Donazione diOrgano
Disponibilità di uno o più organi di un individuo, destinati, per volere del diretto interessato o dei suoi congiunti, al trapianto su un altro soggetto. Il donatore può essere vivente o in stato di morte cerebrale (condizione caratterizzata dall’arresto definitivo di ogni attività cerebrale, comprese quelle del tronco dell’encefalo, con cessazione dell’attività respiratoria spontanea ed elettroencefalogramma piatto). Il consenso esplicito e accertato del donatore vivente in salute è il prerequisito indispensabile per il prelievo e il trapianto di un rene o del midollo osseo a beneficio di un congiunto in attesa di trapianto. Il prelievo di un organo da un soggetto in stato di morte cerebrale richiede in genere il consenso della famiglia, sempre che il diretto interessato non abbia lasciato uno scritto per dichiararsi esplicitamente contrario alla donazione. Gli organi prelevati possono essere cuore, polmoni, fegato, pancreas, reni o cornea. Per poter procedere all’intervento è indispensabile conservare la vitalità dell’organo destinato al trapianto (occorre quindi che il cuore del donatore batta ancora e che i polmoni continuino a essere ventilati da un respiratore). Gli organi del donatore devono appartenere allo stesso gruppo HLA (Human Leukocyte Antigen, antigene leucocitario umano) degli organi del ricevente, vale a dire che donatore e ricevente devono avere lo stesso tipo di antigeni tissutali. Questa precauzione mira a evitare il fenomeno del rigetto. L’espianto in genere si compie su pazienti giovani, vittime di incidenti stradali, perché questo aumenta le probabilità che gli organi prelevati siano sani. Il crescente divario tra domanda e organi disponibili rischia oggi di favorire la pratica illegale del commercio di organi, già in atto in alcuni Paesi in via di sviluppo. Per questo motivo i comitati etici e i consigli dell’Ordine dei medici nelle varie nazioni hanno aumentato la vigilanza sul fenomeno.
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