L’olfatto cambia con l’età: ecco come e cosa può indicare

Con l’avanzare dell’età anche l’olfatto cambia. A partire dai 55 anni inizia a peggiorare, ma non in modo uniforme. Ecco cosa dice uno studio pubblicato su “Food Quality and Preference”



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Con l’avanzare dell’età anche l’olfatto cambia. Chi è a contatto con una persona anziana la sentirà spesso dire che non sente più i sapori e che non è incentivato a mangiare. Siamo portati a pensare che questo fenomeno interessi esclusivamente l’ultima parte della vita, quando si è molto avanti con gli anni. In realtà è un processo che inizia da 50 anni e interessa, nei sapori come negli odori, prima le donne degli uomini.

Nelle donne è legato alla menopausa e alla riduzione egli estrogeni. Alcune donne percepiscono una ridotta capacità di riconoscere odori e profumazioni, altre invece avvertono per esempio più intensamente quelli cattivi, oppure percepiscono in modo più intenso odori e profumi, altre avvertono odori che prima erano graditi e piacevoli, come stucchevoli e nauseanti.

Inoltre si manifesta una minore sensibilità ai ferormoni, gli odori implicati nell’attrazione sessuale, e questo potrebbe in parte spiegare la diminuzione del desiderio e dell’attrazione sessuale che si riscontra spesso in menopausa, anche se il desiderio ha implicazioni più di tipo ormonale. La sensibilità olfattiva della donna in età fertile è legata al ciclo ovarico e il massimo grado si raggiunge durante il periodo periovulatorio.


Come cambia l'olfatto dopo i 55 anni

In generale a partire dai 55 anni l'olfatto inizia a peggiorare, ma non in modo uniforme: secondo quanto scoperto da uno studio pubblicato su Food Quality and Preference, alcuni odori vengono percepiti meglio di altri.

La ricerca ha rilevato che la perdita di olfatto non influenzerebbe le preferenze in fatto di cibo: carne, cipolla e funghi rimanevano cibi gustosi e apprezzati dagli anziani del sondaggio nonostante non ne percepissero più bene l'odore. Ciò che invece cambia con l'età sono le preferenze: il profumo del caffè e del timo, ad esempio, sarebbe più apprezzato dai giovani che dagli anziani.

In genere ci si accorge del cambiamento nell’olfatto attorno ai 60 anni ma, dopo i 70 anni, i cambiamenti sono sostanziali e si raggiunge una prevalenza del 75% dopo gli 80 anni.


Cause e malattie correlate al declino olfattivo 

Non è ancora ben chiaro il motivo del declino funzionale di questo importante senso. Da una parte, la spiegazione potrebbe essere una fisiologica riduzione dell’efficienza della mucosa olfattiva legata all’età (ridotta proliferazione cellulare e creazione di un microambiente che favorisce l’infiammazione). D’altro canto, proprio a causa dell’età, la mucosa nasale potrebbe essere più suscettibile ai danni da agenti esterni, come infezioni virali o sostanze chimiche.

Pare che l’esercizio fisico costante si associ a un rischio minore di disfunzione olfattiva.

Alcuni studi recenti hanno fatto emergere l’ipotesi che i disturbi potrebbero essere dei campanelli di allarme per patologie neurodegenerative tipiche dell’anziano, come il morbo di Parkinson e le sue varianti o l’Alzheimer. L’olfatto si riduce in quasi l’80% delle persone che, di lì a qualche anno, svilupperanno la malattia di Parkinson.

Inoltre è stato osservato che gli anziani con alterazioni dell’olfatto sono più propensi a transitare più rapidamente verso uno stato di demenza.
Se la perdita di olfatto è legata a infezioni si può curare con farmaci ma se dipende dall’anzianità, è irreversibile.


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