soggetto deve evitare il “fai-da-te” e affidarsi a un dermatologo in grado di pianificare una strategia di eradicazione a lungo raggio».


Le terapie più efficaci per eliminare le verruche

«Quella più classica è la crioterapia: prevede la “bruciatura” della verruca tramite una specie di ustione da freddo», risponde Zalaudek. «In pratica, si congela l’area infetta dalle verruche con azoto liquido a - 170 °C così da provocare la necrosi, cioè la morte delle cellule contagiate dal virus. In seguito, si forma una vescica che si rompe nel giro di qualche giorno, lasciando spazio alla pelle nuova.

La crioterapia, però, ha dei limiti. Agisce solo sui cheratinociti che formano lo strato più superficiale dell’epidermide, senza riuscire a eliminare il virus che si propaga all’interno. Con tale metodica, la percentuale di recidive a distanza di poche settimane dal trattamento è molto alta (dal 60 all’80%), segno che il virus non è mai stato debellato. Per questo oggi si preferisce prescrivere una terapia combinata, che alla seduta di crioterapia associa l’utilizzo di cerotti medicati, da applicare sulla pianta del piede tutte le sere per 5-6 settimane. Rilasciano acido salicilico al 20% (in alcuni cerotti è associato all’acido lattico). Questo peeling chimico assicura un’esfoliazione graduale ma profonda. Strato dopo strato, “scioglie” i cheratinociti infetti fino ad arrivare al cuore della lesione, dove si annida il virus. Ogni sera, prima di applicare un nuovo cerotto, occorre rimuovere con una lima di cartone o la pietra pomice il tappeto di cellule morte che, grazie agli acidi, è diventato morbido e viene via facilmente.

Per chi non ama i patch, in farmacia si trovano formule spray, da nebulizzare sulla cute. Sempre a base di acido salicilico e lattico, sono molto pratiche da usare ma, rispetto ai cerotti, esigono l’accortezza di isolare l’area da trattare dal resto della cute, delimitandone il perimetro con della pasta all’ossido di zinco o del nastro adesivo. Così la pelle sana viene risparmiata dall’azione degli acidi. Esistono anche delle soluzioni liquide, da applicare sulle verruche con un pennellino, a base di podofillotossina, principio attivo in grado di inibire la mitosi cellulare, che nelle cellule infette è accelerata. La durata del trattamento è inferiore (due settimane) ma i risultati modesti rispetto ai peeling acidi. Infine le bombolette spray “effetto freezing”, a base di ghiaccio secco da spruzzare sulle lesioni. Vendute in farmacia, non sono risolutive perché la cura del freddo resta molto superficiale».


Laser: la tecnica risolutiva contro le verruche

«Il laser C02, facendo evaporare tutta l’acqua contenuta nelle cellule (oltre l’80%) disintegra le verruche all’istante», risponde il dottor Raimondo Tisbo, specialista in chirurgia plastica ed estetica a Milano. «Non va eseguito in estate perché può macchiare la pelle, ma solo in inverno e autunno inoltrato, quando il sole pallido protegge da antipatici “effetti collaterali”.

L’alternativa al laser, più soft ma ugualmente efficace, si chiama Plexr. È l’acronimo di plasma exeresi e comporta il passaggio della cute dallo stato solido a quello gassoso (sublimazione). In fisica, infatti, il plasma è un gas ionizzato. Un sottile manipolo simile a un accendisigari emette in punta un arco elettrico, cioè delle piccole scariche che non toccano la pelle ma la sfiorano appena, facendo passare allo stato gassoso i cheratinociti investiti. Così, strato dopo strato, si “scava” nella verruca che viene rimossa in modo mininvasivo. Un lavoro di precisione, più lento, metodico e meno aggressivo del laser, che consente al chirurgo di avere un maggior controllo della situazione rispetto al C02 a uso chirurgico, che si comporta come un vero e proprio bisturi luminoso pronto a “tagliare” la verruca alla base. Dopo la seduta, si formano delle crosticine che cadono in 4-6 giorni. In una-due sessioni la radice della verruca viene completamente asportata, mettendo al riparo da ricadute».


Quando le verruche colpiscono il viso

Possono essere i baci o gli abbracci “vis à vis” a causare la comparsa delle odiate verruche facciali, piccole escrescenze piane e dure di circa 3 mm di diametro, tondeggianti o ovali, di colore tra il grigio e il marrone e con numerosi puntini neri al loro interno. «È possibile scambiarle per brufoletti, ma sono prive di comedoni e della puntina “bianca”», avverte la professoressa Iris Zalaudek.

«Si riscontrano facilmente anche nei bambini che giocano con la sabbia oppure oggetti contaminati e poi portano le manine al volto. Si curano in modo differente dalle verruche plantari, con una soluzione a base di imiquimod, da spennellare 3 volte alla settimana, la sera, per 4 settimane. Si tratta di un principio attivo immunomodulante che stimola la risposta immunitaria locale, attivando i linfociti T, le cellule che difendono la pelle dagli agenti patogeni». Durante il ciclo di trattamento occorre evitare di esporre il viso al sole. Non tanto perché c’è il rischio di una fotosensibilizzazione cutanea, ma poiché l’imiquimod è una sostanza irritante: può causare prurito, secchezza e determinare un’iperpigmentazione post-infiammatoria, con la formazione di macchie scure. Occhio, dunque, a proteggere sempre la pelle del viso dagli ultravioletti, grazie a creme solari SPF 50+.


Stop alle recidive con lo zinco

Lo zinco è un oligoelemento preziosissimo, componente di oltre 300 metalloenzimi e 2000 fattori di trascrizione. Eppure lo zinco è spesso carente nella nostra dieta, perché abbonda solo in certi cibi: noci, mandorle, semi di zucca e di girasole, fagioli, piselli, alghe, gamberi, cozze e ostriche.

Chi soffre di verruche recidivanti dovrebbe quindi fare una supplementazione con integratori ad hoc. Perché? Una review pubblicata a luglio 2014 dal Dipartimento di Dermatologia del Medical College di Kangra, nell’Himachal Pradesh (uno stato indiano) dimostra che basta assumere 10 mg al giorno di solfato di zinco per aumentare le difese della pelle e ridurre o azzerare il rischio che le verruche, una volta eradicate, si ripresentino.


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Articolo pubblicato sul numero 9 di Starbene in edicola e in digitale dal 10 agosto 2021



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