Laser

Apparecchiatura che produce un fascio sottile di raggi luminosi coerenti nello spazio e nel tempo. Il nome deriva dall’acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation (amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazioni). Le radiazioni elettromagnetiche (emissione di fotoni) si ottengono stimolando atomi di gas (CO2, argon) o terre rare in soluzione (ittrio). […]



Apparecchiatura che produce un fascio sottile di raggi luminosi coerenti nello spazio e nel tempo. Il nome deriva dall’acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation (amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazioni). Le radiazioni elettromagnetiche (emissione di fotoni) si ottengono stimolando atomi di gas (CO2, argon) o terre rare in soluzione (ittrio).

Laser all’anidride carbonica o laser CO2 Vaporizza i tessuti su cui viene applicato. Può agire sulle lesioni in due modi: vaporizzandole per effetto termico o incidendole con estrema precisione, come la lama di un bisturi; in quest’ultimo caso, si lascia che la cicatrizzazione avvenga spontaneamente oppure si procede a una sutura. La rapidità del trattamento e l’assenza di emorragia sono i principali vantaggi offerti da questo tipo di laser.

Laser ad argon Agisce per fotocoagulazione producendo piccole ustioni localizzate. Emette una luce rossa che viene assorbita dalle strutture vascolari della pelle. Molto utilizzato in dermatologia per il trattamento degli angiomi piani, di quelli stellati, della couperose e delle teleangectasie, trova impiego anche in oftalmologia (prevenzione del distacco della retina, glaucoma cronico ad angolo aperto, degenerazioni maculari). Il laser ad argon presenta scarsa potenza, caratteristica che ne limita l’uso.

Laser YAG Di tipo ablativo, emette impulsi molto brevi (inferiori al miliardesimo di secondo) producendo poco calore, ma ottenendo lo stesso effetto meccanico di un bisturi. Si utilizza in oftalmologia, nella chirurgia della cataratta (per le opacizzazioni secondarie), in pneumologia e in gastroenterologia (per distruggere i tumori ostruenti).

Laser a eccimeri Di tipo fotoablativo, trova impiego nel trattamento della miopia e di alcune forme superficiali di opacità corneali.


Indicazioni

Le applicazioni del laser sono molteplici. In dermatologia, serve a distruggere alcuni tumori cutanei e le macchie pigmentate.

In gastroenterologia, viene utilizzato per frantumare i calcoli del coledoco, per aprire un varco, ristabilendo la continuità digestiva nei tumori in fase avanzata dell’esofago e del retto, e per coagulare i vasi sanguinanti all’interno del tubo digerente (ulcere, angiomi). In ginecologia, serve a distruggere le lesioni precancerose della cervice uterina.

In oftalmologia, il laser viene utilizzato innanzitutto nella prevenzione e nel trattamento del distacco della retina, per far aderire la retina e le membrane sottostanti a livello delle lacerazioni o delle lesioni degenerative; in seguito, per distruggere le piccole lesioni retiniche; infine, per fotocoagulare i microaneurismi retinici dovuti al diabete e nel trattamento della miopia.In otorinolaringoiatria, permette di trattare alcune lesioni delle corde vocali e della laringe. In pneumologia, il laser distrugge i tumori che ostruiscono i grossi bronchi, rappresentando un ostacolo alla respirazione, oltre a consentire di rimuovere gli ostacoli di natura non tumorale, come le stenosi formatesi a causa di una cicatrice successiva a intubazione e tracheotomia. In caso di tumore maligno, il laser può rendere meno difficoltosa la respirazione del paziente.

Attualmente sono in fase di studio nuove indicazioni: distruzione delle placche ateromatose sulle pareti delle arterie, tumori prostatici e così via.