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Respiratore

Apparecchio che insuffla una miscela di aria e ossigeno nei polmoni di un paziente incapace di inspirare autonomamente una quantità d’aria adeguata a causa di un’insufficienza respiratoria. I respiratori comprendono diversi tipi di apparecchi, ma il loro principio di base è sempre lo stesso. Una fonte eroga un gas la cui gittata è frazionata in volumi elementari predeterminati. Ogni volume elementare viene somministrato, tramite un tubo introdotto nella trachea o una tracheotomia, con una pressione sufficiente a dilatare il torace del paziente e a provocare un’inspirazione; l’espirazione è invece spontanea, in quanto la gabbia toracica è dotata di un’elasticità che le consente di riacquistare il volume iniziale. Nel sangue arterioso si raggiungono concentrazioni di ossigeno e anidride carbonica vicine ai valori normali mediante la regolazione do diversi parametri: durata dell’inspirazione e dell’espirazione (in genere l’espirazione è due volte più lunga dell’inspirazione), frequenza dei cicli respiratori (circa 20 al minuto), percentuale di ossigeno nella miscela somministrata. Il volume dei polmoni viene mantenuto vicino a quello normale grazie a una pressione espiratoria positiva (uguale o superiore alla pressione atmosferica).

I respiratori offrono una notevole flessibilità di impiego e si possono adattare a tutte le situazioni. A fianco di apparecchiature elaborate, riservate all’uso ospedaliero, se ne trovano di più semplici, concepite per il trasporto in ambulanza o l’impiego a domicilio (per i malati che soffrono di insufficienza polmonare cronica). Il respiratore può essere utilizzato continuativamente o solo per una parte della giornata (per esempio di notte).


Distacco dal respiratore

Quando le lesioni polmonari e le paralisi si attenuano o il paziente esce dal coma, si procede al distacco dal respiratore, che deve essere graduale e può avvenire in vari modi:

  • nella ventilazione assistita controllata, il paziente ha il controllo di ogni singolo ciclo ventilatorio ed è quindi sufficiente che cominci a inspirare perché il respiratore smetta di funzionare;
  • nella ventilazione assistita controllata intermittente il paziente respira autonomamente, ma il respiratore interviene a compensare un eventuale deficit; la macchina fornisce al malato, a intervalli regolari, il gas necessario perché la ventilazione sia sufficiente;
  • nell’assistenza inspiratoria la ventilazione è spontanea, ma i muscoli del paziente e il respiratore contribuiscono entrambi alla respirazione, in quanto l’erogazione di gas sotto pressione consente di ridurre lo sforzo inspiratorio;
  • nella ventilazione spontanea il paziente che ha ricominciato a respirare spontaneamente può beneficiare comunque del sistema di monitoraggio del respiratore (controllo della composizione dei gas, della ventilazione e della sua frequenza) prima del definitivo distacco dall’apparecchio.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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