Cancro che si sviluppa a spese dei tessuti dei bronchi e dei polmoni. Le neoplasie broncopolmonari sono tumori maligni bronchiali, mentre gli unici veri tumori che si sviluppano a partire dal tessuto polmonare sono quello broncoalveolare e le forme secondarie. L’espressione cancro del polmone è quindi spesso impropria.
Cancro broncopolmonare primitivo
È il cancro più frequente al mondo e la sua incidenza ha conosciuto un drammatico aumento negli ultimi decenni. Il tabagismo ne è considerato la causa principale. Anche un’esposizione passiva al fumo ha effetti cancerogeni: tra i non fumatori che vivono a contatto con grandi fumatori il rischio di cancro broncopolmonare primitivo è del 35% superiore rispetto a quello dei non fumatori non esposti. L’ambiente (non tanto l’inquinamento atmosferico, quanto l’esposizione, professionale o meno, a radiazioni ionizzanti o a determinate sostanze, come amianto, cromo, nichel, idrocarburi) costituisce un altro fattore di rischio. Si distinguono due grandi categorie di cancro broncopolmonare primitivo, a seconda delle dimensioni delle cellule.
Le forme non a piccole cellule, quali tumori epidermoidi (35%), adenocarcinomi (40%) e neoplasie maligne indifferenziate a grandi cellule (15%), rappresentano quasi il 90% del totale dei tumori broncopolmonari. Si manifestano con segni respiratori (tosse persistente, affanno, dolore toracico, emottisi, sibili respiratori, pneumopatia persistente o recidivante, ascesso polmonare, pleurite purulenta), che a uno stadio tardivo si associano a un peggioramento dello stato generale del soggetto.
Le forme a piccole cellule costituiscono il 10% dei tumori broncopolmonari e, per il loro elevato potenziale metastatico e la precoce invasione del mediastino, sono particolarmente gravi.
Le loro manifestazioni sono simili a quelle delle forme descritte in precedenza. In conseguenza del volume dei tumori e della loro proliferazione, talvolta determinano la dilatazione delle vene superficiali del torace e un edema alla base del collo per compressione della vena cava comune, oltre a una sindrome paraneoplastica (in particolare la sindrome di Schwartz-Bartter, dovuta all’anomala secrezione di un ormone antidiuretico a opera del tumore maligno).
Diagnosi
La scoperta di un cancro broncopolmonare primitivo in genere ha luogo in occasione di un esame radiologico prescritto a causa dei sintomi sopraelencati. Il prelievo di tessuto (mediante biopsia, di solito per fibroscopia bronchiale) o delle cellule cancerose (per l’analisi dell’escreato) permette di confermare la diagnosi. L’estensione della malattia si valuta con una TC toracoaddominale e cerebrale, un’ecografia dell’addome e una fibroscopia bronchiale.
Evoluzione
Dopo un’evoluzione locoregionale, i tumori broncopolmonari primitivi possono dare luogo a metastasi extratoraciche, in genere ossee, epatiche e cerebrali.
Trattamento
Il trattamento delle forme non a piccole cellule dipende dalla loro estensione nel torace o altrove (metastasi) e dalla funzionalità respiratoria del soggetto. Al termine di questa valutazione, solo il 30% dei pazienti risulta operabile. Di questi, il 25% può trarre beneficio dall’asportazione completa del cancro, laddove l’ablazione può riguardare un segmento del lobo, un lobo (lobectomia) o anche un intero polmone (pneumectomia). La radioterapia non vale a contenere l’estensione del tumore se non in un numero molto limitato di casi.
Quanto alla chemioterapia, dà scarsi risultati sul tumore in sé, ma migliora la durata e la qualità della vita dei pazienti. Il trattamento delle forme a piccole cellule consiste nella chemioterapia d’associazione (che impiega più farmaci). A titolo preventivo è auspicabile associare la radioterapia del torace nelle forme localizzate e, talvolta, in quelle dell’encefalo.
Prevenzione
È costituita principalmente dalla lotta contro il fumo e dalle misure riguardanti la protezione professionale.
Cancro broncopolmonare secondario Molto frequente a causa della ricca vascolarizzazione dei polmoni, è dovuto a metastasi. Più spesso localizzate nei bronchi che nei polmoni, queste provengono, per via sanguigna o linfatica, da un cancro primitivo di sede variabile (seno, apparato digerente, reni o bronchi). I sintomi sono gli stessi del cancro broncopolmonare primitivo.
Alla radiografia il tumore può assumere aspetti molto variabili: opacità polmonare unica, opacità polmonari multiple, opacità reticolonodulari diffuse, spesso corrispondenti a linfangite carcinomatosa (responsabile di alterazioni della diffusione gassosa) e così via.
Il trattamento, in primo luogo medico (chemioterapia, ormonoterapia), dipende soprattutto dalla natura del cancro primitivo; in via eccezionale, può essere chirurgico. La prognosi è in genere severa.