Bromidrosi, quando l’odore corporeo è cattivo: cause e soluzioni
Ci sono situazioni che possono alterare il naturale profumo del nostro corpo, rendendolo poco piacevole. Scopri quali sono i metodi per tornare a “sapere di buono”

di Roberta Sarugia
L'odore della mamma ha il superpotere di mille carezze, resta impigliato in qualche punto remoto del cervello tanto che, se chiudi gli occhi e ti concentri bene, anche dopo decenni, potresti riuscire a rievocarne la scia rassicurante. Quello della persona che ami si è fuso col tuo: quasi non lo senti più, salvo darti una lieve, piacevole, scossa quando tuffi la faccia nel suo maglione preferito. Poi c’è l’odore del tuo bambino, che si concentra tra la nuca e le pieghe del collo: non è sempre “buono”, eppure è piacevole.
Peccato che, accanto a questa manciata di codici olfattivi a effetto tiramisù, là fuori, nel mondo, ci siano svariate fragranze umane pronte a farti storcere il naso: acute, acide, cattive. Specie in estate. E a volte, inutile negarlo, il problema parte proprio da te.
Ognuno ha il suo odore corporeo
L’odore cambia da un individuo all’altro, un po’ come se fosse una specie di impronta digitale, e si modifica con gli anni, anche a seconda del periodo che si sta attraversando. A comporlo, contribuiscono diversi fattori: dall’igiene personale all’impronta genetica, dall’assetto ormonale agli aspetti emotivi.
«Alla base di tutto c’è il sudore che, più che portare l’odore, gli fa da innesco», spiega Elena Bruni, specialista in dermatologia, cofondatrice del Centro dermatologico Dermatos di Milano.
«Indispensabile per liberare l’organismo dalle scorie e regolare la temperatura corporea, il sudore è prodotto dalle ghiandole sudoripare eccrine (presenti, per esempio sulla fronte e sul palmo delle mani) e da quelle apocrine, (localizzate prevalentemente a livello di ascelle e inguine): il primo è un liquido inodore, mentre il sudore apocrino è più denso e contiene sostanze come i lipidi. L’odore personale si sviluppa quando questa secrezione entra in contatto con i batteri normalmente presenti sulla pelle, che tendono a decomporla».
In gravidanza l'odore corporeo è un richiamo
In gravidanza, durante l’allattamento, in menopausa: ci sono fasi della vita femminile in cui l’odore del corpo si trasforma. «Dipende dalla “danza” degli ormoni, che modificano l’attività delle ghiandole sudoripare e sebacee, alterandone le secrezioni», chiarisce Eleonora Iachini, ginecologa e medico estetico a Milano.
«Durante la gravidanza, in particolare, l’aumento di estrogeni, progesterone e prolattina modifica il pH cutaneo e vaginale. Subentra così un meccanismo biologico antico: l’odore inizia a diventare più pungente perché sia più facile stringere un legame forte ed esclusivo tra mamma e neonato. Quando si allatta l’odore si intensifica (specie intorno al seno), in seguito alla produzione di feromoni e al cambiamento del microbiota cutaneo, ecosistema di microrganismi che colonizzano l’epidermide. Succede qualcosa di simile anche in menopausa, quando l’odore può essere accentuato dalla sudorazione più abbondante, e si risente anche della riduzione degli estrogeni, che rende la pelle secca».
Dal sapone alla depilazione: come evitare il cattivo odore
Per prevenire il cattivo odore (in termini medici la bromidrosi), l’igiene è il primo passo.
«Serve una detersione quotidiana, ma senza eccessi: di norma basta lavarsi una o due volte al giorno con un detergente non aggressivo, come un olio lavante a pH fisiologico, sciacquarsi con cura e poi asciugarsi bene, in particolare in zone come ascelle, pieghe cutanee, inguine e sotto il seno, perché l’umidità favorisce la proliferazione della flora batterica», consiglia la ginecologa. «Step successivo, l’applicazione di un deodorante delicato, che agisce sui microrganismi presenti sulla pelle impedendo che inizino la degradazione del sudore».
Può essere utile anche ricorrere a depilazione o epilazione (di maggior durata): i peli funzionano come una specie di rete, che intrappola batteri e funghi», aggiunge la dermatologa.
Se nonostante vengano rispettate queste semplici regole, associate a un abbigliamento adeguato, il “disagio olfattivo” si fa comunque vivo, potrebbe essere in corso un’infezione batterica, che non sempre provoca un’alterazione visibile a occhio nudo.
