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Ulcere daDecubito -Riconoscere gli arrossamentia rischio

Ulcere daDecubito Cos’è un’ulcera da decubito e perché si forma? Fattori esterni Fattori interni Quando intervenire Come si presentano le ulcere da decubito Riconoscere gli arrossamentia rischio Come trattare le lesioni da decubito

Per prima cosa è importante saper riconoscere gli eritemi (arrossamenti cutanei) che non scompaiono alla pressione esercitata sulla pelle con le dita.

La prima manovra da attuare per verificare se il danno è avvenuto o se invece si è in presenza di un innocuo arrossamento è semplice e immediata: basta premere la cute con le dita per pochi secondi e poi rilasciare. L’arrossamento cutaneo presente nelle situazioni di preulcerazione ha infatti caratteristiche ben precise: può scomparire quando si preme con le dita per pochi secondi e ricomparire subito dopo averle tolte, oppure non scomparire per niente quando si compie quest’operazione di pressione più rilasciamento. Se si verifica una di queste due condizioni si è di fronte a una lesione di primo stadio. Bisogna sempre ricercare e valutare con attenzione tali lesioni, perché inizialmente sembrano macchie innocue e poi, con il tempo, il loro colore cambia da rosso a viola scuro, indizio di un danno più profondo.

Le lesioni di secondo stadio hanno l’aspetto di una sbucciatura o di una vescica piena di liquido.

Le lesioni di terzo stadio hanno un aspetto “a cratere”, sono molto profonde e appaiono bagnate (in termine medico “essudanti”) ma non arrivano a danneggiare i muscoli e sono la conseguenza di una pressione profonda.

Il quarto stadio, quello di maggiore gravità, è caratterizzato da lesioni molto profonde che raggiungono le ossa e le articolazioni. Sono molto essudanti e maleodoranti; pongono a rischio la vita se non vengono trattate correttamente o se il soggetto in questione ha una salute compromessa.

Cambiare posizione significa modificare l’assetto del corpo su una superficie: ciò può avvenire autonomamente o grazie all’aiuto di terze persone (parente, operatore sanitario). È importante che tale cambio rispetti la normale fisiologia corporea, occorre quindi evitare posizioni viziate.

Le principali posture in cui una persona può trovarsi sono supina, laterale destra e sinistra, prona, seduta o semiseduta.

Per mantenere correttamente il corpo in asse e scaricare la pressione da singole parti si utilizzano ausili specifici quali materassi, cuscini, cunei di gommapiuma (poliuretano); in commercio si trovano superfici semplici, complesse e molto costose; partendo dai sovramaterassi si arriva ai materassi a pressione alternata, a cessione d’aria, fino ai letti fluidizzati, solitamente presenti solo negli ospedali.

Gli spostamenti dei malati nel letto dovrebbero essere effettuati in modo da impedire al corpo di sfregare contro la superficie del letto, mediante l’impiego di teli ad alto scorrimento, tavolette letto/carrozzina e così via.

La posizione seduta è la più a rischio per la comparsa di decubiti, pertanto il sedile della carrozzella dovrebbe essere dotato di un cuscino per lo scarico della pressione, possibilmente a bolle d’aria, alto almeno 10 centimetri, gonfiato al punto giusto.

Particolare importanza riveste l’allineamento posturale: la schiena dovrebbe essere in asse e perpendicolare al pavimento, il piano d’appoggio spetta alle due natiche e non a una sola.

Chi non riesce a cambiare posizione autonomamente dovrebbe essere aiutato a compiere piccoli spostamenti ogni 15 minuti e non superare le due ore nella stessa posizione.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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