Se sei in sovrappeso il cervello invecchia prima
Uno studio internazionale che ha coinvolto l’Università di Bologna, della Pennsylvania e della Columbia University, condotto su oltre 46mila persone, rivela che sovrappeso e obesità accelerano l’invecchiamento del cervello, sopratutto nei più giovani

Che i chili in più abbiano conseguenze negative sulla salute cardiovascolare lo sappiamo bene, forse sappiamo un po’ meno che a rimetterci è anche il cervello. Già, perché secondo un importante studio internazionale, che ha coinvolto l’Università di Bologna, quella della Pennsylvania e la Columbia University, il sovrappeso è collegato a un invecchiamento più rapido delle funzioni cerebrali. Parliamo di un’analisi condotta su oltre 46mila persone in tutto il mondo. Un numero davvero enorme, che ha permesso ai ricercatori di arrivare a conclusioni molto solide.
«Questo progetto rappresenta un contributo significativo, perché suggerisce che il trattamento del sovrappeso è di importanza cruciale, soprattutto ora che l’obesità è riconosciuta come una pandemia», spiega Filippos Anagnostakis, primo autore dello studio, neolaureato in Medicina dell’Università di Bologna e attuale ricercatore all’University of Pennsylvania.
Il peso incide sull’età cerebrale
Le stime indicano che entro i prossimi anni oltre la metà della popolazione adulta mondiale sarà in sovrappeso o obesa. Quindi, ad altissimo rischio di disordini metabolici, malattie cardiovascolari e renali. Una tendenza preoccupante, alla quale adesso si aggiunge anche il tema della salute cerebrale. Come si è arrivati a questa scoperta? I ricercatori hanno esaminato le risonanze magnetiche dei partecipanti e, grazie ad algoritmi avanzati, hanno potuto calcolare con precisione l’età biologica del cervello di ognuno, confrontandola con il loro indice di massa corporea (BMI).
«I dati mostrano che un peso corporeo eccessivo è associato a una maggiore atrofia cerebrale, un cambiamento che può assomigliare a quello osservato nelle fasi iniziali dell’Alzheimer», spiega il ricercatore. Il rischio comincia già da un BMI di 25, cioè appena oltre la soglia del normopeso.
Le differenze tra donne e uomini
Lo studio ha messo in evidenza anche alcune differenze tra i sessi. Negli uomini, il cervello di chi ha chili in eccesso sembra più vecchio di circa 8 mesi rispetto a quello dei normopeso. Nelle persone obese il gap sale addirittura a 2 anni. Diverso il discorso per le donne: dalla ricerca emerge che quelle con un peso nella norma mostrano più segni di atrofia rispetto alle colleghe in sovrappeso e agli uomini normopeso.
«Sappiamo che la differenza di sesso influisce in modo diverso sul rischio di sviluppare forme di demenza, ma restano da capire i percorsi che provocano queste disparità».
Altro elemento centrale è quello dell’età: l’impatto del peso corporeo sull’invecchiamento del cervello è più forte nei soggetti più giovani e tende a diminuire con l’avanzare dell’età.
Il ruolo delle proteine nel sangue
Restano ancora da chiarire molti aspetti legati a queste connessioni e i meccanismi alla base delle differenze di sesso. Alcuni indizi arrivano dalle cosiddette analisi proteomiche.
«Ci offrono informazioni sui livelli di alcune proteine nel sangue degli individui con obesità o sovrappeso e che sono associate all’invecchiamento cerebrale e all’atrofia prima dell’insorgenza della demenza. Questo può evidenziare il ruolo protettivo o dannoso di alcune proteine nella progressione della malattia», conclude Anagnostakis.
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