Le tecniche di fecondazione assistita sono sempre più efficaci

Oggi le probabilità di successo dei programmi di fecondazione assistita sono triplicate. E le gravidanze hanno un andamento identico a quelle naturali. Ne parliamo con il dottor Carlo Gastaldi, Responsabile U.O. di Ostetricia e ginecologia dell’Istituto Clinico Città di Brescia, Gruppo San Donato



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In Italia il 3% dei bambini nasce, ogni anno, grazie alle tecniche di fecondazione assistita. Metodiche come Fivet e Icsi si sono affinate nel tempo, arrivando oggi a progressi sorprendenti e triplicando i successi in termini di nascite. Ne parliamo con il dottor Carlo Gastaldi, ginecologo esperto di infertilità, Responsabile U.O. di Ostetricia e ginecologia dell'Istituto Clinico Città di Brescia, Gruppo San Donato.


Dottor Gastaldi, chi ricorre oggi alle tecniche di fecondazione assistita?

Le donne che non hanno avuto giovamento da altre terapie mediche o chirurgiche. O quelle che non hanno scelta, perché, per esempio, soffrono di occlusione delle tube o hanno una ridotta riserva ovarica. L’età della prima gravidanza, poi, si è spostata dopo i 35 anni, complicando le cose.


È vero che questo approccio prevede una gravidanza “particolare”?

Assolutamente no, non si tratta di gravidanze problematiche. Gli eventuali rischi in più sono dovuti all’età della madre, non alle tecniche di procreazione assistita. Le quarantenni hanno infatti rischi maggiori in termini di parto prematuro e patologie gravidiche. Ma in generale non sono neanche richiesti esami particolari o controlli in più. E, anche se il parto fosse gemellare, non sarà diverso da quello ottenuto senza l’uso delle tecnologie.


Con la fecondazione assistita si rischiano di più problemi fetali?

Per il bambino risulta un teorico lieve rischio aumentato di alterazioni cromosomiche (se ne parla per l’Icsi; la Fivet non ne dà), ma nell’ordine massimo dello 0,2%. Eventuali altri problemi possono essere legati allo stato degli spermatozoi del padre, prevenibile con i giusti esami. L’ovodonazione, invece, grazie a donatrici giovani e selezionate, non dà problemi.


Un centro di eccellenza

L’Istituto Clinico Città di Brescia è in prima linea per la diagnosi e la terapia dell’infertilità di coppia. Qui è possibile eseguire tutti gli esami necessari e seguire il percorso terapeutico ideale. Qualora le terapie mediche o chirurgiche (in endoscopia) non riescano a risolvere il problema, è possibile ricorrere al programma di Procreazione medicalmente assistita di 2° e 3° livello, con le tecniche di Fivet, Icsi, Icsi-Tesa. Inoltre, è attiva una criobanca per la crioconservazione dei gameti.


Nel video qui sotto un'intervista sull'argomento al dottor Carlo Gastaldi, Responsabile U.O. di Ostetricia e ginecologia dell'Istituto Clinico Città di Brescia, Gruppo San Donato:


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