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Glaucoma: che cos’è, sintomi e cure

Convivere con questa malattia che porta alla cecità è possibile, come dimostra la vita del tenore Andrea Bocelli, che fino a 12 anni ci vedeva. Ma che cos’è il glaucoma? E, soprattutto, si può prevenire? Ce lo spiega il nostro esperto

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di Oscar Puntel


Un graduale restringimento del campo visivo, talmente lento da non accorgersene. La vista che diventa “tubolare”, con le aree periferiche che si fanno sempre più sfumate. «Quando si va dallo specialista, la malattia è già avanzata. Si realizza che c’è qualcosa che non va quando è già troppo tardi», ci spiega Luigi Marino, oculista, docente universitario a Milano. «Il glaucoma è il ladro silenzioso della vista. Non te ne accorgi, ma la perdi», aggiunge il professore.

E il glaucoma ha rubato, da bambino, la vista anche a Andrea Bocelli, voce del bel canto italiano nel mondo. Questo non ha impedito al tenore toscano di laurearsi in legge a Pisa e di studiare musica al conservatorio. Bocelli non vede, ma “guarda” attraverso gli altri sensi, come ha raccontato lui stesso in una recente intervista al Corriere della Sera. «So benissimo come sono fatti i miei figli. Mi sono cresciuti tra le mani», ha detto. E ancora: «Sono molto fisico, ho bisogno di contatto; e se i bambini non lo volevano, lo imponevo. La mancanza della vista accentua gli altri sensi e te ne dona un sesto. Capisci subito chi hai di fronte».

Ma che cosa è il glaucoma e come si cura? Porta inevitabilmente alla cecità? Ne abbiamo parlato con il  professor Luigi Marino. Ecco che cosa ci ha risposto.


Che cos’è il glaucoma, professore?

Il glaucoma è un deficit della visione periferica: le persone mostrano un restringimento del campo visivo. A che cosa è dovuto? La patologia si manifesta come conseguenza di un’anomalia del sistema di produzione ed escrezione dell’umor acqueo, liquido salino che si trova tra la cornea e il cristallino, l’altra lente naturale del nostro occhio. Nella parte anteriore dell’occhio, l’umor acqueo viene prodotto dai corpi ciliari, muscoli che stirano il cristallino e fanno in modo che la nostra visione sia a fuoco.

È una specie di “acquedotto interno”: l’umor irrora e nutre la cornea e viene poi drenato all’angolo corneale, nel punto in cui l’iride fa l’angolo con la cornea stessa. In questa catena possono esserci ostacoli malformativi: l’occhio può presentare anomalie congenite, per cui il liquido salino non riesce poi a “defluire” regolarmente oppure viene iper-prodotto. Queste condizioni fanno aumentare la pressione dell’occhio, perché l’umor non riesce a “a scaricarsi”.

L’aumento della pressione schiaccia il nervo ottico e i vasi della retina (la membrana più interna del bulbo coperta da cellule nervose, i recettori che ci permettono la visione) e il sangue non riesce a raggiungere la periferia dell’occhio. Di qui, il deficit alla visione periferica.


Il glaucoma è ereditario?

Alla base del glaucoma c’è una componente malformativa, che è una anomalia congenita. Esiste quindi una predisposizione genetica allo sviluppo della patologia. Inoltre, può essere associato anche all’ipotiroidismo (cioè quando ci sono problemi alla tiroide). La pressione dell’occhio, invece, non dipende dal fatto di avere la pressione arteriosa alta.


Questa malattia si può prevenire?

Si previene sottoponendosi all’esame del tono oculare: una particolare strumentazione ci restituisce il dato della tonometria, cioè la misura della pressione intra-oculare. Se il valore è superiore 22, siamo in una condizione di iper tono oculare che necessita di un approfondimento diagnostico, con esame del campo visivo, per capire se c’è un glaucoma.

Dopo i 50 anni, la tonometria va fatto almeno una volta all’anno per capire come stanno i nostri occhi. Attenzione ai comportamenti di automedicazione. Chi soffre di occhi rossi ed è abituato a mettersi il collirio al cortisone per ridurlo, sappia che così ci si può procurare un glaucoma. Meglio avere un consulto oculistico.


Come ci si cura?

La malattia è controllabile e gestibile con una terapia appropriata. Chi è affetto da glaucoma deve sottoporsi a controlli di routine ogni tre mesi. Ci sono diversi livelli di intervento: uno o più colliri durante la giornata possono abbassare la pressione.

Se il collirio non basta, si usano in abbinata dei farmaci diuretici, per via orale, che hanno la stessa funzione. Una novità è l’uso delle prostaglandine: sotto forma di collirio, in pazienti anziani, sono molto comode perché prevedono una sola somministrazione al giorno. Se il paziente non riesce più ad autogestirsi, si ricorre alla chirurgia laser: si vanno a coagulare i corpi ciliari, riducendo la produzione dell’umor acqueo.

Rispetto a 30 anni fa, la terapia per questa patologia si è innovata grazie alla tecnologia e all’uso di farmaci, come i diuretici e anche le prostaglandine, che conoscevamo già per altre patologie e che si è scoperto avere una funzione regolatrice anche sulla pressione oculare.


Esistono più tipi di glaucoma?

Sì. Ci sono due grandi categorie: glaucoma ad angolo aperto e glaucoma ad angolo chiuso. La differenza fondamentale è nel funzionamento anomalo del sistema di drenaggio dell’umor. Il glaucoma è ad angolo aperto, quando esso invecchia o si presenta ostruito. È ad angolo chiuso, quando il canale di deflusso dell’umor è eccessivamente stretto, a causa di una anomalia congenita.


In un’intervista Andrea Bocelli ha ricordato di aver subito diversi interventi agli occhi da piccolo e di aver perso del tutto la vista dopo una pallonata, a 12 anni. Che tipo di glaucoma è il suo?

Nel caso del cantante toscano, è molto probabile che si sia trattato di un glaucoma malformativo, che gradualmente ha portato alla riduzione della vista. Crescendo, il suo occhio non si è sviluppato in modo armonico con il resto del corpo, comportando un’anomalia nel sistema dell’umor acqueo.

Un trauma cranico in questo caso può essere compatibile come un cofattore della sua cecità totale: la pallonata potrebbe aver causato un trauma ai centri ottici del cervello, ledendo le vie neurali deputate alla visione. In pratica, il colpo si è aggiunto ai deficit visivi determinati dal glaucoma.


Quali sono i centri d’eccellenza in Italia per curare questa patologia?

Un centro di eccellenza, che è anche convenzionato, è quello del San Raffaele di Milano, guidato da Paolo Bettin. Nella stessa città, c’è il Centro italiano glaucoma di Roberto Carassa, che è privato. A Roma, l’Ospedale Oftalmico. A Parma, la Clinica Oculistica diretta da Stefano Gandolfi presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria.

13 dicembre 2016

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