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La danza elisir di longevità e autostima

Ballare ha il potere di riscrivere il tempo. Di allenare fantasia e creatività, tenendo lontano lo stress. A tutte le età. Ce ne parla un esperto di Medicina preventiva e della longevità

Foto: iStock



di Manuela Porta

“Ogni uomo dovrebbe danzare, per tutta la vita. Non essere ballerino, ma danzare”. Sono parole di Rudolf Nureyew.  La danza trasforma, plasma corpo e mente, aiuta a ritrovare un equilibrio psicofisico contribuendo a contrastare il processo di invecchiamento. È una sorta di medicina naturale, di strumento terapeutico attraverso il movimento.

Nel suo ultimo libro Effetto Danza (The Circle Publisher), con la prefazione di Roberto Bolle, il professor Paolo Mariconti, anestesista, farmacologo ed esperto in Medicina del dolore, specializzato in Medicina preventiva, rigenerativa e della longevità, co-founder e segretario generale dell’International Longevity Science Association (ILSA), dimostra come la danza possa rivelare abilità fisiche ed emozionali inesplorate permettendo al nostro corpo di vivere a lungo, in uno stato di salute e benessere.

«Sono sempre stato legato al mondo della danza. Ho sempre affiancato alla mia professione medica uno studio approfondito della danza e dei danzatori», afferma Mariconti.

Ma allora, professore, l’idea di scrivere questo suo ultimo libro nasce da qui?

«Da sempre amo la danza, il primo incontro quando ero assistente dell’istituto di Medicina del dolore dell’Università di Milano. Avevo 27 anni, un paziente dal fisico atletico presentava dolori alla schiena tali da essere impossibilitato a ballare durante una rappresentazione importante come primo ballerino. Quel balletto, invece, dopo la cura, fu incredibilmente emozionante.

Da lì cominciai a frequentare sempre più il mondo della danza accademica e oggi, ormai, gran parte dei miei migliori amici sono o sono stati danzatori professionisti. Ho avuto il privilegio di vivere la danza da dietro le quinte, condividendo fatiche, timori, entusiasmi e delusioni di artisti che con grande determinazione riescono sempre a regalare performance di alto livello. Iniziai a valutare con interesse professionale come sostenere le fatiche fisiche e l’impegno psicologico dei danzatori e come proteggere dall’usura i loro corpi sottoposti al ritmo costante di lezioni e spettacoli».


Chi danza vive più a lungo?

«La danza, se ci pensiamo, ha sempre accompagnato l’uomo, dai tempi dei tempi: una sorta di antidoto al passare del tempo. L’obiettivo dell'odierna medicina della longevità è vivere più a lungo possibile, nelle migliori condizioni possibili. Ecco perché adottare uno stile di vita sano diventa fondamentale, anche a livello preventivo: dieta equilibrata, integrazione nutraceutica, esercizio fisico regolare, gestione dello stress e una socialità attiva. Lo stile comune di vita attuale, invece, tende a indebolire l’organismo e favorire i danni causati dal passare del tempo.

Non dimentichiamo che l’inattività provoca il deterioramento del tessuto osseo, modifica l’andatura, indebolisce le prestazioni degli apparati cardiovascolare e respiratorio. È stato dimostrato come la danza abbia effetti positivi, innegabili su corpo e mente e agisce, a differenza di altre attività motorie. È una forma d’arte che coinvolge l’uomo nella sua totalità.

Chi danza potenzia resistenza e forza muscolare, acquisisce maggiore flessibilità, velocità, destrezza, equilibrio coordinazione. Questo tipo di movimento aumenta la densità del tessuto osseo e aiuta la conservazione dell’elasticità di tendini e legamenti e una corretta postura. La scienza, infatti, dimostra che la sollecitazione dei muscoli produce sostanze chiamate miochine, responsabili di un dialogo continuo e benefico con ogni cellula dell’organismo».


Musica e danza un connubio perfetto?

«La relazione tra musica e danza è antica quanto l’umanità. La danza è l’espressione fisica del suono ed è la connessione tra musica e movimento che permette ai danzatori di interagire con il pubblico. Si parla di "effetto Mozart" intendendo una modificazione positiva dell’attività cerebrale associata all’ascolto della musica di Mozart, appunto. Non dimentichiamo mai che la musica, l’arte, la bellezza aiutano ad affrontare bene lo scorrere del tempo, migliorando la qualità della nostra vita».