Altre cause del cattivo odore corporeo
«La bromidrosi può essere affrontata con detergenti antibatterici e antisettici (per esempio, a base di clorexidina) e deodoranti antitraspiranti», afferma la dottoressa Bruni. «A volte, viene favorita da disturbi come l’eritrasma, infezione superficiale causata da un batterio (il Corynebacterium minutissimum), e l’intertrigine, irritazione e macerazione della pelle che tende a manifestarsi in aree dove si verifica un frequente sfregamento tra superfici cutanee. Si può ricorrere ai tamponi per identificare il problema, che va poi gestito con cure ad hoc che possono includere la prescrizione di antibiotici topici, corticosteroidi e antimicotici».
Un’altra condizione a rischio è il diabete, che aumenta la componente zuccherina delle secrezioni “scatenando” microrganismi e funghi, e, più spesso, l’eccessiva produzione di sudore nota come iperidrosi. «In questo caso, si può ricorrere a farmaci ad azione anticolinergica, che riducono la sudorazione modulando l’effetto del neurotrasmettitore acetilcolina sul sistema nervoso periferico».
Vanno utilizzati sotto controllo medico e applicati ogni sera. «Un’altra soluzione è il trattamento con la tossina botulinica, che viene iniettata appena sottopelle, con punturine nel cavo ascellare: bloccando l’azione di alcune ghiandole sudoripare, offrono un ottimo risultato che dura 4-5 mesi».
Anche lo stress dà cattivo odore
Anche chi in genere non soffre di bromidrosi può emanare un odore pungente nei momenti di stress, prima di un colloquio di lavoro o un esame importante. «Si tratta di un retaggio antico: quando il cervello percepisce una minaccia imminente, attiva il sistema nervoso simpatico, lo stesso che si prepara alla reazione “lotta o fuggi”», spiega la dottoressa Bruni.
«Questo stimolo porta le ghiandole apocrine a produrre un sudore particolarmente ricco, che favorisce l’attività dei batteri sulla pelle. I consigli sono gli stessi dedicati a chi soffre normalmente di iperidrosi e/o bromidrosi, ma in questi casi, specie se il problema coinvolge un adolescente, è necessario occuparsi anche dell’aspetto emotivo: conseguenza diretta del disordine ormonale tipico della pubertà, l’odore di un ragazzino può diventare ancora più intenso perché si sente a disagio tra i coetanei, cosa che lo rende una potenziale vittima di cattiverie e prese in giro. Un circolo vizioso da interrompere al più presto».
Bromidrosi: lo sport è l'alleato
«L’attività fisica è un valido alleato contro il rischio di bromidrosi», spiega Bruni. «Fare movimento contribuisce ad allenare i meccanismi che regolano la sudorazione. Quando si pratica sport con costanza, il corpo impara a gestire meglio la produzione di sudore, rendendola più efficiente e meno soggetta ai picchi improvvisi legati allo stress».
Anche l’alimentazione ha il suo peso. «Una dieta ricca di frutta, verdura, proteine vegetali e fibra, insieme a una corretta idratazione, è la chiave per migliorare l’odore corporeo: diluisce le sostanze contenute nel sudore e frena la crescita batterica», interviene Flavia Bernini, biologa nutrizionista a Milano.
Attenzione, invece, a non esagerare con proteine animali, grassi, alcol e spezie come coriandolo e cumino, aglio e cipolla. «Anche alcuni vegetali quali broccoli, cavoli e asparagi, rilasciando acido solforico, possono modificare temporaneamente l’odore».
I farmaci che cambiano l'odore corporeo
Alcuni medicinali tendono a influenzare l’odore del corpo. «Gli antibiotici e gli antimicotici, agendo sul microbiota, possono alterare l’equilibrio della flora batterica, con effetti anche sull’odore intimo, mentre antidepressivi e ansiolitici sono in grado di interferire con i meccanismi della sudorazione, rendendola più abbondante o modificandone la composizione», spiega la dottoressa Eleonora Iachini, ginecologa.
«Alcuni contraccettivi ormonali, invece, incidono sulla produzione di sebo e sudore perché variano il profilo endocrino, con conseguenze percepibili a livello cutaneo. Lo stesso può capitare con integratori di ferro o vitamine del gruppo B».
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