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Doveri del medico di base e diritti del paziente

Orari di ambulatorio, disponibilità telefonica e visite domiciliari: tutto quello che c’è da sapere



di Isabella Colombo

Ti ascolta, ti consiglia, ti cura. Il rapporto con il tuo medico di base è basato sulla fiducia reciproca. «E il paziente ha un grande vantaggio, che spesso dimentica: può cambiarlo in qualsiasi momento» spiega Silvestro Scotti, vice segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale. «Perché ognuno ha il diritto di essere curato dal professionista che risponde meglio alle proprie esigenze». A partire da orari di ambulatorio, disponibilità telefonica e visite domiciliari. Temi sui quali spesso si fa confusione. Ecco tutto quello che c'è da sapere per capire dove finisce l'obbligo del medico o il diritto del paziente.


IN AMBULATORIO
«Il medico di base deve essere disponibile tutti i giorni feriali con un orario minimo che varia a seconda del numero dei suoi assistiti. Un'ora se ha fino a 500 pazienti, due se ne ha da 500 a 1000 e tre se ne ha fino a 1500» spiega Silvestro Scotti. In alcune città o regioni i medici lavorano anche al sabato. «Tutti i pazienti che arrivano in quelle fasce orarie hanno diritto di essere comunque visitati». A volte il medico stabilisce di ricevere solo su appuntamento. «Ma se alla sua porta si presenta un'urgenza, questa, in base alla sua valutazione, avrà la priorità».


AL TELEFONO
Quando non c'erano i cellulari, i medici avevano l'obbligo di essere disponibili telefonicamente dalle 8 alle 10 del mattino. «Oggi sono molto più flessibili e sempre disponibili. Un medico che risponde sempre al telefono tranquillizza i suoi assistiti e spesso evita lunghe code in ambulatorio o accessi inutili al pronto soccorso. Il buon senso prevede però di non chiamarlo negli orari di ambulatorio». Il medico di famiglia è l'unico che può prescrivere dei farmaci anche al telefono. «Perché più di ogni altro conosce la storia clinica del paziente».


A CASA
Il medico è obbligato a visitare i pazienti a casa quando lo chiedono? «Solo in un caso, quando il paziente non può muoversi per impedimenti reali, per esempio un anziano che abita al quinto piano e non ha ascensore» spiega l'esperto. «In tutti gli altri casi spetta a lui valutare se è il caso o meno di andare a casa. Spesso viene chiamato per una febbre alta e lui decide di aspettare l'indomani. Non è cattiva volontà ma prassi: prima di 48 ore non è possibile fare diagnosi ma solo ipotesi». In genere, però, le visite richieste entro le 10 del mattino vengono effettuate in giornata. Le altre entro le 12 del giorno dopo.


QUANDO NON C'È
Dopo le 20 non puoi più fare riferimento al medico di famiglia ma alla guardia medica. Lo stesso nei festivi e nei weekend fino al lunedì mattina. Quando è in ferie, il medico nomina il suo sostituto, un altro medico del quale lui si sfida e del cui operato si assume la responsabilità. Ma se sta via per più di 30 giorni, per ferie o in malattia, è l'Asl a nominare un sostituto.


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