Ma la danza è per tutti, indipendentemente dall’età?

«Certamente. Abbiamo portato addirittura un progetto ideato con una ex ballerina della Scala in una casa di riposo dove gli anziani, in sedie a rotelle, fanno danza classica, muovono a tempo braccia, gambe e corpo. La danza è una sorta di attivazione neurocognitiva così globale da essere in grado di aiutare tutti.

La longevità delle popolazioni delle celebri Zone Blu non è solo determinata dall’assetto genetico, ma anche da corrette abitudini di vita e dalla loro socialità e anche la danza aiuta a stare insieme. L’epigenetica ci dice che il nostro stile di vita e l’ambiente che frequentiamo possono cambiare l’andamento del nostro destino genetico».


Cosa accade nella nostra mente e nel nostro corpo quando danziamo?

«La divisione mente e corpo non esiste, l’attività fisica produce connessione. La danza colma di movimento, musica, bellezza, socialità attiva una serie di circuiti complessi che lavorano con un impatto importante sulla totalità dell’organismo umano. Con il movimento i processi di invecchiamento vengono arginati e viene favorita l’attività delle sirtuine, proteine responsabili di regolare diversi processi biologici che aiutano a invecchiare in salute, ma soprattutto favoriscono la rigenerazione cellulare e stimolano la riparazione del Dna. Inoltre, contribuiscono ad abbassare gli indici infiammatori dell’organismo, responsabili di un celere invecchiamento.

Con la danza viene favorita l’attività dell’enzima telomerasi, proteina in grado di regolare l’orologio biologico che controlla la durata della vita delle cellule. Inoltre, danzando teniamo sotto controllo il nostro equilibrio ormonale, vengono abbattuti i livelli del cortisolo, ormone responsabile dello stress cronico che ha un grosso impatto sul nostro sistema immunitario. Aumentano serotonina e dopamina, responsabili della regolazione dell’umore e del sonno.

Nuove evidenze scientifiche hanno rilevato che praticare la danza genera uno stato psicofisico definito Eudaimonia, uno stato di benessere scaturito dall’espressione delle proprie potenzialità. Essenziale, però, quando si pratica la danza, non sottovalutare o sopravvalutare il nostro stato di affaticamento».


Danza e respiro: quanto aiuta imparare a respirare?

«Danzare aiuta anche a respirare: fondamentale è imparare la respirazione diaframmatica. Quando viviamo una situazione di stress il respiro diventa più frequente. Se invece impariamo a respirare con l’addome, teniamo sotto controllo il nostro stato di stress e nello stesso tempo il nostro metabolismo».


Il cervello danza con noi?

«Danzare, ballare, significa trasformare la mente. Quest'attività protegge il cervello dai danni del tempo, genera emozioni intense e aumenta l’autostima. La danza ha un ruolo fondamentale nello sviluppo delle connessioni tra le cellule cerebrali. Quando danziamo si attivano i neuroni specchio che sono alla base anche dell’empatia.

Il cervello danza anche quando il corpo è fermo. Ecco perché la danza è contagiosa, cioè anche lo spettatore ne resta coinvolto proprio grazie all’attivazione dei neuroni specchio che rispecchiano i movimenti dell’altro individuo generando empatia e partecipazione. Così si viene a creare una reale sintonia emotiva tra danzatore e pubblico con l'attivazione comune delle onde cerebrali con frequenze Theta tra i 4 e gli 8 Hz».


Danza è libertà?

«Sì, perché ci permette di uscire dagli stereotipi, dalla quotidianità, di allenare la fantasia e la creatività. Rappresenta un luogo bello in cui rifugiarsi, in cui essere libero pur essendo te stesso. Tutti i tipi di danza sono una forma di libertà espressiva. Quello che succedere grazie alla danza a corpo e mente è sorprendente, molto più che attraverso allenamenti di fitness tradizionali».


Quanto danza lei professor Mariconti?

«Amo la danza da sempre e continuerò a danzare, perché la danza è un vero elisir di lunga vita».


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