Con lo smartwatch è possibile prevedere l’ictus

Prevedere l’ictus oggi è possibile anche con uno smartphone. Un gruppo di ricercatori del Campus Bio-Medico di Roma ha valutato come uno smartwatch sia in grado di identificare in maniera efficace la fibrillazione atriale e anticipare l’ictus con una terapia anticoagulante



Quando hai la pressione alta, il colesterolo e i trigliceridi sopra la norma o soffri di diabete, sai di essere un soggetto a rischio di patologie cardiovascolari ma non sempre questo è sufficiente a evitare l’insorgenza di un ictus. Soprattutto se a causarlo è una fibrillazione atriale silente. Devi sapere però che oggi, grazie a uno smartwatch collegato a un telefonino, è possibile monitorare lo stato di salute e scongiurare l’ictus. Come? Grazie a dispositivi tecnologici presenti nello smartwatch e collegati via bluetooth a un cellulare, come ha mostrato un gruppo di ricercatori del Policlinico Campus Bio -Medico di Roma.

Un ictus ogni tre minuti

In Italia ogni tre minuti si verifica un ictus. Questa patologia è la terza causa di morte e la più frequente  disabilità permanente negli adulti. Gli ultraottantenni sono i soggetti più a rischio, ma anche giovani sotto i 55 anni possono essere vittime del cosiddetto ictus giovanile causato da diverse patologie: la coagulopatia congenita, la dissecazione della carotide, malattie autoimmuni come vasculiti, oppure la presenza del foro ovale di Botallo che genera una anomala comunicazione dei due atrii del cuore.


Quando la fibrillazione atriale c’è ma non si avverte

Lo studio, condotto con il supporto di Fondazione Ania, ha evidenziato come riconoscere precocemente i segnali di una fibrillazione atriale possa salvare la vita.

«Molti casi di ictus (circa il 30% sono collegabili ad aritmie cardiache asintomatiche), si verificano senza segnali apparenti», spiega Vincenzo Di Lazzaro, direttore dell’Unità di neurologia presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e responsabile dello studio. «Durante la fase di fibrillazione però possono formarsi dei coaguli all’interno del cuore che poi raggiungono il cervello, chiudono le arterie cerebrali e generano l’ictus devastante. In un paziente su tre, infatti, la causa dell’ictus non è definita. La tecnologia però può essere aiuto per riconoscere le fibrillazioni atriali asintomatiche che generano un fenomeno embolico e avviare quindi il prima possibile una terapia anticoagulante».

Lo smartwatch salvavita

Lo studio realizzato dai ricercatori del Policlinico Campus Bio-Medico di Roma ha preso in esame 161 pazienti che avevano già avuto un attacco ischemico transitorio (TIA) o un minor stroke (ischemia cerebrale con sintomi lievi). 87 sono stati monitorati per un mese utilizzando uno smartwatch di ultima generazione, in grado di registrare l’elettrocardiogramma, la pressione arteriosa e la saturazione di ossigeno nel sangue. I dati raccolti su uno smartphone fornito dai ricercatori sono stati poi integrati con l’anamnesi del paziente per definire la strategia terapeutica.

«L’impegno richiesto ai pazienti è stato indossare il più possibile lo smartwatch e di rilevare la pressione arteriosa e la saturazione del sangue più volte al giorno», sottolinea Di Lazzaro. «Nel gruppo di studio sono stati identificati in questo modo nove episodi di fibrillazione atriale».
Un alert trasmesso dal dispositivo ha permesso dunque ai medici di intervenire con una terapia anticoagulante mirata e di anticipare la formazione di un episodio ischemico o di un ictus.

Effetto psicologico del “dottor smartwatch”

“Dottor  smartwatch” si è rivelato anche un grande incentivo “psicologico” alla cura della propria salute, in particolare negli anziani.

«A dispetto della scarsa propensione all’uso della tecnologia, infatti, gli ultraottantenni invitati a indossare lo smartwatch hanno prestato attenzione alla rilevazione dei parametri e all’invio degli stessi al medico», fa notare il ricercatore. «Un atteggiamento positivo che ci porta a immaginare, in futuro, un impiego dello smartwatch per la ricerca della fibrillazione atriale per un periodo di almeno tre anni, anche perché le aritmie cardiache possono essere molto sporadiche e dilatate nel tempo».

Il vantaggio della tecnologia nella prevenzione

Lo studio realizzato dai ricercatori romani dice che lo smartwatch può essere un valido strumento di prevenzione secondaria, ma anche un prezioso alleato nella prevenzione primaria.

«Lo smartwatch con questa tecnologia segnala automaticamente la presenza di un ritmo cardiaco irregolare con possibili anomalie; può quindi essere utile non solo a soggetti a rischio», fa notare il ricercatore. «Chiunque può mettersi in salvo nel momento in cui il suo smartwatch segnala una anomalia cardiaca, recandosi immediatamente dal medico o al Pronto Soccorso».
Per il prossimo Natale perché non prevedere quindi tra i regali uno smartwatch con l’algoritmo per la ricerca della fibrillazione atriale?  

novembre 2023

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