Acufene: cause e terapia

A cosa è dovuto il fastidioso tintinnio, ronzio o fischio percepito nell’orecchio? E quale la terapia più efficace? Risponde l’esperto



di Margherita Monfroni

L’acufene, o tinnitus, è la fastidiosa sensazione di sentire (in maniera costante o intermittente) rumori quali tintinnii, fischi o ronzii, in una o entrambe le orecchie.

«Nello specifico, l’acufene non è una malattia o una patologia, ma un disturbo caratterizzato dalla percezione di suoni non legati a stimoli esterni – spiega il dottor Johnny Cappiello, responsabile otorinolaringoiatria dell’Istituto Clinico Sant’Anna di Brescia (Gruppo ospedaliero San Donato) – Da studi epidemiologici recenti viene riportato che l’acufene è un sintomo frequente, infatti il 20% della popolazione ne soffre. Per il 5% per cento costituisce disabilità e nell’1-2% determina un handicap con forti ripercussioni sulla qualità della vita». 


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Cause

Nonostante risulti fastidioso, l'acufene normalmente non è sintomo di patologie serie, e in generale è possibile attutire il fischio o il ronzio trattandolo adeguatamente, ovvero identificando la causa alla base del disturbo.

«Gli acufeni vanno intesi come la percezione da parte del cervello di stimoli acustici endogeni, cioè non provenienti dall’esterno – spiega il dottor Cappiello – Questa percezione è dovuta principalmente a una o più cause, che possono comprendere deficit uditivi, fattori psicologici e stress, origini somatiche (ndr. cioè in relazione ad altre parti del corpo: l’orecchio quindi percepisce rumori prodotti in altri distretti, come all’interno di un vaso sanguigno, delle articolazioni temporomandibolari o di una struttura muscolare, per esempio nei casi di contrazione eccessiva e ripetuta dei muscoli masticatori tipica del bruxismo) e altri fattori come tumori, spesso benigni, del nervo acustico o encefalico».

Deficit uditivi

Tra le diverse cause, comunque, i disturbi dell'udito rappresentano la principale causa di insorgenza degli acufeni.

Come spiega l’esperto, infatti, «l’acufene può essere il sintomo di alterazioni a carico dell’orecchio, provocati da irritazioni o corpi estranei (come il semplice tappo di cerume), da traumi acustici o cranici, da un’infiammazione acuta o cronica in particolare dell’orecchio medio, da fattori genetici e patologie degenerative dell’orecchio interno (idrope), da processi degenerativi legati all’età e dall’utilizzo di farmaci ototossici», cioè di medicinali che, tra gli effetti collaterali, comprendono il rischio di lesioni all’orecchio e/o all’udito.

Terapia

Dopo un’accurata indagine uditiva ed eventuali esami strumentali utili ad accertare la causa (o le cause) che ha scatenato l’acufene, il medico specialista prescriverà l’insieme di terapie più adeguate per il tipo di problema.

«Poiché le cause dell’acufene sono diverse da individuo a individuo, è necessario impostare una terapia specifica e personalizzata per ogni singolo paziente – spiega il dottor Cappiello – È dunque obbligatorio consultare uno o più specialisti per la valutazione della terapia (o della combinazione di terapie) più indicata per ogni caso, con l’obiettivo primario di rendere sopportabile il disturbo». 

Tinnitus Retraining Therapy (TRT)

Generalmente, il percorso terapeutico può prevedere una componente farmacologica, una terapia psicologica nei casi in cui venga individuata una forte componente psicologica o psicopatologica, e terapie fisiche qualora si riscontri l'influenza di altri distretti corporei a partire da collo, spalle e articolazioni mandibolari.

Tra tutte, però, «la TRT è la cura su cui si punta maggiormente perché sembra essere il trattamento più soddisfacente. La TRT (Tinnitus Retraining Therapy) è una terapia di desensibilizzazione che si basa sull’allenamento dell’apparato uditivo e del cervello, con lo scopo di “abituarli” a sentire i rumori. Quando l’abitudine a sentire questi suoni subentra alla novità, infatti, questi suoni non saranno più percepiti o lo saranno in modo molto meno intenso» afferma il dottor Cappiello.

«Per indurre questa abitudine si usa spesso la tecnica dell’arricchimento sonoro: il paziente viene sottoposto a stimolazioni acustiche di bassissima intensità attraverso generatori sonori che, in sottofondo, producono suoni che si mischiano all’acufene; si tratta di suoni piuttosto gradevoli che permettono una facile e breve abitudine – prosegue l’esperto – Il suono dell’acufene si “diluisce” nel sottofondo acustico e diminuisce il contrasto percettivo. La terapia, di solito, ha una durata che varia tra i 6 e i 18 mesi, trascorsi i quali l’acufene è quasi sempre del tutto scomparso o comunque molto meglio tollerato». 

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