Per ridurre la frequenza e l’intensità delle malattie da raffreddamento, è consigliabile dedicarsi alla pratica di un’attività sportiva per almeno cinque volte alla settimana.
Questo il risultato ottenuto da un gruppo di ricercatori del North Carolina nel corso di uno studio che ha coinvolto 1000 adulti di età compresa tra i 18 e gli 85 anni, a cui sono state monitorate per dodici settimane la frequenza delle infezioni del tratto respiratorio superiore (come laringite, tracheite e bronchite) e la severità dei sintomi connessi.
Oltre a domande inerenti il regime alimentare, lo stile di vita ed i livelli di stress (ovvero tutti fattori che influenzano la capacità di risposta del sistema immunitario), è stata eseguita infatti un’approfondita indagine individuale sulla quantità di attività fisica praticata giornalmente, fatto che ha portato i ricercatori a concludere come le persone fisicamente più attive siano meno soggette a episodi di raffreddore con sintomatologia acuta.
Contando che il raffreddore ha afflitto i partecipanti allo studio mediamente per 13 giorni durante l'inverno e per 8 giorni durante l'autunno, come spiegato all’interno dello studio, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, coloro che si sono dedicati alla pratica di un esercizio fisico per almeno cinque volte alla settimana hanno beneficiato del 43-46% in meno di probabilità di contrarre il raffreddore rispetto a coloro i quali si sono esercitati solamente una volta alla settimana.
E non solo: i partecipanti maggiormente dediti alla pratica sportiva infatti hanno potuto contare su di una sintomatologia meno intensa addirittura del 41% rispetto ai più sedentari, mentre coloro che si sono esercitati regolarmente per due o tre volte alla settimana, hanno goduto di una riduzione dell’intensità dei sintomi pari al 32%.
Ma se lo sport fa bene alla salute e aiuta a prevenire raffreddore ed influenza, occorre comunque prendere le dovute precauzioni per evitare di incappare in disturbi collaterali, come il cosiddetto “effetto spogliatoio”.
«Le difese immunitarie sono l’arma attraverso cui il nostro organismo si difende dall’attacco di agenti esterni, come i virus in circolazione con l’arrivo delle basse temperature – spiega infatti il professor Fabrizio Pregliasco, Virologo e Ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano – L’unica raccomandazione è fare attenzione a non esporsi a bruschi sbalzi di temperatura per almeno uno o due ore dopo aver sudato, e consumato calorie ed energie. Ambienti caldo-umidi e affollati come quelli degli spogliatoi lasciano ‘aperta la finestra’ all’attacco dei virus».
Per questo motivo, il professor Pregliasco suggerisce, dopo l’attività sportiva, di non lavarsi con acqua troppo calda o troppo fredda, asciugare bene capelli e corpo, evitare contatti con indumenti e asciugamani altrui (possibili portatori di virus), ed infine non uscire dalla palestra sudati o comunque con indumenti umidi addosso.
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