Trombocitemia
Patologia caratterizzata da un aumento anormale del numero di piastrine in assenza di una causa determinata. Fa parte delle sindromi mieloproliferative, è relativamente frequente e colpisce in generale soggetti al di sotto dei 20 anni. Viene detta anche trombocitemia essenziale (o primitiva).
Sintomi e segni
La trombocitemia può manifestarsi con una trombosi (ostruzione da parte di un trombo) di una o più piccole arterie, mentre le vene sono meno colpite. Causa talvolta dolori alle mani e ai piedi, spesso attenuati dall’assunzione di acido acetilsalicilico, e un leggero aumento del volume della milza. Molto spesso non dà sintomi e viene scoperta in maniera fortuita in occasione di un prelievo di sangue. Più raramente, viene rivelata da emorragie.
Diagnosi
La diagnosi si basa su un aumento considerevole del numero di piastrine (da 500.000 a molti milioni per millimetro cubo, mentre il valore normale è compreso tra 150.000 e 450.000), constatato in assenza di qualsiasi disturbo (infiammazione, emorragia, carenza di ferro, insufficienza funzionale della milza) che possa spiegarlo. La biopsia del midollo non mette in evidenza fibrosi.
Trattamento e prognosi
In caso di aumento moderato del numero delle piastrine, il trattamento consiste nel somministrare antiaggreganti piastrinici (acido acetilsalicilico) a basse dosi. Se l’aumento è importante, o in caso di rischio vascolare, occorre ridurre la produzione di piastrine per mezzo di farmaci detti mielosoppressori, come l’idrossiurea. È necessario un controllo regolare del numero di piastrine (ogni 3-6 mesi). La prognosi di questa malattia è molto buona.
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