METOPROLOLO ACC 50CPR 100MG -Gravidanza e allattamento
Gravidanza Gli studi sugli animali non hanno evidenziato alcun effetto teratogeno a concentrazioni clinicamente rilevanti. I betabloccanti riducono la perfusione placentare, che può provocare morte fetale intrauterina, parti immaturi e prematuri, ma ad oggi gli studi prospettici non hanno riportato alcun rischio maggiore di difetti congeniti nell’uomo. Il metoprololo attraversa la placenta ed è presente nel sangue del cordone ombelicale, ma non è stata riportata alcuna evidenza di anomalie fetali. In via precauzionale, è preferibile evitare l’uso del metoprololo durante la gravidanza. Ciononostante, il metoprololo è stato utilizzato nell’ipertensione associata a gravidanza sotto stretta sorveglianza, dopo 20 settimane di gestazione. Tuttavia, nei neonati di madri trattate, gli effetti farmacologici dei betabloccanti possono persistere per diversi giorni dopo la nascita e possono indurre bradicardia, ipoglicemia e distress respiratorio. Di conseguenza, se il metoprololo viene utilizzato in fase avanzata di gravidanza, gli effetti indesiderati possibili sul feto e sul neonato (in particolare ipoglicemia, ipotensione e bradicardia) devono essere attentamente monitorati durante i primi giorni dopo la nascita. Allattamento Casi di ipoglicemia e bradicardia neonatali sono stati descritti con l’uso di betabloccanti a basso legame con le proteine plasmatiche. Il metoprololo viene escreto nel latte materno. Anche se la concentrazione di metoprololo nel latte è molto bassa, l’allattamento al seno deve essere interrotto durante il trattamento con metoprololo. In caso di trattamento durante l’allattamento al seno, i neonati devono essere attentamente monitorati per gli effetti del beta-bloccante.