Midriatico
Detto di una sostanza in grado di provocare una midriasi (dilatazione persistente della pupilla dell’occhio).
Meccanismo d’azione I farmaci con proprietà midriatiche (atropina, epinefrina, omatropina, iosciamina, fenilefrina e così via), disponibili nella formulazione in collirio da instillare nell’occhio o negli occhi malati, riducono la pressione intraoculare, diminuendo la secrezione dell’umore acqueo (che costituisce le lacrime) o aumentandone l’eliminazione. Oltre a questi prodotti oftalmici, hanno proprietà midriatiche numerose sostanze attive (scopolamina e belladonna, anticolinergici, a-stimolanti e così via), somministrate per via generale o locale, da sole o in associazione.
Indicazioni
Le sostanze midriatiche sono indicate nel trattamento del glaucoma ad angolo aperto, dell’ipertensione intraoculare e dell’ipertonia oculare.
L’atropina è impiegata soprattutto nel trattamento delle patologie infiammatorie dell’occhio (per esempio le cheratiti), delle uveiti (infiammazioni del tratto uveale, che comprende la coroide, il corpo ciliare e l’iride) e inoltre per determinare il valore della rifrazione in alcuni strabismi.
La neosinefrina, o fenilefrina, è utile nell’esame del fondo dell’occhio e in chirurgia oculare.
Effetti indesiderati e controindicazioni
Le sostanze con effetto midriatico hanno conseguenze transitorie sulla vista: dilatando la pupilla, impediscono al diaframma costituito dall’iride di richiudersi abbastanza da rendere l’immagine nitida. Questo effetto secondario dura poche ore, il tempo necessario al riassorbimento della sostanza. Talvolta, in soggetti anatomicamente predisposti, le sostanze con effetto midriatico possono causare una crisi di glaucoma per chiusura dell’angolo formato dall’iride e dalla cornea (angolo iridocorneale). L’epinefrina, che restringe i vasi sanguigni, è controindicata in caso di glaucoma ad angolo chiuso.
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